mercoledì 14 settembre 2011

Benedetto XVI e tre cardinali accusati di «tollerare gli abusi sessuali»

l’Unità 14.9.11
Benedetto XVI e tre cardinali accusati di «tollerare gli abusi sessuali»
Vittime Usa dei preti pedofili denunciano il Papa all’Aja
Il ricorso alla Corte internazionale dell’Aja riguarda oltre al Papa, i cardinali Bertone, Sodano e Levada. No comment della Santa Sede. L’iniziativa promossa da un gruppo di vittime dei preti pedofili, lo Snap.
di Roberto Arduini

Non si è ancora spenta l'eco delle polemiche con l'Irlanda per le omissioni sulla pedofilia che un'altra tegola si abbatte sul Vaticano. E sempre da questo stesso fronte. Un gruppo di associazioni delle vittime di abusi sessuali e di atti di pedofilia da parte di sacerdoti ha depositato presso la Corte penale internazionale dell'Aja un ricorso in cui accusa il Papa e tre alti prelati di crimini contro l'umanità. L’americano Survivors Network of those Abused by Priests (Snap), accompagnato dagli avvocati del Centre for Constitutional Rights, un'organizzazione per i diritti umani, hanno fornito ai giudici un fascicolo di 80 pagine in cui si accusa il Vaticano di «tollerare» abusi sui minori in tutto il mondo e di «proteggere i 20mila preti ancora in carica», secondo le stime. Nella denuncia si chiede alla Corte penale internazionale di «incriminare il Papa» per la sua «diretta e superiore responsabilità per i crimini contro l'umanità degli stupri e altre violenze sessuali commesse nel mondo». Il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, il suo predecessore, il cardinale Angelo Sodano, e il prefetto della Congregazione della dottrina della fede, cardinale William Levada, sono denunciati per la loro responsabilità oggettiva data dal «ruolo di comando» e per quella diretta nella «copertura dei crimini». La Snap ha reso noto di aver allegato «rapporti, documenti e prove dei crimini perpetrati dal clero cattolico contro bambini e adulti vulnerabili». Si tratterebbe di «decine di migliaia di vittime»: «In questo caso, davvero tutte le strade portano a Roma», ha detto l'avvocato del Centre for Constitutional Rights, Pam Spees. I responsabili, ha aggiunto, «dovrebbero essere processati come qualunque altro dirigente colpevole di crimini contro l'umanità». Il presidente della Snap, Barbara Blaine, ha spiegato di aver deciso questo «storico passo» per proteggere «tutti i bambini innocenti e gli adulti vulnerabili».
«L'iniziativa ha poche chance di essere accolta dalla Corte», sostiene Herman Van Der Wilt, professore di legge internazionale presso l'università di Amsterdam. «Prima di tutto», ha detto, «perché il pre-requisito per i crimini contro l’umanità è che siano stati perpetrati da uno Stato o un’organizzazione assimilabile a uno Stato. Secondo, perché il tribunale internazionale non può indagare su nessun crimine commesso prima del 1 luglio del 2002, anno in cui è iniziato il suo mandato in base allo statuto di fondazione».
Gli attivisti, però, non la pensano così e nei prossimi giorni lanceranno un tour in Europa per illustrare le loro accuse e sostenere la denuncia al Cpi. Nel giro di otto giorni, a partire da oggi, faranno tappa in 10 città (Berlino, Bruxelles, Parigi, Vienna, Londra, Dublino, Varsavia, Madrid), per arrivare il 20 settembre a Roma.
TOUR IN EUROPA
L'iniziativa punta a incoraggiare chi è stato vittima di molestie a farsi avanti e a stimolare i cattolici ad aprire una discussione sul problema. «Vogliamo far sì che ogni singola persona che ha subito abusi, sappia di non essere sola, che richiudere quella ferita è possibile e che può aiutare altri ragazzi che hanno vissuto un trauma simile», ha spiegato Blaine. «Vogliamo anche che i cattolici coinvolti ha aggiunto abbiano un posto sicuro in cui poter parlare del proprio caso e capire quanto possono aiutare a creare una chiesa e una società più sicure». In ogni città sarà organizzata una conferenza stampa e una riunione di supporto riservata alle vittime di abusi e ai loro familiari.
La Santa Sede non ha voluto commentare il ricorso all’Aja. «È una cosa «molto triste», secondo il portavoce della comunità di Sant' Egidio Mario Marazziti. Il tribunale dell'Aja «deve occuparsi di cose molto serie».