venerdì 16 maggio 2008

Giovanardi «cancella» Livia Turco

Giovanardi «cancella» Livia Turco

Il Manifesto del 16 maggio 2008, pag. 6

di mi.b.

L’aveva sperato prima ancora di diventare sottosegretario. E ora che lo è diventato, pur non avendo la delega alla salute ma a droghe e famiglia, lo promette solennemente, durante la giornata organizzata dal forum delle associazioni famigliari, assicurando di essere d’accordo con la sua maggioranza e col governo: le nuove linee guida sulla legge 40 - quella che rende proibitiva la procreazione medicalmente assistita - emanate in extremis dalla ex ministra della salute Livia Turco sulla base del pronunciamento del Tar del Lazio, saranno cambiate. Se così fosse, la diagnosi preimpianto sugli embrioni tornerebbe a essere vietata.



Restando a questioni di sua competenza, il sottosegretario ex Udc si lancia anche, sempre a nome del governo e della maggioranza, nella strenua difesa della famiglia «come è scolpita dalla Costituzione laica e repubblicana: cioè la società naturale fondata sul matrimonio». Dunque, le coppie di fatto non sono una famiglia, spiega, e «i diritti degli omosessuali sono un’altra cosa dai diritti della famiglia». E la preoccupazione del sottosegretario, «come cittadino e come italiano», è «quella di lasciare un paese a quelli che verranno dopo di me, così come io l’ho trovato. Mi riferisco a un’Italia con le radici cristiane e alla famiglia». Quella scolpita, ovviamente. Già che c’è Giovanardi annuncia anche che sarà ripristinato il Dipartimento nazionale antidroga, abolito dall’ex ministro Paolo Ferrero, per «coordinare le politiche internazionali e quelle nazionali di repressione e prevenzione» perché «come non è consentito inquinare l’ambiente così non si può consentire che le persone si inquinino dentro».



Per offrire assistenza a Giovanardi, non sull’inquinamento ma sulla procreazione assistita e la «circolare Turco» (come la chiama lui) da cambiare, interviene Eugenia Roccella, già animatrice del Family day, sottosegretaria con delega, lei sì, alla famiglia. Le linee guida, sostiene, andrebbero sospese, in attesa della sentenza della Corte costituzionale che si dovrà pronunciare sulla questione. «Ho una grande stima personale per Livia Turco - assicura - ma in questo caso ha agito in maniera molto scorretta. Ha deciso queste linee guida 1’11 aprile, a governo finito, e le ha comunicate solo a elezioni avvenute. Gli elettori dovevano essere informati prima». E se Stefania Prestigiacomo, ministra dell’ambiente, ha invece apprezzato l’iniziativa dell’ex titolare della salute, Roccella la liquida così: «Ognuno ha le sue competenze. Nello schieramento di maggioranza c’è libertà di pensarla in modo diverso, poi viene decisa una linea. Ciò non vuol dire che non ci sia un indirizzo preciso, Berlusconi ha parlato di un grande piano della vita».



Dal canto suo, Livia Turco ribatte a Giovanardi: «Quella che lui chiama una circolare è solo l’applicazione scrupolosa dell’articolo 7 della legge 40. Un sottosegretario oltre ad applicare la legge, deve tenere conto dei pronunciamenti dei giudici e la sentenza del Tar del Lazio non mi pare uno scherzo». E dal Pd protesta la ministra ombra per le pari opportunità Vittoria Franco: «Giovanardi non sa di cosa parla. Le linee guida emanate dal ministro Turco hanno risolto specifiche questioni che impedivano il ricorso alle tecniche di procreazione assistita».



La presidente dell’associazione Amica cicogna, Filomena Gallo, promette battaglia: «Se il governo modificherà le linee guida andando a modificare il punto relativo alla possibilità di effettuare la diagnosi preimpianto sull’embrione, milioni di coppie torneranno dinanzi ai tribunali».