l’Unità 1.12.07
Il Consiglio comunale romano ha all’ordine del giorno la delibera per istituire il Registro. I laici premono su Veltroni
Unioni civili, spina tra Vaticano e Campidoglio
di Mariagrazia Gerina
I pasdaran capitolini delle Unioni civili la chiamano «bozza Garavaglia». A sottolineare «l’autorevole contributo» della cattolicissima vicesindaco, Maria Pia Garavaglia, storico braccio destro capitolino di Veltroni, già Dc e presidente della Croce Rossa. «Il suo è stato solo un contributo tecnico», si affrettano a correggere i suoi collaboratori. E però in suo nome sinistra e radicali si dicono pronti ora a salire sulle barricate per difendere l’ultimo faticoso approdo capitolino in materia. La proposta di delibera n 261/2007 è all’ordine dei lavori dell’Aula Giulio Cesare dal 28 novembre. Una sintetica paginetta che, a prima firma Gianluca Quadrana (Rnp), recita: «È istituito presso il Comune di Roma un Registro denominato “Registro delle Unioni civili”». E specifica che tale oggetto «è tenuto presso la Presidenza della Commissione Consiliare Immigrazione Nuovi Diritti e Multietnicità». Non presso l’anagrafe capitolina, come suggerisce invece la delibera di iniziativa popolare promossa dai radicali e supportata da oltre 10mila firme, inserita anch’essa in coda all’ordine dei lavori, ma fin qui scavalcata nel dibattito (e nel consenso) dalla delibera di mediazione.
E però, anche così, apriti cielo. Avvenire, il quotidiano dei Vescovi, ha lanciato il suo avvertimento a sei colonne: «Unioni civili, a Roma qualcuno cerca il caso». Con sottolineatura del voto contrario annunciato dal vicecapogruppo del Pd Amedeo Piva e dall’Udeur. E il giorno dopo, ricevendolo in Vaticano, monsignor Tarciso Bertone avrebbe ottenuto dal sindaco di Roma impegnative rassicurazioni a riguardo.
Veltroni sul tema è sempre stato molto cauto, lasciando scivolare in cantina delibere e archiviando la questione come «materia di governo». Ma una volta diventato leader del Pd, la sinistra romana ha ripreso a incalzarlo con altri argomenti. Non più di un mese fa, uscendo da un incontro riservato con lui, i segretari cittadini di Prc, Sd, Verdi e Pdci, hanno annunciato soddisfatti: «Entro l'anno, la delibera per i diritti civili». E subito si sono messi a lavorare insieme ai radicali e alla vicesindaco alla famosa bozza. «Ora un passo indietro farebbe pensare male», avverte il segretario romano del Prc Massimiliano Smeriglio, alla vigilia dell’incontro con i capigruppo di maggioranza, che Veltroni, incalzato dal pressing partito dopo la visita in Vaticano, ha fissato per lunedì. La nuova ipotesi di mediazione sarebbe un ordine del giorno. «L’istituzione del registo d’altra parte non avrebbe alcuna conseguenza pratica», fanno notare il più veltroniano dei consiglieri Pd, Paolo Masini, insieme all’ex Dl Giulio Pelonzi. Ma se i Verdi sembrano possibilisti, il resto della sinistra si dice contraria. «Svenduta la Roma laica», titolano già i radicali, che annunciano per oggi una conferenza stampa con Pannella: «Veltroni-Bertone una coppia di fatto?».
Il Consiglio comunale romano ha all’ordine del giorno la delibera per istituire il Registro. I laici premono su Veltroni
Unioni civili, spina tra Vaticano e Campidoglio
di Mariagrazia Gerina
I pasdaran capitolini delle Unioni civili la chiamano «bozza Garavaglia». A sottolineare «l’autorevole contributo» della cattolicissima vicesindaco, Maria Pia Garavaglia, storico braccio destro capitolino di Veltroni, già Dc e presidente della Croce Rossa. «Il suo è stato solo un contributo tecnico», si affrettano a correggere i suoi collaboratori. E però in suo nome sinistra e radicali si dicono pronti ora a salire sulle barricate per difendere l’ultimo faticoso approdo capitolino in materia. La proposta di delibera n 261/2007 è all’ordine dei lavori dell’Aula Giulio Cesare dal 28 novembre. Una sintetica paginetta che, a prima firma Gianluca Quadrana (Rnp), recita: «È istituito presso il Comune di Roma un Registro denominato “Registro delle Unioni civili”». E specifica che tale oggetto «è tenuto presso la Presidenza della Commissione Consiliare Immigrazione Nuovi Diritti e Multietnicità». Non presso l’anagrafe capitolina, come suggerisce invece la delibera di iniziativa popolare promossa dai radicali e supportata da oltre 10mila firme, inserita anch’essa in coda all’ordine dei lavori, ma fin qui scavalcata nel dibattito (e nel consenso) dalla delibera di mediazione.
E però, anche così, apriti cielo. Avvenire, il quotidiano dei Vescovi, ha lanciato il suo avvertimento a sei colonne: «Unioni civili, a Roma qualcuno cerca il caso». Con sottolineatura del voto contrario annunciato dal vicecapogruppo del Pd Amedeo Piva e dall’Udeur. E il giorno dopo, ricevendolo in Vaticano, monsignor Tarciso Bertone avrebbe ottenuto dal sindaco di Roma impegnative rassicurazioni a riguardo.
Veltroni sul tema è sempre stato molto cauto, lasciando scivolare in cantina delibere e archiviando la questione come «materia di governo». Ma una volta diventato leader del Pd, la sinistra romana ha ripreso a incalzarlo con altri argomenti. Non più di un mese fa, uscendo da un incontro riservato con lui, i segretari cittadini di Prc, Sd, Verdi e Pdci, hanno annunciato soddisfatti: «Entro l'anno, la delibera per i diritti civili». E subito si sono messi a lavorare insieme ai radicali e alla vicesindaco alla famosa bozza. «Ora un passo indietro farebbe pensare male», avverte il segretario romano del Prc Massimiliano Smeriglio, alla vigilia dell’incontro con i capigruppo di maggioranza, che Veltroni, incalzato dal pressing partito dopo la visita in Vaticano, ha fissato per lunedì. La nuova ipotesi di mediazione sarebbe un ordine del giorno. «L’istituzione del registo d’altra parte non avrebbe alcuna conseguenza pratica», fanno notare il più veltroniano dei consiglieri Pd, Paolo Masini, insieme all’ex Dl Giulio Pelonzi. Ma se i Verdi sembrano possibilisti, il resto della sinistra si dice contraria. «Svenduta la Roma laica», titolano già i radicali, che annunciano per oggi una conferenza stampa con Pannella: «Veltroni-Bertone una coppia di fatto?».