giovedì 15 maggio 2008

Genova, papa quanto ci costi

Liberazione, 09/05/2008
I preparativi per la visita di Ratzinger settimana prossima
Genova, papa quanto ci costi
"Zona bianca" e sicurezza
contro pride e ironia laica

Checchino Antonini
Genova (nostro inviato)
Diritti. Ad avere un figlio anche se sei precario, delle famiglie (di qualsiasi tipo), all'autodeterminazione del proprio corpo, a una cultura laica. Diritto, in generale, a uscire dal silenzio. C'è un'altra Genova ed è tutt'altro che impaziente per la visita di papa Ratzinger, annunciata per il 17 e 18 di maggio, prima a Savona poi nel capoluogo ligure dove gli enti locali, Tursi in primis, stanno sborsando un milione e mezzo di euro pubblici (di cui solo 250mila stanziati dal governo nazionale uscente) per allestire la due giorni. Sotto la Lanterna ci sarà un'area gigantesca, un po' isola pedonale, un po' zona rossa, i giornali l'hanno ribattezzata "zona bianca" ma senza rinunciare alla brutta abitudine di costruire tensione. Nella zona si potrà muovere la papa-mobile in mezzo ad alcuni chilometri di transenne e griglie mobili e una folla sbandierante. La messa sarà celebrata in piazza della Vittoria costruita negli anni 30 per le parate del regime sulla spianata dove si esibì Buffalo Bill nel 1892, per le prime celebrazioni colombiane. Ultimamente ci avevano girato un video i Negramaro. Prima di loro, nel 2001, lì vicino fu girato il video in cui il vicecapo della digos pestava un minorenne tenuto fermo da alcuni robocop travisati. Le male lingue dicono che gli alberi, maestosi e vetusti, abbattuti in piazza della Vittoria, sotto la scalinata delle Caravelle, non erano poi così malmessi ma erano cresciuti per decenni senza sapere che avrebbero oscurato ai cronisti in tribuna la vista del pontefice. Nemmeno ai tempi del G8 furono segate piante, anzi, ne furono messe di nuove per inghirlandare la città per gli otto grandi. Per meglio comprendere l'ingombro papale si pensi che solo l'ex prefetto della fede, ai tempi di Woytila, è riuscito ad anticipare Sampdoria-Juventus. Impresa difficilissima visto che le ultime giornate di campionato dovrebbero essere giocate in contemporanea per non sbilanciare le corse scudetto e salvezza. Sulla stampa locale si mescolano curiosità sul numero di volontari (900), sul rischio che qualcuno falsifichi i pass rigorosamente gestiti dalle parrocchie, sul menu papale (vietati funghi e crostacei, sì a pesce sfilettato e carni, già pronte trofiette senz'aglio, tortino di carciofi e dolce millefoglie) con insinuazioni sul temuto lancio di oggetti durante il percorso. Relegate nelle pagine interne le sagge parole dell'arcivescovo Bagnasco sul rispetto di tutte le opinioni, anche di quelle dei laici.
Da alcuni giorni circola un appello dell'altra Genova (centri sociali, Lila, associazioni e partiti della sinistra, sindacalismo di base, Arcilesbica, Azione trans ecc.) perché trovi voce e visibilità anche la città «laica, atea, dei diritti, delle libertà della persona e quella di chi - cattolico o diversamente credente - non intende vivere in un paese che imponga per legge una morale religiosa». Dalle successive assemblee sta scaturendo il programma di un pride laico contro l'oscurantismo e l'autoritarismo per i diritti civili e la libertà dei saperi, contro il finanziamento pubblico del clero e delle scuole confessionali, per un servizio sanitario laico, la piena cittadinanza di lesbiche, trans e gay e per una maternità libera in una genitorialità consapevole.
Il sabato, mentre il papa sarà a Savona, l'università ospiterà una tavola rotonda su Relativismo culturale e laicità dei saperi: prospettive storiche, antropologiche e letterarie. Vi prenderanno parte alcuni dei numerosi docenti che hanno aderito all'appello (disponibile su www.dirittinrete.org/, pridelaico@dirittinrete.org ). Spiccano i nomi di Marco Aime, Gianni Vattimo, Antonio Gibelli, Nicolò Pasero cui si sono aggiunti attivisti di movimenti e della politica, da Luxuria a Grillini, da Casarini a Norma Bertulaccelli, pacifista genovese che da 315 mercoledì dà vita all'ora di silenzio contro la guerra sotto Palazzo Ducale. Previste mostre, proiezioni, aperitivi e musica fino a notte, dopo il corteo del pomeriggio da Sampierdarena al Porto Antico. Uno degli epicentri della protesta sarà proprio l'ateneo dove agisce l'Humpy Dumpy, luogo autogestito, concesso tre anni fa ai collettivi studenteschi dopo due ore di occupazione. Qui, sotto il manifesto di un'improbabile associazione di amicizia "Italia-Stati Canaglia", si spiega al cronista che ci sarà spazio solo per un atteggiamento ludico contro il carrozzone medievale che accompagna la visita del pontefice. Per lanciare la contromanifestazione, la settimana prossima verrà effettuato un volantinaggio straordinario di fronte all'ospedale Galliera, luogo simbolo della negazione dei diritti. Per statuto, il consiglio di amministrazione dell'ospedale (lascito di una contessa ma finanziato con 108 milioni pubblici ogni anno) è presieduto dall'arcivescovo di Genova e questo spiega da solo perché la struttura non garantisca l'interruzione di gravidanza, la prescrizione della pillola del giorno dopo e il centro per l'infertilità commettendo, secondo i promotori dell'iniziativa, una vera interruzione di pubblico servizio. C'è un certo disagio anche nel mondo cattolico più legato a posizioni conciliari ma, finora, senza visibilità. Don Gallo, fondatore della comunità di S.Benedetto al Porto, intervenendo sul giornale della Curia, è stato freddissimo verso le contromanifestazioni suggerendo di andare a Busalla (località dell'entroterra) se non piace la visita del papa. Ma, non senza suggestione, ha esortato a essere laici tutti i giorni.
La Sinistra aderisce alle manifestazioni dell'orgoglio laico, spiega Antonio Bruno, cattolico, ambientalista-pacifista e capogruppo a Tursi per il soggetto unico de la gauche : non ci sarà contestazione ma una contromanifestazione 24 ore prima dell'altro evento. Il suo collega del Pdl, tanto per alzare la tensione, ha chiesto alla sindaca Vincenzi di non consegnare la città ai provocatori (laici). Dalla Lista Biasiotti, legata all'ex presidente della Regione del centrodestra, si sostiene che si poteva fare di più, che quel milione e mezzo di euro sarebbe poco per sua santità. Una lettera aperta ai due sindaci e al pontefice, che sarà lanciata nelle prossime ore, ricorda invece che «sono sempre più scarne le risorse da destinare ai servizi pubblici essenziali, i cui oneri ricadono in tutto o in gran parte sui bilanci degli enti locali. Si assiste ad una progressiva erosione dei servizi offerti al cittadino, a partire da quelli essenziali, quali per esempio gli asili, gli interventi a favore dell'assistenza alle fasce deboli della popolazione, agli anziani, gli alloggi per i meno abbienti». Tutto ciò per lanciare una singolare richiesta a Benedetto XVI: «Potrebbe essere di grande aiuto per la nostra Regione e per le municipalità della Liguria una Sua decisione di soprassedere alla visita, e contestualmente se chiedesse alle nostre amministrazioni di vincolare le risorse (già stanziate) destinate alla organizzazione dell'evento, ai servizi sociali di primaria importanza. Crediamo che una scelta del genere, sicuramente coraggiosa, sia perfettamente compatibile con la funzione da Lei esercitata e con il messaggio evangelico, sempre dalla parte degli umili, dei bisognosi, degli ultimi, e che coloro che ne trarranno beneficio. Le saranno grati in modo duraturo».


09/05/2008