La Stampa 11.11.11
Da Oltretevere arriva la benedizione al candidato premier
Andrea Tornielli
CITTÀ DEL VATICANO. La Caritas in veritate sembra quasi un documento guida di governo tecnico della società, in cui l’economia ha un ruolo fondamentale, come esito naturale della riflessione etica, con la quale concordano anche coloro che non condividono la visione etica cattolica». Così parlava Mario Monti in San Giovanni in Laterano, la cattedrale del Papa, il 23 febbraio 2010, presentando l’enciclica sociale di Benedetto XVI, invitato dal cardinale Vicario di Roma Agostino Vallini. In quella occasione, il presidente della Bocconi disse pubblicamente di «essere cattolico».
Il governo guidato da «SuperMario» sembra essere un’idea che non dispiace nei sacri palazzi. Ieri pomeriggio L’Osservatore Romano ha elogiato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricordando che «diverse forze, politiche, e non solo» gli «riconoscono un equilibrio e una sapienza esemplari nella guida di questo difficile passaggio della vita del Paese».
Il giornale vaticano ha anche dato notizia della nomina di Monti a senatore a vita, e ha significativamente riportato il telegramma del premier Silvio Berlusconi nel quale si citano gli «altissimi meriti acquisiti nel campo scientifico e sociale» e si augura al nuovo senatore «un proficuo lavoro nell’interesse del Paese». Sugli sviluppi della crisi, L’Osservatore Romano osserva che «sembra accreditarsi sempre di più l’ipotesi di un nuovo governo rispetto a quella di uno scioglimento anticipato delle Camere, ipotesi che comunque rimane ancora in piedi. Sembra quindi probabile che Napolitano verifichi ulteriormente la possibilità che il Parlamento sia in grado di esprimere una nuova e sufficientemente ampia maggioranza parlamentare».
Non ha voluto invece commentare le concitate vicende delle ultime 48 ore il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, che a un giornalista che gli chiedeva qualcosa in merito ha risposto: «Oggi non parlo del caso Italia». Chi ha parlato a tu per tu Bertone negli ultimi giorni racconta di averlo trovato non solo preoccupato ma anche contrariato per l’«arroccamento» manifestato nelle ultime settimane da Silvio Berlusconi. Oltretevere, come pure al vertice della Conferenza episcopale italiana, non c’è mai stato alcun desiderio di ribaltoni, ma la consapevolezza che il declino della stagione berlusconiana e il baratro a cui l’Italia si sta avvicinando avrebbero richiesto una responsabilità diversa e la disponibilità da parte del Cavaliere di fare «un passo di lato» favorendo la nascita di un governo guidato da un premier da lui indicato. Invece «è prevalsa invece la logica del muoia Sansone con tutti i filistei», sussurra uno dei più stretti collaboratori del Papa, «ora però le elezioni, in questa fase delicatissima per il Paese, rischiano di essere un salto nel buio…».
Anche i vertici della Conferenza episcopale sono contrari alle elezioni come pure a ribaltoni con governi sostenuti da maggioranze diverse da quella uscita dalle urne nel 2008. Monti ha buoni rapporti con il rettore dell’Università Cattolica Lorenzo Ornaghi, uomo notoriamente molto vicino prima al cardinale Camillo Ruini e ora al suo successore Angelo Bagnasco. E non è un caso se anche dalle associazioni del mondo del lavoro che hanno dato vita al Forum di Todi siano arrivati segnali di assoluta contrarietà all’ipotesi delle elezioni anticipate e aperture verso l’ipotesi del governo Monti. È probabile che sia in Vaticano come ai vertici della Chiesa italiana si sarebbe preferito un passaggio più soft, con un nuovo governo politico sostenuto dalla stessa maggioranza ma allargata al centro. Ipotesi praticabile fino a poco tempo fa, oggi non più.