La Stampa 25.10.11
Parigi, gli ultrà cristiani all’assalto di Castellucci
Contestato per blasfemia “Sul concetto di volto nel figlio di Dio” L’autore provoca: “Li perdono, non sanno quello che fanno”
di Alberto Mattioli
La produzione della Societas Raffaello Sanzio s’intitola Sul concetto di volto nel figlio di Dio
Ci voleva uno spettacolo in italiano di un italiano per scatenare l’ira dei cattolici francesi più integralisti. E per riportare a teatro polemiche, scontri, scandali, lanci di uova, interventi della polizia, denunce e comunicati infuocati. Tutto molto parigino, con ghiotti aneddoti da raccontare ai nipoti («Io c’ero!») tipo «la bataille d’ Hernani » o la «prima» del Sacre du printemps .
L’italiano è Romeo Castellucci, la produzione della Societas Raffaello Sanzio s’intitola Sul concetto di volto nel figlio di Dio e il campo di battaglia è il Théâtre de la Ville. Lo spettacolo è già stato visto in Germania, Belgio, Norvegia, Gran Bretagna, Spagna, Russia, Olanda, Grecia, Svizzera, Italia, Polonia e, in Francia, al festival d’Avignone. Ma, una volta approdato a Parigi, ha scatenato il putiferio. Al debutto, giovedì, i contestatori hanno distribuito volantini, poi sono passati al lancio di gas lacrimogeni e bombolette puzzolenti e infine hanno tentato di incatenare le porte del teatro. Poi nove cristiani muscolari hanno fatto irruzione in scena bloccando lo spettacolo finché non sono stati portati via di peso da poliziotti più muscolosi di loro, molto applauditi dagli spettatori. Venerdì, il bollettino segnala lanci di liquami e di uova (come Capanna! Destra o sinistra, è sempre stessa frittata), oltre a slogan contro la «cristianofobia» e la République. Sabato, nuova invasione di palcoscenico, nuovamente respinta. Domenica, altro assalto alla scena, stavolta non riuscito. Ieri, pausa (il teatro era chiuso), si ricomincia domani. Intanto il ministro della Cultura, Frédéric Mitterrand, condanna, la polizia arresta, il Comune di Parigi e il teatro querelano per «atti di degrado del patrimonio pubblico» e «violazione» della libertà di espressione e di creazione artistica» e la direzione annuncia che the show must go on fino al 30, in nome dei sacrosanti principi di libertà, eccetera.
Chi protesta sono dei cattolici scandalizzati dal carattere giudicato blasfemo dello spettacolo, un padre e un figlio che affrontano insieme la decadenza fisica del primo davanti a un grande Cristo di Antonello da Messina che occupa tutta la scena. Apriti cielo. I blitz sono organizzati dall’Institut Civitas, già protagonista, il 17 aprile, dell’assalto a una galleria d’arte di Avignone dove fu presa a martellate l’ Immersion Piss Christ , la fotografia di Andres Serrano di un Crocifisso immerso nell’urina. Il segretario generale dell’Institut, Alain Escada, martella anche verbalmente: «Ci felicitiamo di constatare che, dalla prima rappresentazione di questi spettacoli osceni e blasfemi a Parigi, l’indignazione dei cristiani si sia manifestata con dignità e fermezza» (spettacoli al plurale perché i neocrociati promettono sfracelli anche per un Golgota picnic prossimo venturo). Ma ci sono anche i monarchici dell’Action française e i nazional-controrivoluzionari del Renouveau français, vicini ai lefebvriani, che rivendicano l’incursione «davanti ai 400 bobos (i detestati bourgeois-bohème, come dire i fighetti di sinistra, ndr ) venuti a dilettarsi con una pseudoarte scatologica».
Dall’altra parte della scena e della barricata, Castellucci getta olio sul fuoco paragonandosi a Cristo: «Li perdono perché non sanno quello che fanno. Non hanno mai visto lo spettacolo; non sanno che è spirituale e cristico, vale a dire latore dell’immagine di Cristo». Però poi Castellucci spiega che «è completamente falso che durante lo spettacolo si sporchi il volto di Cristo con degli escrementi. Chi ha assistito alla rappresentazione ha potuto vedere la colata finale di un velo d’inchiostro nero, che scende sul quadro come un sudario notturno».
In effetti viene il forte sospetto che tutto sia un grande equivoco e che si faccia, come diceva qualcuno del settore, molto rumore per nulla. La scena choc vista ad Avignone, un gruppo di bambini che lanciava giocattoli sul Cristo di Antonello, a Parigi molto semplicemente non c’è e non è nemmeno mai stata prevista, per la semplice ragione che non è facile gestire un pattuglione di bambini ad anno scolastico iniziato. Ma, accusa il Figaro , «il teatro non ha assolutamente fatto nulla per farlo sapere». Altrimenti, quando mai tutta Parigi ne avrebbe parlato?