lunedì 27 dicembre 2010

"Chiesa e pedofilia"

"Chiesa e pedofilia"



Presentazione del libro di Federico Tulli "Chiesa e pedofilia" - L'asino d'oro edizioni, al Caffè letterario di Roma - venerdi 26 novembre 2010

venerdì 24 dicembre 2010

L'otto per mille interessi del Vaticano

L'otto per mille interessi del Vaticano
Francesco Vimercati
Left 10/12/2010

La quota laica è destinata alla conservazione dei beni culturali dello Stato. Invece i fondi sono impiegati per edifici della Chiesa. Come l'archivio del Sant'Uffizio

In tempi di drammatici tagli all'istruzione pubblica e ai beni culturali, la Presidenza del consiglio ci ha trasmesso la seguente informazione: negli ultimi 12 anni i fondi laici dell'Otto per mille sono stati impiegati per finanziare diversi archivi ecclesiastici tra i quali anche uno posto nel territorio della Città del Vaticano. Il 1 dicembre è stato presentato al pubblico, presso la sede della Società geografica italiana, il consuntivo degli interventi dedicati alla conservazione dei beni culturali con i fondi Otto per mille "a diretta gestione statale". I fondi Otto per mille del gettito Irpef sono quella quota del fisco pubblico che lo Stato consente di devolvere alla Chiesa cattolica o a altre 5 comunità religiose su indicazione data dal contribuente al momento della compilazione del modulo di pagamento. Coloro i quali, viceversa, non intendono finanziare alcuna confessione religiosa possono indicare lo Stato come destinatario di quella parte della propria contribuzione fiscale. Questa "quota laica" dell'Otto per mille è destinata a quattro settori di intervento: fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati e infine conservazione dei beni culturali. I fondi a diretta gestione statale destinati alla conservazione del patrimonio culturale della Repubblica sono dunque questi ultimi: i fondi dell'Otto per mille espressamente destinati dai contribuenti allo Stato e da questo spesi per i beni culturali. Il governo ci informa ora che questi denari sono stati impiegati per una serie di interventi volti al restauro di edifici di rilievo artistico nonché alla manutenzione e catalogazione di diversi importanti archivi pubblici, privati ed ecclesiastici, tra i quali balza agli occhi l'archivio della Congregazione per la dottrina della Fede, ex Sant'Ufficio della romana e universale inquisizione. Si tratta di opere benemerite, volte alla conservazione e al restauro di monumenti e di documenti di grande valore anche se di non uguale rilievo per la Repubblica. italiana. Alcuni di essi infatti costituiscono proprietà pubbliche affidate alla diretta ed esclusiva cura dello Stato; altri invece sono proprietà private, solo indirettamente e, come si dice oggi, sussidiariamente assistite dallo Stato; altri infine costituiscono proprietà ecclesiastiche regolate in termini concordatari. L'archivio della Congregazione per la dottrina della fede poi, non solo si trova fuori del territorio nazionale, nella Città del Vaticano, ma è il più intimo e geloso archivio della Chiesa cattolica, tanto geloso e intimo da essere rimasto chiuso fino a1 1998. Ed è davvero paradossale finanziarlo con i denari di quei contribuenti che hanno espressamente dichiarato di non volerli destinare alla Chiesa cattolica. È il caso di trarre qualche lezione da questa vicenda. La prima sta nel fatto che tanto lo Stato italiano quanto la Chiesa cattolica stanno dichiarando che l'aspetto artistico, architettonico, culturale e storico dei beni ecclesiastici non è Chiesa ma Stato, non è religione ma cultura laica, tanto da farlo finanziare dalla quota specificamente laica dell'Otto per mille. La seconda lezione è che nel futuro, quando si finanzieranno progetti culturali con quella quota dell'Otto per mille che i contribuenti hanno voluto destinare allo Stato, sarà bene tenere presente che questo gettito fiscale già comprende una specifica e maggioritaria parte destinata alla Chiesa cattolica, così da far sperare che con la restante parte laica si possano finanziare quei tanti archivi statali che versano nel più deprimente squallore.

mercoledì 22 dicembre 2010

Il lato oscuro di Madre Teresa: l'amore che non c'era

Ior, respinto il ricorso Il conto con 23 milioni resta sotto sequestro

Corriere della Sera 21.12.10
Ior, respinto il ricorso Il conto con 23 milioni resta sotto sequestro
di F. Hav.

ROMA— La Procura ha pochi dubbi: in assenza dell’osservanza delle norme a garanzia «di un ordinato e trasparente svolgimento dei rapporti tra enti creditizi italiani e Ior in funzione antiriciclaggio» , la banca vaticana «può facilmente divenire un canale per lo svolgimento di operazioni illecite di riciclaggio di somme di danaro provento di reato» . È il passaggio più delicato del parere negativo del procuratore aggiunto Nello Rossi e del pm Stefano Fava al dissequestro dei 23 milioni di euro depositati al Credito Artigiano dallo Ior. E ieri il gip Maria Teresa Covatta ha respinto l’istanza con cui gli avvocati dell’istituto di credito della Santa Sede avevano sollecitato la restituzione della somma, anche perché — ha sottolineato il giudice — «resta impossibile individuare i beneficiari di bonifici e assegni» . Il sequestro era stato disposto nell’inchiesta su presunte omissioni legate alle norme antiriciclaggio da parte della banca vaticana in cui sono indagati il presidente e il direttore generale, Ettore Gotti Tedeschi (nella foto) e Paolo Cipriani. La difesa puntava, tra l’altro, sull’accordo tra l’Istituto per le opere di religione (che ha più volte sostenuto di aver sempre rispettato le regole) e Credito Artigiano al fine di chiarire la natura e la finalità delle operazioni. Nel dispositivo il gip ha motivato la decisione osservando come non siano «intervenute modifiche sostanziali rispetto al quadro indiziario preesistente in ragione della persistenza di quella che correttamente il pm definisce "globale confusione"della disponibilità sui conti riferibili allo Ior» . Una situazione «testimoniata dalla impossibilità di fatto di individuare da parte della banca depositaria— ha scritto la Covatta— i clienti Ior beneficiari di bonifici e assegni, la cui identificazione passa esclusivamente per il tramite dello stesso Ior, senza possibilità di controllo e riscontro da parte delle autorità italiane» . Sull’accordo tra Ior e Credito Artigiano, il giudice ha sostenuto che è «generico e che comunque non sembra introdurre elementi di novità rispetto alla problematica inerente le modalità, indirette, incerte e comunque non riscontrabili, di identificazione dei clienti Ior» . L’indagine è partita sulla base di una segnalazione dell’Unità informazioni finanziarie (Uif) di due operazioni dello Ior sul conto aperto nella sede romana del Credito Artigiano: 20 milioni di euro destinati all’istituto di credito tedesco J. P. Morgan Frankfurt e altri tre alla Banca del Fucino.

martedì 21 dicembre 2010

Expo e le mosse di "Comunione e Liberazione" - Ferruccio Pinotti

Benedetto XVI alla Curia Chiesa sfigurata dagli abusi

l’Unità 21.12.10
Pedofilia Il Papa chiede un severo esame di coscienza per superare un dramma insanabile
Responsabilità non è solo del sacerdote che ha commesso violenze ma anche delle autorità
Benedetto XVI alla Curia Chiesa sfigurata dagli abusi
Severo esame di coscienza, verità e penitenza per superare il dramma della pedofilia. Lo chiede il Papa nel suo messaggio di augurio alla Curia Romana. Sotto accusa anche il clima culturale e una certa teologia degli ’70.
di Roberto Monteforte

La Chiesa, come una donna bellissima ma con il manto strappato e il volto sfigurato dal peccato. Fa sua l’immagine usata da Sant’Ildegarda di Bingena Papa Benedetto XVI per descrivere ciò che è stato lo scandalo dei preti pedofili. Nella Sala Regia del palazzo Apostolico pronuncia il suo discorso di augurio alla Curia Romana. È la tradizionale occasione per fare un bilancio dell’anno appena trascorso e il pontefice, senza infingimenti, affronta con energia il dramma degli abusi che ha macchiato la Chiesa «in una dimensione riconosce inimmaginabile». Un fenomeno che ne ha minato profondamente la credibilità. «Dobbiamo accogliere questa umiliazione come un’esortazione alla verità e una chiamata al rinnovamento. Solo la verità salva» scandisce. Perché è stato possibile? Cosa era sbagliato nel nostro annuncio enel «modo di configurare l’essere cristiano»? Su questo chiede di interrogarsi, come pure «su cosa fare per riparare il più possibile l’ingiustizia avvenuta.
LA VERITÀ E IL FUTURO
Altro che «chiacchiericcio» costruito ad arte da ambienti ostili alla Chiesa, come aveva affermato nei mesi scorsi il decano del collegio cardinalizio e già segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano. Papa
Ratzinger invita la Curia ad un esame di coscienza profondo e severo che parta dal riconoscimento della verità in tutta la sua crudezza e delle responsabilità. Perché se vi è la colpa del sacerdote che ha abusato del minore, vi è anche quella di chi aveva autorità e responsabilità ed è mancato al suo dovere di vigilare e correggere per tempo. Invita alla penitenza, a « tentare tutto il possibile, nella preparazione al sacerdozio, perché una tale cosa non possa più succedere». E ringrazia «tutti coloro che si impegnano per aiutare le vittime e per ridare loro la fiducia nella Chiesa». Parla chiaro il Papa anche a chi nei Sacri Palazzi ha contrastato la sua linea della fermezza.
Sotto accusa mette anche il clima culturale che avrebbe favorito la pedofilia. Intanto «il mercato della pornografia concernente i bambini», «la devastazione psicologica di bambini in cui persone sono ridotte ad articolo di mercato», il turismo sessuale che «specie nei Paesi in via di sviluppo minaccia un’intera generazione». Denuncia il fenomeno della droga che «con forza crescente stende i suoi tentacoli intorno al globo». Tutto questo, avverte, è «espressione eloquente della dittatura di mammona che perverte l’uomo». «Ogni piacere diventa insufficiente e l’eccesso nell’inganno dell’ebbrezza diventa una violenza che dilania intere regioni, e questo in nome di un fatale fraintendimento della libertà, in cui proprio la libertà dell’uomo viene minata e alla fine annullata del tutto». Ratzinger invita a guardare ai «fondamenti ideologici» in voga negli an-
ni ‘70 che teorizzavano che «la pedofilia era del tutto conforme all’uomo e anche al bambino». Sotto accusa anche quella teologia cattolica per la quale «non esisterebbero né il male in sé, né il bene in sé». Il compito ora della Chiesa, mette in chiaro il pontefice, è quello di rendere «nuovamente udibili e comprensibili tra gli uomini» i criteri dell’«ethos cristiano». Ridare speranza ad un mondo «angustiato e insicuro», che vive una crisi profonda e ha difficoltà a pensare al futuro. Senza consenso morale, che pare si stia dissolvendo, osserva anche le strutture si dissolvono.
Nel suo bilancio il Papa ha anche ricordato il Sinodo sul Medio Oriente per rivolgere un appello a chi ha responsabilità politica o religiosa: fermino la cristianofobia.

sabato 18 dicembre 2010

La lobby di Dio - Ferruccio Pinotti

Soldi sospetti nei conti Ior

l’Unità 18.12.10
Soldi sospetti nei conti Ior
I pm aprono una seconda inchiesta per riciclaggio
Una presunta truffatrice di compagnie assicurative, una donna sotto falso nome che movimenta i soldi di un prelato e tre misteriosi avvocati arrestati per aver sottratto fondi ad un ospedale. Tutti intestatari di conti Ior.
di Angela Camuso

È una presunta truffatrice ai danni di compagnie assicurative, attualmente sotto processo a Roma, la donna che lo scorso 6 luglio, attraverso un conto dello Ior, ha effettuato a beneficio di un fantomatico reverendo, tale S. Palumbo, un giroconto di 151.000 euro. Denaro che la donna quattro giorni prima aveva versato in una filiale romana della Barclays, sostenendo agli sportelli che si trattava di soldi derivanti dalla vendita di un appartamento di sua proprietà, senza però fornire documenti che lo provassero. Dell’esistenza di quell’operazione sospetta, segnalata alle Fiamme Gialle dalla Banca d’Italia, ne aveva dato notizia l’Unità lo scorso novembre e ora si scopre pure che secondo la Guardia di Finanza di Roma sarebbero di provenienza illecita anche i soldi transitati su un altro conto Ior sul quale ha operato un alto prelato sessantenne, monsignore Emilio Messina, residente a Roma e capo dell’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche, nonché cappellano presso tre case di cura gestite da religiosi. Messina, come già scoperto dai pm della procura capitolina, aveva delegato ad operare su quel conto, presso l’agenzia Unicredit di via della Conciliazione, a due passi da San Pietro, una donna che si era presentata agli sportelli con un falso nome, Maria Rossi. Attraverso il conto di monsignor Messina la donna, che in verità si chiama Anna Maria Brunozzi, nel 2009 aveva incassato una quarantina di assegni provenienti da fondi di San Marino a loro volta riferibili a un avvocato civilista del foro di Roma, Enrico Pennaforti. Personaggio, quest’ultimo, che si sospetta abbia compiuto truffe ai danni dell’ente Inps per poi trasferire Oltralpe i proventi di quei reati, salvo poi rientrarne in possesso in seguito proprio attraverso operazioni schermate sui conti della banca vaticana.
Per questi motivi, ma non solo, il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pm Rocco Fava hanno aperto di recente un nuovo fascicolo sullo Ior, stavolta per il reato di riciclaggio, che è ancora ufficialmente contro ignoti. Si tratta un fascicolo che si muove parallelamente all’indagine che ha già portato questo autunno al sequestro preventivo di 23 milioni di euro della banca vaticana, nonché all’iscrizione nel registro degli indagati, per il reato di violazione delle norme antiriciclaggio, del presidente dello Ior Paolo Ciprani e del suo direttore generale, Ettore Gotti Tedeschi. Tra le due indagini, tuttavia, non mancano punti di contatto come nel caso delle relazioni pericolose di monsignor Messina. Fu infatti lo stesso Paolo Cipriani a comunicare formalmente a Unicredit, con tanto di firma, la falsa identificazione di Maria Rossi: «Il Reverendo Messina ha dichiarato che Maria Rossi è madre del signor Pennaforti», è scritto nella nota a firma di Cipriani inviata a Unicredit, dopo che la finanza aveva chiesto alla banca a quale titolo la misteriosa signora incassasse assegni Ior.
C’è infine un’altra sospetta operazione di riciclaggio sul quale presto potrebbero arrivare clamorosi sviluppi. Si è scoperto infatti che un conto Ior sarebbe stato foraggiato di circa un milione e mezzo di euro da parte di un gruppo di tre avvocati finiti in carcere lo scorso luglio a Catania. Si tratta di Marco Cocilovo, Mauro Itro e Mauro di Monaco: secondo l’accusa avrebbero rubato all’ospedale Fatebenefratelli di Benevento denaro che la Regione Campania doveva al nosocomio e che i tre erano stati da questo incaricati di recuperare.

lunedì 13 dicembre 2010

"Nessuna collaborazione sui casi di abusi in Irlanda"

La Repubblica 11.12.10
La pedofilia e il Vaticano secondo Wikileaks
"Nessuna collaborazione sui casi di abusi in Irlanda"

Il Vaticano ha rifiutato di permettere ai suoi uomini di testimoniare di fronte alla commissione chiamata a fare chiarezza sugli abusi dei sacerdoti su minori in Irlanda. Non solo: la Santa Sede si irritò quando vennero convocati a Dublino da Roma a questo scopo. Lo rivelano i file di WikiLeaks pubblicati ieri dal Guardian. La richiesta di presentarsi di fronte alla commissione Murphy «ha offeso molte persone in Vaticano. Pensano che l´Irlanda non abbia protetto e rispettato la sovranità vaticana durante l´inchiesta», dice un cablogramma. Il documento in questione è intitolato «Lo scandalo degli abusi sessuali mette a dura prova le relazioni fra l´Irlanda e il Vaticano, scuote ...

venerdì 10 dicembre 2010

I cattolici fanatici e il terrore della morte

I cattolici fanatici e il terrore della morte

Pino Corrias, Il Fatto Quotidiano, il 03/12/10

Certi cattolici come Paola Binetti, membro numerario dell’Opus Dei, più si mostrano credenti, più vivono nel pieno terrore della morte. Spaventati da un evento che dovrebbe per lo meno pacificarli giacché liquidando le imperfezioni terrene, ricongiunge lo spirito al solo principio dal quale discende. Viva la morte, e perciò anche la vita, dovrebbero intonare. E invece niente. Aggrappati come sono al mondo se ne annettono il significato. Usano la religione come un filo spinato che separa i sommersi dai salvati. In suo nome benedicono gli eserciti. Pretendono di essere l’architrave dello Stato etico, quello che esige di migliorare l’uomo, ma finisce sempre per rinchiuderlo nei campi e poi crocefiggerlo. Sono fanatici al punto da ignorare il dolore di vite come quella vissuta da Piergiorgio Welby al quale hanno l’ostinazione di negare l’omaggio e la pietà di un funerale. E condannano l’ultima libertà di Mario Monicelli equivocando la sua scelta volontaria in "un gesto di disperata solitudine". Fingendo di ignorare che esiste una solitudine peggiore, quella di un corpo attaccato a una macchina quando è quel corpo e quella macchina che imprigionano il cuore, o l’anima, o la prostata.

giovedì 9 dicembre 2010

Anticlericali con Report

Anticlericali con Report

Sebastiano Luciani, Italia Oggi, il 30/11/10

Al congresso di anticlericale.net si farà il tifo per Milena Gabanelli e la sua trasmissione, Report. Nel palazzo Ducale di Genova, nelle giornate dell’11 e 12 dicembre, un gruppo di fedelissimi di Marco Pannella illustrerà i risultati conseguiti durante il 2010, quello che avevano definito come l’anno anticlericale. In particolare, verrà sottolineato il valore della puntata di Report del 30 maggio 2010 sullo Ior e i «costi della Chiesa cattolica in Italia», evidenziando Il «rilevante contributo dato da Maurizio Turco e Carlo Pontesilli al giornalista Paolo Mondani, autore del servizio». Oltre al pressing costante sulla Commissione europea, che «finalmente ha deciso di aprire un’inchiesta nei confronti dell’Italia a proposito dell’esenzione Ici e dei privilegi fiscali degli enti ecclesiastici».

mercoledì 8 dicembre 2010

Villaggio attacca il Papa e annuncia: mi suicido

Villaggio attacca il Papa e annuncia: mi suicido

Giorgio Carbone. Libero Quotidiano, il 07/12/10

C’era una volta. Fantozzi. Che era sì un mezzemaniche mollusco, prosternato davanti ai megadirettori, ma si rivelava nei momenti buoni (o magari anche cattivi, quando anche le mezze cartucce esplodono) decisamente simpatico, decisamente divertente.

Accadeva se si sentiva troppo pressato dallo snobismo dal conformismo, dal politicamente corretto. Allora esplodeva e aveva il coraggio di urlare che "La corazzata Potemkin" (famoso esempio di cultura "imposta") era una cazzata. E che la contessa genovese che votava a sinistra e annunciava di voler fondare un partito "Poteve opevaio" era una cretina stratosferica.

È passata molta acqua sotto i ponti da allora. Ora il gran creatore di Fantozzi, Paolo Villaggio, è un signore di quasi 80 anni che invecchia male come tanti ottantenni. I suoi scoppi d’ira hanno perso la loro santa e bella genuinità e ripetono pedissequamente certe litanie anticlericali di Pannella e della Bonino. Un Fantozzi che si trasforma in Emma non può divertire nessuno e difatti nessuno s’è divertito ieri a seguire le sparate dell’ottuagenario nel corso del programma di Radio 2 "Un giorno da pecora". L’ospite della trasmissione non era lui, ma il Villaggio ha voluto intervenire telefonicamente, attaccando il Papa e la Chiesa.

«La. Chiesa ha ancora una filosofia medievale in tutto: eutanasia, preservativi e via dicendo. La Chiesa, se non si rinnova, muore».

Villaggio ha proseguito attaccando anche Benedetto XVI: «Questo Papa, che parla molte lingue, soprattutto il tedesco, senza dubbio se comparisse sul balcone di Piazza San Pietro con la sua voce ma vestito come Himmler farebbe svenire di paura molti ebrei».

Gianfranco Rotondi, ospite del programma e cattolico fervente, però l’ha interrotto: «Questa è una provocazione inaccettabile. C’è un limite all’ironia. Lei non ha il diritto di mancare di rispetto nei confronti del pontefice e degli ebrei che sono morti davvero».

Ma Villaggio ormai non si teneva più e non richiesto ha aggiunto: «Sto pensando seriamente al suicidio, so già la data, della mia morte». Villaggio, non invecchi proprio bene. Prima, imiti la Bonino, poi vuoi seguire le orme di Mario Monicelli. Quando eri un grande, non seguivi nessuno. E su ogni tua, battuta potevi mettere il copyright.

venerdì 3 dicembre 2010

Istruzione in salsa sarda: soldi pubblici agli oratori e alle scuole private

l’Unità 16.11.10
Istruzione in salsa sarda: soldi pubblici agli oratori e alle scuole private
Mentre l’istruzione pubblica boccheggia grazie ai tagli imposti da Gelmini e Tremonti, quella privata in Sardegna gode di ottima salute grazie ai finanziamenti dell’ex assessore Baire. Fanno festa anche gli oratori...
di Francesca Ortalli

Mentre la scuola pubblica va allo sfascio, in Sardegna si finanziano gli oratori e le scuole private gestite da enti religiosi con sede nella penisola. Era questa la linea dell’ex assessore regionale alla pubblica istruzione Maria Lucia Baire, da molti considerata il braccio operativo del potentissimo arcivescovo di Cagliari mons. Giuseppe Mani. Ma nonostante la fedele assessora sia stata sacrificata lo scorso 5 ottobre per la nascita del Cappellacci bis (la nuova giunta del governatore che per puntellare il suo traballante mandato ha regalato la poltrona in questione all’Udc di cui fa parte il sassarese Sergio Milia ndr) ha lasciato comunque un’eredità pesantissima. Per legge infatti, la n.8 del 4 febbraio 2010, agli oratori dell’isola si assegnano ben venti milioni di euro, cioè cinque milioni spalmati a partire dal 2010 fino al 2013. Questo perché, si legge testualmente, «la Regione riconosce e valorizza la funzione sociale, aggregativa, educativa e formativa svolta dalle parrocchie e dagli enti della Chiesa cattolica mediante attività di oratorio». Seguono poi diverse delibere che rafforzano il concetto. Analizzando i dati per l’anno scolastico 2009/2010 troviamo uno stanziamento di 20 milioni di euro a favore delle scuole pubbliche «di ogni ordine e grado della Sardegna». È la stessa cifra concessa gentilmente anno dopo anno, fino al 2013 ai luoghi dove si insegna la parola cristiana. Peccato che, mentre le sedi scolastiche nell’isola sono in tutto 2.562, gli oratori sono invece, secondo il sito www.oratori.org, solo 777.
Ma la giunta guidata da Cappellacci non si è fermata qui. Un’altra cospicua fetta di finanziamenti è andata agli istituti per l’infanzia, ovviamente privati. Nell’allegato con il programma degli interventi in loro favore, si ratifica nero su bianco uno stanziamento di 22 milioni di euro come totale delle spese per gli oneri di gestione. Si precisa che sarebbe il 43,9% del contributo previsto perché altrimenti gli importi sarebbero lievitati ad oltre 50 milioni. Un bel po’ di soldi da dividere tra undici asili, tutti gestiti da organizzazioni religiose. Nell’elenco stilato dall’assessorato si trovano anche istituti per l’infanzia con sede in Sardegna ma che hanno come intestatario del contributo, testualmente «organismo beneficiario e intestatario p.iva», enti religiosi che stanno oltre mare. Appaiono le suore di carità con sede a Torino o l’istituto Madonna di Bonaria figlie di Maria Ausiliatrice accasato a Roma. Sono cinque in tutto, sparsi tra Roma e Torino, quelli che hanno avuto in regalo i soldi della Regione Sardegna. Secondo Massimo Zedda, consigliere regionale di Sel e vice presidente della commissione Cultura, «la Regione dovrebbe arginare gli effetti disastrosi dei tagli fatti dalla riforma Gelmini. Istruzione, università e ricerca sono fondamentali per uscire dalla crisi ed invece ancora non conosciamo la spesa né la strategia di utilizzo delle risorse per il settore prevista nella finanziaria 2011». Lo sanno bene gli Enti Regionali per lo studio Universitario (Ersu) di Cagliari e Sassari che per l’anno 2011 si sono visti tagliare dalla premiata ditta Gelmini e Tremonti i contributi del 90%. Previsti solo 26 milioni di euro e la borsa di studio è diventata una chimera. Per questo gli studenti si mobiliteranno da domani. Scarseggiano, e non di poco, anche i fondi da inserire nella finanziaria regionale 2011. La mannaia di Tremonti ha fatto mancare all’appello 1 miliardo e 200 milioni. Su circa 6 miliardi da spendere la metà è stata già assorbita dal pozzo senza fondo della sanità. Restano sul tavolo poco più di tre miliardi e duecento milioni di cui l’80% è spesa corrente. Quindi, tirando le somme, rimangono poco più di 600 milioni. Una cifra irrisoria, in parte comunque già promessa con accordi di vario genere per tenere buono chi protesta in difesa del posto del lavoro. La coperta insomma è diventata un fazzoletto e come al gioco della roulette russa, resta da capire chi resterà fuori. E le promesse questa volta non basteranno più.