domenica 28 ottobre 2007

Spagna, Concordato da rivedere

Corriere della Sera 23.10.07
Spagna, Concordato da rivedere
Zapatero vuole un Paese più laico
Si studia l'abolizione del rito cattolico dai protocolli di Stato L'ala progressista spinge per la svolta. I vertici smentisconodi Elisabetta RosaspinaMADRID — Era già improbabile che passasse alla Storia come «José Luis, il Cattolico». Dopo la legittimazione dei matrimoni omosessuali, l'introduzione di un'educazione civica e soprattutto laica a scuola, il ritocco al trattamento fiscale riservato alla Chiesa, il Vaticano ha ricevuto forte e chiaro il messaggio laico della politica di Zapatero. Ma, ora che il Partito socialista medita addirittura di rimettere mano, dopo quasi 30 anni, al Concordato, la Santa Sede rischia di ritrovarsi in mezzo al campo di battaglia elettorale nei prossimi mesi.I vertici del Psoe smentiscono, ma le indiscrezioni filtrate sul programma in gestazione nelle sue stanze sono piuttosto circostanziate: l'ala progressista del partito sostiene un sospetto di incostituzionalità nel ruolo che la Chiesa ancora ricopre dentro le istituzioni dello Stato. Per esempio, le forze armate.Perché, si chiedono i revisionisti, i cappellani del Vicariato Castrense possono far carriera, fino a indossare il grado di generale? Perché l'assistenza religiosa ai soldati è soltanto cattolica, quando si sa che sta crescendo, fra gli arruolati (ormai soltanto volontari), il numero dei musulmani? E perché gli atti protocollari dello Stato seguono unicamente il rito cattolico? Tutto ciò è conforme al pluralismo religioso di cui la Spagna del XXI secolo vuole farsi portabandiera? Si rimugina sui funerali di Stato alle vittime del terrorismo, celebrati da vescovi e arcivescovi: «Eppure — qualcuno nota — tra le vittime dell'attentato alla stazione di Atocha, l'11 marzo del 2004, c'erano anche morti di altre confessioni».Fondata o no, la discussione è scoppiata sicuramente troppo presto tra le mani dei socialisti, perché ad avvantaggiarsene non finiscano per essere i rivali del PP, il partito popolare, già in guardia sulla nuova «offensiva laica» della maggioranza.Pedro Zerolo, segretario dei Movimenti sociali del Psoe, esclude che, nei progetti del partito, ci siano misure anticlericali o anche solo le più blande intenzioni di mettere in discussione le prerogative ecclesiastiche in terra iberica. Si ammette, però, che i gruppi di lavoro che stanno elaborando i temi della prossima campagna elettorale di Zapatero hanno vari argomenti all'ordine del giorno. E quello del pluralismo religioso è uno dei tanti.Gli analisti politici, che cominciano a esprimersi sulla stampa sulla questione, considerano poco utile alla causa dei socialisti una vertenza con Santa Romana Chiesa, visto che già nell'ultima legislatura non sono mancati i motivi di tensione. La Conferenza Episcopale, per esempio, aveva incoraggiato quest'estate i genitori degli studenti ad avvalersi dell'obiezione di coscienza, per salvaguardare i figli dall'educazione civica introdotta per legge dal governo e troppo aperta, per esempio, in materia di famiglie omosessuali e coppie di fatto. La nuova materia scolastica, entrata in vigore quest'anno in molte comunità autonome rette dai socialisti, era stata denunciata dal cardinale Antonio Cañizares come una grave inadempienza ai patti tra Stato e Chiesa. E il governo certamente non dimentica il milione e mezzo di cittadini che gli ambienti cattolici riuscirono a mobilitare il 18 giugno di due anni fa in difesa della famiglia tradizionale.I primi accordi erano stati firmati nel luglio del '76, alla fine della dittatura franchista, ma i trattati concordati nel gennaio del 1979 tra la Spagna e il Vaticano riformavano il Concordato stipulato nel '53, sotto il regime di Franco, ed erano stati ratificati dal parlamento eletto dopo il varo della Costituzione. Ciò basta, secondo i conservatori, a considerarli legittimi e in buona salute.