Ici-Chiesa, Ue insoddisfatta
"Il governo chiarisca ancora"
di Roberto Petrini
ROMA - «Non abbiamo moltiplicato i pani e pesci». Tommaso Padoa-Schioppa ieri in Senato ha difeso ancora una volta la sua Finanziaria dagli attacchi dell´opposizione che denuncia la mancata copertura dell´abolizione dei ticket sulla diagnostica facendo leva sulla mancata «bollinatura» della Ragioneria generale dello Stato. Ha definito «favole strumentali» le voci di mancanza di copertura, ha definito il rapporto con il Ragioniere generale dello Stato Mario Canzio, di «proficua e intensa interlocuzione», ha garantito il raggiungimento dell´obiettivo del 2,2 per cento del rapporto deficit-Pil nel prossimo anno e ha detto di contare sulla chiusura della procedura di deficit eccessivo cui Bruxelles ci ha sottoposto. Posta a registro la difesa è passato al contrattacco, tra le proteste dell´opposizione: «Abbiamo trovato un dissesto nei conti pubblici e stiamo faticosamente operando per correggerlo».L´opposizione per il momento è sembrata incassare il colpo: Fini e Bonaiuti hanno polemizzato con il ministro, Tremonti ha catturato l´attenzione con la sua tesi in base alla quale l´esercizio provvisorio farebbe meglio ai conti pubblici dell´approvazione della Finanziaria. Tuttavia le prime votazioni, preliminari, sulla legge di bilancio (23 articoli) hanno dato ragione all´Unione che le ha superate senza problemi. In serata la Cdl ha annunciato che dimezzerà, portandoli a 300, gli emendamenti: oggi si entrerà nel vivo delle votazioni a partire dall´articolo 1.E´ tuttavia all´interno della maggioranza che si rivolgono gli osservatori per scrutare umori e possibili bucce di banana. Aperte le questioni sollevate dai diniani (la stabilizzazione dei precari dello Stato) mentre si fa sentire il partito dei manager pubblici che farebbe pressioni per eliminare la norma Villone che pone il tetto dei 274 mila euro agli stipendi. Per trovare la «quadra» oggi è prevista una nuova riunione di maggioranza: Padoa-Schioppa, che ha apprezzato il testo uscito dalla Commissione, ha detto tuttavia di contare su un «iter ordinato» per approvare la Finanziaria «senza ricorrere al voto di fiducia».Il quadro è infatti in movimento. Guarda alla sinistra radicale l´ordine del giorno approvato ieri dalla Commissione Bilancio del Senato che impegna il governo a reintrodurre nella delega all´esame della Camera l´aumento delle tasse sulle rendite finanziarie al 20 per cento. Segnali di fumo anche sui precari: la proposta del governo prevederebbe l´assunzione solo se i precari hanno superato una procedura concorsuale o una selezione. Una formula che ricalcherebbe l´emendamento del diniano Natale D´Amico e che potrebbe essere una base di accordo. «Non si possono assumere i collaboratori dei ministri entrati per chiamata diretta su basi politiche», ha osservato ieri D´Amico. «Nessun giudizio prima della proposta della maggioranza», ha tuttavia avvertito Lamberto DiniAllarme anche sulla questione dei manager di Stato. Villone (Sd) promotore dell´emendamento che impone un tetto di stipendio agli alti ranghi dello Stato ieri ha minacciato di non votare la Finanziaria se la sua norma dovesse essere annacquata. «Eccezioni si possono fare per le ballerine, ma non per i manager», ha spiegato ieri Villone.Torna ad aleggiare anche la questione delle esenzioni Ici alle strutture annesse ai luoghi di culto. Ieri Bruxelles ha inviato a Roma una richiesta di chiarimenti da espletare in un mese e la questione è oggetto di un emendamento della Costituente socialista insieme alla revisione dell´8 per mille.