giovedì 17 luglio 2008

GMG: GENITORI RAGAZZE ABUSATE DA PRETI CHIEDONO LE SCUSE DEL PAPA

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GMG: GENITORI RAGAZZE ABUSATE DA PRETI CHIEDONO LE SCUSE DEL PAPA


(ASCA-AFP) - Sydney, 17 lug - Non si placano le polemiche sugli abusi sessuali commessi da alcuni preti cattolici in Australi, che hanno accompagnato in questi giorni la visita di papa Benedetto XVI in occasione della Giornata Mondiale della Gioventu'. Anthony e Christine Foster, genitori di due ragazze stuprate da un sacerdote di Melbourne, sono volati a Sydney per chiedere delle scuse ''pubbliche'' al pontefice.

Nel corso del lungo viaggio per l'Australia, Benedetto XVI aveva annunciato di essere intenzionato a scusarsi per gli abusi commessi dai sacerdoti. Ma ieri il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, aveva precisato che il papa avrebbe affrontato il problema ma non necessariamente nel senso di chiedere scusa.

''Non capisco questa marcia indietro'', ha detto Anthony Foster alla Australian Associated Press. ''Vogliamo delle scuse e vogliamo che si faccia qualcosa''.

La figlia di Foster, Emma, 26 anni, si e' suicidata proprio quest'anno, non riuscendo a convivere con la vergogna degli abusi subiti da padre Kevin O'Donnell, quando frequentava la scuola primaria. La sorella Katie, anche lei vittima di abusi, ha avuto numerosi problemi con l'alcol che l'hanno portata ad avere un grave incidente di macchina nel quale ha riportato danni cerebrali.

O'Donnell mori' in prigione nel 1997, dopo essere stato condannato per diversi reati a fondo sessuale, ma i Fosters hanno dovuto ingaggiare una battaglia legale di otto anni per ottenere un risarcimento dalla Chiesa cattolica locale.

Nei tribunali australiani sono ancora numerosi i casi del genere che stanno affrontando i vari gradi giudizio. Secondo ''Broken Rites'', associazione di supporto alle vittime degli abusi commessi da religiosi, sarebbero 107 i preti cattolici condannati in Australia reati sessuali. Un fenomeno che anche il primo ministro australiano, Kevin Rudd, ha definito ''orrendo'', sottolineando che spetta alla Chiesa decidere come affrontare la questione.

red/uda