Corriere della Sera 28.10.11
Gesù a teatro scuote Parigi. Già arrestati 220 integralisti
Piccoli, Lissner e la Binoche difendono la piéce: basta violenze
Stefano Montefiori
PARIGI — In una settimana circa 220 arrestati, molte uova e un po' di olio sul pubblico all'entrata del teatro, fialette maleodoranti lanciate in sala e urla in difesa della religione cattolica e contro la «cristianofobia». Le proteste degli integralisti per la pièce di Romeo Castellucci «Sul concetto di volto nel Figlio di Dio», al Théâtre de la Ville, sono cresciute con il passare dei giorni fino a diventare un problema di ordine pubblico e un caso politico.
Anche ieri sera la polizia è intervenuta per consentire agli spettatori di entrare nel teatro e per fermare i manifestanti, vicini alla frangia più estremista e ormai minoritaria del Front National. Abbandonati da Marine Le Pen, i giovani (molti con la testa rasata) difensori dei valori cristiani contro l'«arte degenerata» hanno ricevuto il plauso di Bruno Gollnisch, il capo dell'anima radicale del partito che sul suo blog ha difeso l'intervento dei ragazzi, militanti di «Renouveau Français» e «Action Française», «contro una vergogna pagata con le nostre tasse» (il Théâtre de la Ville gode dei finanziamenti pubblici, ndr).
Castellucci mette in scena un figlio che si prende cura del padre vecchio e malato, affrontando il tema della decadenza fisica, davanti a un grande ritratto di Gesù dipinto da Antonello di Messina. Alla fine un liquame nero — «inchiostro», spiega l'autore — scende a ricoprire l'icona sacra.
Per gli integralisti cattolici un'insopportabile blasfemia, possibile solo grazie al clima di «cristianofobia» che i pensiero dominante è pronto a tollerare, «a differenza di quel che accadrebbe se a essere insultato fosse Maometto o la religione ebraica».
«Una enorme sciocchezza, quella gente deve smetterla di disturbare e permettere a chi lo vuole di godersi lo spettacolo», dice al telefono Michel Piccoli, 85 anni, che è tra i primi firmatari di un appello in difesa della pièce assieme al direttore del teatro Emmanuel Demarcy-Mota e a Juliette Binoche, Bob Wilson, l'«indignato» Stéphane Hessel, Patrice Chéreau e il direttore della Scala Stéphane Lissner. «I padri o i nonni di quei ragazzi se la presero pure con me nel 1963, quando interpretai Pio XII nel dramma "Il Vicario" di Rolf Hochhuth, che denunciava le debolezze del Papa contro i nazisti — continua Piccoli —. È una violenza che non sopporto, l'arte e le idee non possono essere schiave del fanatismo. I musulmani reagirebbero con ancora maggiore violenza? Sbaglierebbero, e non capisco perché questa rincorsa al peggio. Viva l'Islam, viva la Chiesa. La censura è opera non dei credenti ma di estremisti che non devono averla vinta».
La conferenza episcopale francese, tramite monsignor Bernard Podvin, «condanna le violenze perpetrate durante le recenti rappresentazioni e promuove il dialogo tra cultura e fede», ma ricorda che «i cattolici aspirano, come cittadini, a essere rispettati nella loro fede».
Lo spettacolo di Castellucci — con la protezione della polizia — resterà in scena fino a domenica al Théâtre de la Ville, per poi passare al grande centro culturale Centquatre, e gli integralisti hanno già annunciato che lo seguiranno. A partire dall'8 dicembre poi i manifestanti prenderanno di mira, al Théâtre du Rond-Point, il «Golgota Picnic» di Rodrigo Garcia, altra rappresentazione giudicata irrispettosa. L'impressione è che la battaglia sia appena cominciata.