La Repubblica 16.9.10
E ora Londra lo accusa di non aver rimosso gli "orchi" della Chiesa
La rabbia delle vittime: i preti condannati ancora al loro posto
di Enrico Franceschini
Molti biglietti per le messe che dirà durante il viaggio sono andati invenduti
Alcuni dei sacerdoti condannati ricevono ancora ospitalità e assistenza dal clero
LONDRA - Un nuovo scandalo accoglie il papa al suo arrivo in Gran Bretagna. Un documentario di Channel Four, uno dei canali privati televisivi nazionali, anticipato ieri dal quotidiano Guardian in prima pagina, accusa il Vaticano e la chiesa cattolica inglese di non avere mantenuto le promesse di fare pulizia tra i preti colpevoli di pedofilia in Inghilterra e in Galles. L´inchiesta della tivù esamina gli effetti del rapporto Nolan, un´indagine sugli abusi commessi da religiosi cattolici nel Regno Unito pubblicata nel 2001. In quel documento, i vertici cattolici inglesi si impegnavano a privare del sacerdozio i preti condannati per abusi sessuali, ma Channel Four ha scoperto che invece più di metà di essi continuano a fare parte del clero. Alcuni ricevono perfino ospitalità e assistenza finanziaria dalla chiesa. Messe di fronte all´evidenza, le autorità della chiesa cattolica d´Inghilterra affermano che in alcuni dei casi contestati il procedimento punitivo è stato avviato, ma spetta al Vaticano emettere la decisione di estrometterli dal sacerdozio: e tale decisione non è ancora arrivata. Come se non bastassero l´indifferenza della popolazione (solo il 14 per cento dei britannici guardano con favore alla sua visita), i biglietti invenduti per le messe che dirà durante il viaggio, le critiche dei media (un editoriale del Guardian riconosce che è dubbio se sia lecito stendere il tappeto rosso per il papa, ma poi osserva che "tutti i tipi di tiranni sono stati accolti a Londra" e dunque lo si può fare anche per "il più grande autocrate della terra"), la visita di Benedetto XVI incontra così un nuovo ostacolo già in partenza: ancora prima degli incontri "segreti" in programma tra il pontefice e un selezionato gruppo di vittime dei preti pedofili, ancora prima della possibile iniziativa di associazioni laiche di incriminarlo per complicità nella vicenda degli abusi sessuali e delle coperture per insabbiarli, come chiede un celebre avvocato e difensore dei diritti civili, Geoffrey Robertson, nel libro "The case against the pope" (Il caso contro il papa), che la Penguin, maggiore casa editrice britannica, ha pubblicato proprio in coincidenza del suo arrivo, anche questo è un apparente segno di ostilità al pontefice.
L´inchiesta di Channel Four rivela che 14 dei 22 preti inglesi condannati a un anno o più di prigione per pedofilia sono tuttora parte del clero cattolico d´Inghilterra e Galles; 10 di loro compaiono nell´elenco ufficiale dei sacerdoti cattolici del Regno Unito. Soltanto 8 dei 22 sono stati esclusi dal sacerdozio. Uno dei preti pedofili ancora in attività smascherato dal documentario è padre John Coughlan, arrestato e incarcerato nel 2005. Sebbene non conduca più la messa, padre Coughlan è ancora un prete e vive in una casa di proprietà della chiesa, presso la diocesi di Westminster amministrata dall´arcivescovo Vincent Nichols, la più alta autorità cattolica in Gran Bretagna. Richiesto di spiegare la sua permanenza nella chiesa a dispetto delle norme stabilite quasi dieci anni fa dalla commissione Nolan, padre Coughlan dichiara di essere "in un limbo" e afferma che altri preti sono nella sua stessa situazione. Nel difendersi dall´accusa di avere violato gli impegni presi, un portavoce della chiesa cattolica d´Inghilterra dà l´impressione di volersi "lavare le mani" da ogni responsabilità: «Un vescovo deve rivolgersi a Roma per ricevere l´autorizzazione a laicizzare un prete e né la durata, né il risultato di questa richiesta sono sotto il controllo del vescovo». La responsabilità, lascia capire, è dunque di Roma. E intanto le associazioni delle vittime della pedofilia affermano che gli incontri con il papa hanno solo l´obiettivo di "manipolare" le vittime e spingerle a esprimere sostegno al pontefice.
E ora Londra lo accusa di non aver rimosso gli "orchi" della Chiesa
La rabbia delle vittime: i preti condannati ancora al loro posto
di Enrico Franceschini
Molti biglietti per le messe che dirà durante il viaggio sono andati invenduti
Alcuni dei sacerdoti condannati ricevono ancora ospitalità e assistenza dal clero
LONDRA - Un nuovo scandalo accoglie il papa al suo arrivo in Gran Bretagna. Un documentario di Channel Four, uno dei canali privati televisivi nazionali, anticipato ieri dal quotidiano Guardian in prima pagina, accusa il Vaticano e la chiesa cattolica inglese di non avere mantenuto le promesse di fare pulizia tra i preti colpevoli di pedofilia in Inghilterra e in Galles. L´inchiesta della tivù esamina gli effetti del rapporto Nolan, un´indagine sugli abusi commessi da religiosi cattolici nel Regno Unito pubblicata nel 2001. In quel documento, i vertici cattolici inglesi si impegnavano a privare del sacerdozio i preti condannati per abusi sessuali, ma Channel Four ha scoperto che invece più di metà di essi continuano a fare parte del clero. Alcuni ricevono perfino ospitalità e assistenza finanziaria dalla chiesa. Messe di fronte all´evidenza, le autorità della chiesa cattolica d´Inghilterra affermano che in alcuni dei casi contestati il procedimento punitivo è stato avviato, ma spetta al Vaticano emettere la decisione di estrometterli dal sacerdozio: e tale decisione non è ancora arrivata. Come se non bastassero l´indifferenza della popolazione (solo il 14 per cento dei britannici guardano con favore alla sua visita), i biglietti invenduti per le messe che dirà durante il viaggio, le critiche dei media (un editoriale del Guardian riconosce che è dubbio se sia lecito stendere il tappeto rosso per il papa, ma poi osserva che "tutti i tipi di tiranni sono stati accolti a Londra" e dunque lo si può fare anche per "il più grande autocrate della terra"), la visita di Benedetto XVI incontra così un nuovo ostacolo già in partenza: ancora prima degli incontri "segreti" in programma tra il pontefice e un selezionato gruppo di vittime dei preti pedofili, ancora prima della possibile iniziativa di associazioni laiche di incriminarlo per complicità nella vicenda degli abusi sessuali e delle coperture per insabbiarli, come chiede un celebre avvocato e difensore dei diritti civili, Geoffrey Robertson, nel libro "The case against the pope" (Il caso contro il papa), che la Penguin, maggiore casa editrice britannica, ha pubblicato proprio in coincidenza del suo arrivo, anche questo è un apparente segno di ostilità al pontefice.
L´inchiesta di Channel Four rivela che 14 dei 22 preti inglesi condannati a un anno o più di prigione per pedofilia sono tuttora parte del clero cattolico d´Inghilterra e Galles; 10 di loro compaiono nell´elenco ufficiale dei sacerdoti cattolici del Regno Unito. Soltanto 8 dei 22 sono stati esclusi dal sacerdozio. Uno dei preti pedofili ancora in attività smascherato dal documentario è padre John Coughlan, arrestato e incarcerato nel 2005. Sebbene non conduca più la messa, padre Coughlan è ancora un prete e vive in una casa di proprietà della chiesa, presso la diocesi di Westminster amministrata dall´arcivescovo Vincent Nichols, la più alta autorità cattolica in Gran Bretagna. Richiesto di spiegare la sua permanenza nella chiesa a dispetto delle norme stabilite quasi dieci anni fa dalla commissione Nolan, padre Coughlan dichiara di essere "in un limbo" e afferma che altri preti sono nella sua stessa situazione. Nel difendersi dall´accusa di avere violato gli impegni presi, un portavoce della chiesa cattolica d´Inghilterra dà l´impressione di volersi "lavare le mani" da ogni responsabilità: «Un vescovo deve rivolgersi a Roma per ricevere l´autorizzazione a laicizzare un prete e né la durata, né il risultato di questa richiesta sono sotto il controllo del vescovo». La responsabilità, lascia capire, è dunque di Roma. E intanto le associazioni delle vittime della pedofilia affermano che gli incontri con il papa hanno solo l´obiettivo di "manipolare" le vittime e spingerle a esprimere sostegno al pontefice.