domenica 22 agosto 2010

Pozzuoli, scempio vicino alla necropoli. Un prete costruisce un manufatto accanto all´antica porta della città

Pozzuoli, scempio vicino alla necropoli. Un prete costruisce un manufatto accanto all´antica porta della città
STELLA CERVASIO
MERCOLEDÌ, 21 LUGLIO 2010 LA REPUBBLICA - Napoli

Il parroco: "È tutto provvisorio, siamo in trattativa con il Comune per l´autorizzazione"

Le numerose denunce che circolano sul web la definiscono "la baracca del prete". L´edificio, ancora provvisorio, è sorto in piazza Capomazza, posto centralissimo di Pozzuoli. Per il parroco, don Francesco Maiello («Non fate polveroni, noi vogliamo il bene della comunità»), è tutto in ordine, permessi per costruire e modus operandi. Altri lo considerano uno scempio urbanistico senza capo né coda. Per dotare di uno spazio multifunzionale, leggi feste post - cerimonie e spazi ricreativi per i fedeli, il parroco ha chiesto al Comune la concessione per costruire su suolo della curia una cubatura provvisoria. Il guaio è che la baracca è proprio a ridosso di un arco in mattoni che sorge a poca distanza dal basamento in piperno dell´antica porta della città, dove si possono ancora scorgere i segni lasciati da pesanti cardini. L´arco, che prima lasciava intravedere il cortile della parrocchia, ora è chiuso dalla costruzione di don Francesco. Il quale ha chiesto e ottenuto dal Comune anche il permesso di collocare sotto l´arco che ricorderebbe una conquista coloniale fascista, una statua di Gesù Cristo a mo´ di ornamento. L´area è la stessa di via Celle, dove va in rovina una necropoli romana.
«Siamo in trattativa con il Comune per l´autorizzazione - spiega il parroco - la struttura che c´è già è provvisoria». Quindi abusiva? «Sì, la struttura infatti non c´è. Quella definitiva sarà uguale a questa, ma rifinita, niente di mastodontico». E la statua cattolica sotto un arco laico? Don Francesco l´ha trasformata in un´edicola votiva. «Quella porta era in stato di abbandono. Ho fatto togliere gli arbusti che i passanti usavano per i loro bisogni. Anche qui, il Comune mi ha autorizzato a posare la statua su suolo della parrocchia».
Il documento che gira su Internet e che ha ricevuto l´appoggio di un gruppo di puteolani anche non della zona, che l´hanno sottoscritto, ironizza sull´«architettura spontanea che va dalle tende dei nomadi ai portici anonimi delle città». Ma don Maiello ribatte convinto: «Sì sono i Verdi, lo sappiamo, ce l´hanno con noi. Ma noi vogliamo usare questo spazio per darlo a chi in questa zona ha difficoltà a reperirlo per attività multifunzionali». Nelle parole del prete si coglie la sorpresa nei confronti di chi con una petizione chiederebbe un minimo di politica urbanistica rispettosa del preesistente, dell´antichità. Pozzuoli, città scrigno, ogni pietra un reperto, ogni stradina crocevia di storia, appare priva di scelte urbanistiche e sopraffatta dal degrado. Di fronte alla chiesa della Santissima Annunziata un bar malridotto fa da cornice a quel che resta della porta medioevale; l´importante necropoli romana dove regna l´incuria. Il Comune ha autorizzato. «Dovevo rivolgermi alla Soprintendenza? - chiede il parroco - Non lo sapevo. Qui a Pozzuoli una certa mediazione tra antico e moderno è di casa...».

domenica 15 agosto 2010

Dalle basiliche ai Palazzi d´oro la città del "quarto Vaticano"

Dalle basiliche ai Palazzi d´oro la città del "quarto Vaticano"
CLAUDIO RENDINA
DOMENICA, 25 LUGLIO 2010 LA REPUBBLICA Roma

E´ tutto il complesso di edifici che da San Giovanni, Santa Maria Maggiore e San Paolo si dirama tra chiese, edifici parrocchiali, conventi e grandi sedi

Ha il suo punto di riferimento principale nel centro storico tra la fine di via Nazionale e il Colosseo, tra via Condotti, piazza di Spagna e via dei Coronari

Lo possiamo chiamare "il quarto Vaticano". E´ tutto il complesso di edifici che dalle tre basiliche papali di San Giovanni, Santa Maria Maggiore e San Paolo si dirama, tra le chiese, gli edifici parrocchiali e i conventi, ai palazzi storici e ad una serie di edifici civili, in diversi rioni e quartieri di Roma. Ha il suo punto di riferimento principale nel centro storico tra la fine di via Nazionale e il Colosseo, tra via Condotti, piazza di Spagna e via Sant´Andrea delle Fratte; quindi tra via della Vite, piazza Mignanelli, via dei Coronari, via del Governo Vecchio, via Giulia; e ancora tra via Sistina, vicolo della Campana, via dei Prefetti, via XX Settembre. E così a ridosso di Termini, tra via Merulana e via Manzoni, piazza Dante e via Emanuele Filiberto, tra Santa Croce in Gerusalemme e lungo le vie consolari, dall´Appia alla Cassia e a via Cortina d´Ampezzo, con particolare consistenza nei quartieri Parioli e Nomentano, a Monteverde. Molti immobili sono stati assegnati dalla banca Apsa del Vaticano alle diverse congregazioni, con l´incarico di gestirli in affitto, ma alcuni fanno capo a confraternite.
A parte lo splendore artistico di fama universale che le tre basiliche mostrano nella loro struttura architettonica e decorativa rinascimentale e barocca, è significativo qui segnalare quanto è meno noto, ma che è di una preziosità straordinaria. In ciascuno degli edifici è in mostra quello che viene definito giustamente un Tesoro. A San Giovanni è in fondo alla testata del braccio destro del transetto; a Santa Maria Maggiore è nei locali sotterranei che si aprono sul cortile a fronte della navata destra; a San Paolo è a ridosso dello splendido chiosco cosmatesco, opera dei Vassalletto. In tutti e tre si tratta di una sorta di museo con opere di oreficeria decorate da lapislazzuli, smeraldi e brillanti relative a reliquiari, ostensori, calici e servizi di abbigliamento papale per le funzioni religiose; datate dal Medioevo ad oggi, sono tutte di un valore eccezionale, anche se difficilmente valutabili in denaro. Basta segnalare, a titolo di esempio, a Santa Maria Maggiore la base della Sacra Culla di Giuseppe Valadier in argento dorato inciso, bulinato e martellato; a San Paolo una raccolta di 61 monete, 28 datate dal 217 a. C. al 540 d. C. e 24 dal XIII secolo al 1946, con grammatura che va da 26, 23 a 100,60 con 9 in argento datate tra il 962 e il 1878; a San Giovanni il Calice in argento e lapislazzuli donato nel 2007 dal presidente francese Nicolas Sarkozy.
Nel centro di Roma si evidenziano i palazzi storici; primo fra tutti la Cancelleria, oggi sede di tribunali e uffici vaticani, che vanta delle splendide sale, tra le quali si impone il Salone dei 100 giorni con gli affreschi di Giorgio Vasari rappresentanti eventi della vita di Paolo III Farnese. Al riguardo si dice che furono eseguiti appunto in 100 giorni; ma quando il Vasari se ne vantò con Michelangelo, questi rispose ironico: «Si vede bene!».
Altro storico palazzo è quello di Propaganda Fide. E´ un edificio prezioso e non solo da un punto di vista architettonico, frutto dell´opera di Bernini e Borromini, ma anche perché è la sede della Congregazione per l´Evangelizzazione dei Popoli, che gode di una ricchezza in parte proveniente dalle offerte caritatevoli da tutto il mondo, gestita peraltro per fini tutti evangelici nell´apostolica opera missionaria. Nonché da affitti e vendite di immobili assegnatigli in proprietà dall´Apsa, ma i cui guadagni finiscono inevitabilmente allo Ior. Sorge in piazza di Spagna, ad angolo tra le vie di Propaganda, Capo le Case e dei Due Macelli. Un gioiello su via di Propaganda è la chiesa dei Re Magi, che nella forma di oratorio fu costruita dal Bernini in un assetto ovale, ma demolita e ricostruita rettangolare dal Borromini con una decorazione a stucchi.
Il palazzo Maffei Marescotti, all´Arco della Ciambella in via della Pigna, è utilizzato per convegni e cocktails di lavoro dall´Opera Romana Pellegrinaggi, ma una parte dell´edificio nel 2009 è stata affittata ad una galleria d´arte; in questo palazzo va denunciato un recente abuso edilizio con la costruzione di una illegale sopraelevazione. E´ vecchio di oltre cinque secoli il Palazzo Ss. Apostoli nella piazza omonima, fiancheggiante l´altrettanto omonima basilica sul fianco sinistro: è sede cardinalizia. Il Palazzo di San Callisto in piazza di S. Maria in Trastevere, sede del Vicariato, tra il 1964 e il 1967, non è un edificio particolarmente eccellente nell´assetto architettonico, ma deve il suo prestigio principalmente alla collocazione sul lato sinistro della basilica di S. Maria in Trastevere. Nella parte posteriore, che affaccia sulla piazza San Callisto, lo fronteggia un altro edificio fatto costruire nel 1936 da Pio XI; opera di Giuseppe Momo, è chiamato palazzo delle Congregazioni, nome avuto fin dalle origini come sede delle congregazioni, prima che queste fossero trasferite in via della Conciliazione, mentre ora vi sono insediate delle commissioni pontificie. Il Palazzo dell´Accademia Ecclesiastica in piazza della Minerva, a fronte della chiesa di Santa Maria sopra Minerva, ha il compito di reclutare annualmente una dozzina di sacerdoti laureati in diritto canonico da immettere, previo superamento di un corso informativo interno, alla missione diplomatica della Santa Sede.
Imponente è poi il numero delle università, ovvero degli Atenei Romani, come vengono qualificate le istituzioni culturali di studio, e delle relative Accademie fondate dalla Santa Sede. Prestigioso il palazzo dell´Universita Lateranense, che sorge su un´area rettangolare a tre piani, fiancheggiati dal Palazzo del Seminario Romano Maggiore; è un possente edificio costruito nel 1913, arricchito da una cappella con 16 vetrate raffiguranti la Via Crucis. A seguire sulla via dei Laterani, lungo un fronte di 266 metri costruito nel 1964, sorge il palazzo del Vicariato di Roma; è costituito da due edifici allineati lungo il confine della zona extraterritoriale, uno adibito ad archivio e l´altro a deposito.
Il palazzo Gabrielli Borromeo, al civico 120 della via del Seminario, nell´edificio costruito per Girolamo Gabrielli e poi proprietà Borromeo, acquistato da Paolo III nel 1547, è sede di uno studentato tenuto dai Gesuiti intititolato Collegio Romano San Roberto Bellarmino. Il palazzo dell´Università Gregoriana, in piazza della Pilotta, è stato realizzato nel 1930 da Giulio Barluzzi sull´area dove sorgevano vecchi edifici conventuali, utilizzati nell´Ottocento come caserme dei dragoni pontifici, appositamente demoliti. L´università ha 6 facoltà e vi è annesso l´Istituto Biblico. Peraltro il palazzo ha avuto un lungo restauro finanziato dallo Stato italiano, anche se non previsto dal concordato: nel 2007 con 442.500 euro tratti dai fondi dell´8 per mille, nel 2009 con 457.444 euro sempre tratti dall´8 per mille, finanziamenti ai quali si aggiungeranno 1 milione di euro nel 2010 e 500.000 nel 2011 per il «restauro dei cortili interni». Il tutto attraverso la Arcus «Società per lo sviluppo dell´Arte», fondata nel 2004 con capitale interamente versato dal Ministero dell´Economia e con decreti operativi adottati dai Ministeri per i Beni Culturali e delle Infrastrutture.
Il Vaticano è inoltre proprietario di immobili che si irradiano dal centro di Roma relativi a 400 istituti di suore, 300 parrocchie, 200 chiese non parrocchiali, 200 case generalizie, circa 250 scuole cattoliche, 90 istituti religiosi, 65 case di cura, 50 missioni, 43 collegi, 30 monasteri, 20 case di riposo, 20 seminari, 18 ospedali, 16 conventi, 13 oratori, 10 confraternite, 6 ospizi, 20.000 terreni e fabbricati intestati a? 2000 enti religiosi. Facendo solo riferimento ai suddetti numeri si ha a che fare con circa 4.000 immobili per abitazione civile gestiti dalle varie congregazioni. Così la Santa Sede è arrivata a controllare nella città un trading immobiliare, che risulta essere in fondo un´impresa "legale", perché apparentemente compiuta alla luce del sole; e tale si rivela anche nella vendita dei beni, che negli ultimi quattro anni del Terzo Millennio è arrivata ad essere quotata per 60 milioni di euro. Senza contare che ancora, tra il 2006 e il 2009, si sono registrate più di 10.000 donazioni per beni immobiliari, che, per evitare tasse di acquisto e vendita all´origine sono stati assegnati a nomi di comodo di società edilizie e di enti religiosi.
Ma ci sono anche gli ambienti sotterranei. In base all´articolo 33 del concordato del 1929 è «riservata alla Santa Sede la disponibilità delle catacombe esistenti nel suolo di Roma e delle altre parti del territorio del Regno», oggi Repubblica, «con l´onere conseguente della custodia, della manuntenzione e della conservazione». La gestione fa capo ora alla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, che le ha rivalutate come un tesoro prezioso di arte paleocristiana, qualificate nelle vesti di un immenso museo sotterraneo da gestire per i fedeli visitatori di tutto il mondo, con un ingresso a pagamento. Vi rientrano naturalmente le Sacre Grotte della Necropoli vaticana, alle quali vanno aggiunti ben 38 ambienti, in gran parte localizzati nelle zone periferiche della città.