sabato 10 marzo 2018

Il cardinale Pell e gli abusi sessuali

 

Il Fatto 6.3.18
Il cardinale Pell e gli abusi sessuali: un mese per decidere se fargli il processo
Il prelato cattolico più alto in grado incriminato per reati sessuali è entrato ieri in tribunale per il primo giorno di udienza preliminare; quattro settimane di confronti al Magistrates Court di Melbourne per stabilire se il cardinale australiano George Pell debba essere rinviato a giudizio rispetto alle accuse di pedofilia commessi in passato su diverse vittime. La difesa del numero tre del Vaticano ha accusato la polizia di aver negato alcune testimonianze in suo favore; già all’esterno dell’edificio ci sono stati momenti drammatici con insulti a Pell. Circa cinquanta testimoni saranno ascoltati durante questa fase. Il cardinale è stato incriminato nel giugno 2017 per “reati di violenza sessuale”; nominato arcivescovo di Melbourne nel 1996, poi a Sydney nel 2001, era stato scelto nel 2014 da Papa Francesco come aiutante nella sua battaglia per la trasparenza delle finanze del Vaticano.
Una commissione d’inchiesta ha condotto indagini per quattro anni, raccogliendo testimonianze drammatiche di migliaia di vittime di abusi da parte di pedofili nelle chiese, negli orfanotrofi, nelle società sportive, nelle organizzazioni giovanili e nelle scuole. Il cardinale Pell era stato ascoltato tre volte in quel contesto e aveva ammesso di aver “fallito” nella gestione dei preti pedofili nello Stato di Victoria, negli anni 70. Alla fine delle quattro settimane di udienze sarà il magistrato Belinda Wallington a stabilire se Pell – che si proclama innocente – dovrà sostenere il processo nella County Court.