martedì 30 agosto 2011

CL mira all Italia: intervento di Ferruccio Pinotti



Cl sistematicamente occupa con i suoi membri i centri decisionali delle pubbliche istituzioni riuscendo a concentrare il potere e offuscare le reponsabilità.
mischiare integralismo religioso affari privati
La nascita di compagnia delle opere sui modelli di mac kinsey della massoneria e della rete di buisness organizzato.
Il rischio morale del credito agevolato verso i membri di CDO.
Un moltiplicarsi di inchieste che ruotano attorno a CDO e le sue congruenze con altre lobby dimostrano l efficacia di un sistema volto a malare il libero mercato e la società stessa.

Notizie Italia - Staderini risponde alle domande della pagina Facebook Vaticano paga tu su Ici, Ires, 8 per mille (scanagatta)

Notizie Italia - Staderini risponde alle domande della pagina Facebook Vaticano paga tu su Ici, Ires, 8 per mille (scanagatta)

La pagina Facebook Vaticano Paga Tu ha posto delle domande ai segretari di partito sulle loro iniziative volte a tagliare i privilegi fiscali del Vaticano. Questa è la videorisposta del segretario di Radicali Italiani, Mario Staderini, che illustra le iniziative dei Radicali in Parlamento con emendamenti alla manovra e ordini del giorno, riguardanti Ici, Ires e 8 per mille.

lunedì 29 agosto 2011

Porgere l’altro portafoglio

La Repubblica.it 28.8.11
Porgere l’altro portafoglio
di Piergiorgio Odifreddi

Il 9 agosto, in seguito all’annunciata manovra fiscale del governo, avevo suggerito nel post Cavaliere, ci consenta alcune misure più incisive ed eque per affrontare la crisi economica, una delle quali era “chiudere i rubinetti delle miliardarie elargizioni annuali al Vaticano, alla Chiesa e agli enti religiosi”. Aggiungendo, però, che “non una di queste misure verrà proposta, e meno che mai attuata”.
Fortunatamente, mi sbagliavo. Il 19 agosto, nel post Evasione fiscale: da che pulpito, ritornavo sull’argomento, stimolato da una presa di posizione di Massimo Gramellini, che su La Stampa aveva ripetuto la stessa richiesta. Nel frattempo, anche i radicali e l’Uaar hanno da parte loro avanzato proposte concrete di tassazione dei beni e delle attività commerciali ecclesiastiche.
L’Espresso, nel numero in edicola questa settimana, ha addirittura dedicato la copertina a quella che, coloritamente ma correttamente, chiama La Santa Evasione. Finalmente, dunque, una solitaria battaglia di nicchia ha ricevuto l’attenzione mediatica che si merita, e ha costretto “la grande meretrice” dantesca, e i suoi “protettori” politici, al contrattacco.
Ieri e oggi Avvenire ha dedicato articoli alla questione. Sostanzialmente, argomentando che la Chiesa già paga tutte le tasse dovute per legge, e non è dunque tecnicamente un evasore. Essi fingono ovviamente di non capire che il problema sono invece, da un lato, le leggi che garantiscono principesche esenzioni. E, dall’altro lato, quelle che forniscono principesche elargizioni.
Avvenire tira in ballo anche me, per la citazione su L’Espresso di quello che viene definito un mio “misterioso libro, nel quale accuso la Chiesa di evasione”. In realtà, il “misterioso libro” non è altro che il ben noto Perchè non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), che tante volte il cardinal Ravasi e altri collaboratori del giornale dei vescovi hanno attaccato e criticato: evidentemente, senza mai preoccuparsi di leggerlo.
E la “sconcertante assenza totale di fonti che i lettori possano controllare” è invece il seguente elenco, che non ho problemi a ripubblicare, a beneficio del cardinale e dei lettori. Ricordando che si tratta di cifre vecchie di qualche anno, perchè tratte dal Secondo rapporto sulla laicità pubblicato da Critica liberale nel gennaio-febbraio 2006, e dal rapporto Enti ecclesiastici: le cifre dell’evasione fiscale dell’Ares (Agenzia di Ricerca Economica e Sociale) del 7 settembre 2006.
Dunque, al miliardo di euro dell’8 per mille dei contribuenti, che molti credono ingenuamente essere l’unica elargizione statale alla Chiesa, va aggiunta ogni anno una cifra dello stesso ordine di grandezza sborsata dal solo Stato (senza contare regioni, province e comuni) nei modi più disparati.
Nel 2004, ad esempio, sono stati elargiti 478 milioni di euro per gli stipendi degli insegnanti di religione, 258 milioni per i finanziamenti alle scuole cattoliche, 44 milioni per le cinque università cattoliche, 25 milioni per la fornitura dei servizi idrici alla Città del Vaticano, 20 milioni per l’Università Campus Biomedico dell’Opus Dei, 19 milioni per l’assunzione in ruolo degli insegnanti di religione, 18 milioni per i buoni scuola degli studenti delle scuole cattoliche, 9 milioni per il fondo di sicurezza sociale dei dipendenti vaticani e dei loro familiari, 9 milioni per la ristrutturazione di edifici religiosi, 8 milioni per gli stipendi dei cappellani militari, 7 milioni per il fondo di previdenza del clero, 5 milioni per l’Ospedale di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, 2 milioni e mezzo per il finanziamento degli oratori, 2 milioni per la costruzione di edifici di culto, e così via.
Aggiungendo a tutto ciò una buona fetta del miliardo e mezzo di finanziamenti pubblici alla sanità, molta della quale è gestita da istituzioni cattoliche, si arriva facilmente a una cifra complessiva annua di almeno tre miliardi di euro. Ma non è finita, perchè a queste riuscite uscite vanno naturalmente aggiunte le mancate entrate per lo Stato dovute a esenzioni fiscali di ogni genere alla Chiesa, valutabili attorno ad altri sei miliardi di euro.
Gli enti ecclesiastici sono infatti circa 59.000 e posseggono circa 90.000 immobili, adibiti agli scopi più vari: parrocchie, oratori, conventi, seminari, case generalizie, missioni, scuole, collegi, istituti, case di cura, ospedali, ospizi, e così sia. Il loro valore ammonta ad almeno 30 miliardi di euro, ma essi sono esenti dalle imposte sui fabbricati, sui terreni, sul reddito delle persone giuridiche, sulle compravendite e sul valore aggiunto (Iva).
Come se non bastasse, alle esenzioni fiscali statali si aggiungono anche quelle comunali: ad esempio dall’Ici, “Imposta Comunale sugli Immobili”, in quanto gli enti ecclesiastici si autocertificano come “non commerciali”. La Legge n. 248 del 2006, approvata sotto il governo Prodi, garantisce infatti l’esenzione dall’Ici agli enti “non esclusivamente commerciali”.
In tal modo i comuni italiani perdono un gettito valutato intorno ai 2 miliardi e 250 milioni di euro annui. La Santa Sede possiede infatti un enorme patrimonio immobiliare anche fuori della Città del Vaticano, in parte specificato dal Trattato del 1929: dal palazzo del Sant’uffizio a Piazza San Pietro a quello di Propaganda Fide a Piazza di Spagna, dall’Università Gregoriana al Collegio Lombardo, dalla Basilica di San Francesco ad Assisi a quella di Sant’Antonio a Padova, da Villa Barberini a Castelgandolfo all’area di Santa Maria di Galeria che ospita la Radio Vaticana, e che da sola è più estesa del territorio dell’intero Stato (44 ettari).
Ma questi non sono che i gioielli della corona di una multinazionale che nel 2003 disponeva nella sola Italia di 504 seminari e 8.779 scuole, suddivise in 6.228 materne, 1.280 elementari, 1.136 secondarie e 135 universitarie o parauniversitarie. Oltre a 6.105 centri di assistenza, suddivisi in 1.853 case di cura, 1.669 centri di “difesa della vita e della famiglia”, 729 orfanotrofi, 534 consultori familiari, 399 nidi d’infanzia, 136 ambulatori e dispensari e 111 ospedali, più 674 di altro genere.
Come ho detto, i dati sono vecchi di qualche anno, perchè il mio libro è del 2007. Ma sappiamo tutti che i privilegi della Chiesa sono addirittura aumentati sotto il governo Berlusconi, grazie alla mediazione diretta di letterali “gentiluomini di Sua Santità” di provata fede, e altrettanto provata immoralità: ad esempio, Gianni Letta e Angelo Balducci, rispettivamente Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Presidente Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Altro che “dare a Cesare ciò che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio”! Qui si tratta, semplicemente, di smettere di togliere al popolo per dare al Papa!

sabato 20 agosto 2011

Aborto, tre medici su quattro obiettori al Sud

Aborto, tre medici su quattro obiettori al Sud

Roma, 09/08/11

Con oltre 3 ginecologi su 4 obiettori di coscienza al Sud e nelle isole, fatta eccezione per la Sardegna, ma anche in Veneto e nella provincia autonoma di Bolzano, la legge sull'interruzione volontaria della gravidanza (Ivg), a 33 anni dal suo varo, stenta ancora a trovare applicazione. La Campania (83,9%) è al secondo posto in Italia per il numero degli obiettori di coscienza. In Sicilia, secondo l'ultima Relazione sullo stato di attuazione della legge 194/1978 del ministero della Salute (dati del 2009), si calcola che lo è l'81,7% dei ginecologi; il 75,7% degli anestesisti; l'87% del personale non medico. In Abruzzo la percentuale è del 78,5%, nel Molise l'82,8%, in Puglia il 79,4%), in Basilicata si raggiunge la punta più alta dell'85,2%, in Calabria è del 73,3% e nel Lazio dell'80,2%, in Veneto del 78%, in provincia di Bolzano dell'81,3%. L'obiezione, per la categoria professionale dei ginecologi, «sta diventando un problema organizzativo per Asl e direttori di ospedali» denuncia la senatrice dei Radicali, Donatella Poretti, segretario della Commissione Igiene e Sanità, secondo la quale ciò testimonia come «le politiche regionali continuino a premiare l'obiezione». Questa opzione, osserva l'esponente dei radicali, «dovrebbe essere una clausola molto personale, e non altro, come ad esempio un modo di far carriera se anche il primario è obiettore. È la donna che deve abortire, che deve essere tutelata alla pari del medico obiettore. Sono due priorità». Anche «il fattore culturale incide sull'obiezione di coscienza», ne è convinto il presidente del Movimento per la vita, Carlo Casini, che sottolinea come anche «il personale sanitario faccia parte di una comunità». E quindi «dove c'è una propensione minore all'aborto, come al Sud, c'è una propensione maggiore all'obiezione di coscienza». Negli anni, osserva Casini, «l'obiezione di coscienza è andata crescendo. Il Movimento per la vita ha conosciuto l'esperienza di diversi ginecologi che dopo anni hanno smesso di praticare l'aborto, hanno cambiato vita e hanno cominciato a prestare servizio nei centri di aiuto alla vita. L'aborto resta un'eliminazione della vita umana e nella coscienza diventa un'azione insopportabile».

venerdì 19 agosto 2011

Staderini: "Sacrifici anche per il Vaticano" via l'8 per mille

Intervista. M. Staderini: "Sacrifici anche per il Vaticano" via l'8 per mille
Mauro Favale, La Repubblica, 17/08/11

"Sacrifici anche per il Vaticano Via l`8 per 1000"

ROMA - «Un`espansione della città politica che aumenta adismisura i costi del palazzo, ne diminuisce l`efficienza e ha un impatto devastante sulla città».

Sono anni che Mario Staderini, segretario dei Radicali Italiani, insiste sull`occupazione del centro storico di Roma da parte della politica. Si è dato una spiegazione?

«Tra affitti e acquisti di palazzi si sono favori- ti imprenditori amici, garantite centinaia di assunzioni clientelari tra i fornitori di servizi. Se si arriva a pagare 9000 euro al mese per un ufficio di un parlamentare, ci dev`essere qualche problema».

Dove tagliare per risparmiare un po`?

«La vera rivoluzione sarebbe abolire il finanziamento pubblico dei partiti che costa 300 milioni di euro l`anno. E poi, mettere mano ai privilegi del Vaticano. Eliminando 8 per mille e esenzioni fiscali (Ici e Ires) il bilancio dello Stato potrebbe contare su 3 miliardi di euro in più l`anno. Se non lo si vuole tagliare, almeno lo si dimezzi». (m. fv.)

Manovra: Staderini a Formigoni, privilegi del Vaticano non servono alla carità

da radicali.it

Manovra: Staderini a Formigoni, privilegi del Vaticano non servono alla carità

Tagliare esenzioni per attività commerciali.

Anziché fare il bello addormentato, Formigoni renda pubblici i finanziamenti che come Regione Lombardia ha dato in venti anni al mondo vaticano e ciellino.

Non si tratta di tagliare i fondi per i poveri ma di eliminare quelle esenzioni fiscali per attività commerciali che la stessa Unione europea potrebbe considerareilleciti aiuti di Stato.

Quando il Vaticano e le sue diverse ramificazioni macinano profitti con il loro immenso patrimonio immobiliare, con il turismo, con le cliniche e gli ospedali, con le scuole e le università, non v’è ragione che non paghino le tasse come tutti noi comuni mortali.

Sull’otto per mille, Formigoni si dimentica di dire che la CEI incassa 1 miliardo di euro, ovvero cinque volte quello che i partiti prendono tutti insieme di finanziamento pubblico, e lo spende soprattutto per pagare lo stipendio ai preti, costruire nuove chiese, finanziare le varie iniziative politico-culturali della Conferenza episcopale e la galassia di associazioni antiabortiste protagoniste della guerra al referendum sulla legge 40.

Di anticristiano sino ad oggi c’è solo l’uso del denaro a fini di potere.

Quanto ai Trattati internazionali, non durano in eterno.

Dichiarazione di Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani

lunedì 8 agosto 2011

La Casta pellegrina

La Casta pellegrina

Massimo Gramellini, La Stampa, il 03/08/11

La notizia che il Parlamento resterà chiuso fino a metà settembre per consentire a duecento deputati e senatori di fare un pellegrinaggio in Terrasanta ha ridato un po' di fiato ai mercati, ma ha gettato nel panico la Terrasanta. Il sospetto è che, vista l'aria che tira in Italia, decidano di rimanervi per sempre. Permane un fitto mistero sulle ragioni vere della visita. Escludiamo che siano interessati a studiare lo stile di vita di Gesù. Mentre potrebbero nutrire una curiosità professionale per i mercanti del Tempio e per uno dei due ladroni crocefissi, quello non pentito. L'ipotesi che vogliano girare un remake di «Brancaleone alle Crociate» è destituita di ogni fondamento: non hanno il senso del ridicolo. Così come è improbabile che intendano fondare un nuovo ordine templare: non hanno neanche il senso del tragico. Qualcuno immagina che vadano a chiedere una grazia, però lì il foro competente è Lourdes. Qualcun altro spera che vadano a chiedere scusa, o pietà, però è a noi che dovrebbero chiederle, e potrebbero farlo comodamente dal salotto di casa, dove invece convocano le telecamere per accusarsi a vicenda di rubare.

Una penitenza? Ci crederemmo soltanto se marciassero a piedi scalzi e battendosi il telefonino intercettato sul petto. No, la motivazione più verosimile del pellegrinaggio, nonché la più coerente con la natura intima dei pellegrini, è che si tratti di una bella vacanza. Formalmente a spese loro, ma di fatto pagata con lo stipendio che noi gli verseremo puntualmente anche a settembre perché continuino a darci il cattivo esempio.