venerdì 4 settembre 2009

La sentenza del Tar sull’ora di religione risponde Corrado Augias

La Repubblica 3.09.2009
La sentenza del Tar sull’ora di religione risponde Corrado Augias

Caro Augias, il 12 agosto mons. Coletti definì la sentenza del Tar del Lazio sull'ora di religione bieco e negativo Illuminismo perché favorisce la perdita di identità dei popoli. Il bieco risvolto sarebbe la separazione del potere legislativo e giudiziario tra loro e da quello religioso. Il 26 agosto si sono compiuti 220 anni dalla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino, in base alla quale ognuno è libero di professare una religione o di non averne alcuna. Professare il Cristianesimo è consentito, non è consentito imporlo. Ci fu un tempo in cui esso fu perseguitato, ma i persecutori non erano certo illuministi.

Seguì un tempo (lunghissimo) in cui gli ex perseguitati riuscirono a imporsi tanto da far perdere ad altri la loro identità: nelle Americhe e non solo. C'è stato infine un tempo recente, dal 1870 al 1929, nel quale l'ora di religione nelle scuole non era prevista. Non ci sono state perdite d'identità religiosa negli italiani perchè un illuminismo ormai radicato e non bieco rispettò la religione di maggioranza in questo paese. E' vero che poi ci toccò un Fascismo che illuminista non era e fu bieco con altre religioni, ma Mons. Coletti sa che non è la bontà di una idea religiosa o meno a deciderne la sorte, bensì i rapporti di forza tra chi la sostiene e chi no, altro aspetto del Relativismo che talora dà, talora toglie.

Giovanni Moschini giovanni.moschini4@tin.it

T ra le molte polemiche di questa agitatissima estate dobbiamo registrare anche le reazioni alla sentenza del Tar del Lazio che escludeva l'insegnamento della religione dalla valutazione del profitto. Una circolare del precedente ministro della Pubblica Istruzione, Fioroni, aveva inserito la 'religione' fra le materie curricolari. Chi non voleva avvalersene veniva quindi discriminato in quanto le materie alternative non c'erano o non avevano uguali prerogative. I giudici amministrativi dovevano rispondere al quesito se la Circolare Fioroni del 2007 finiva o no per discriminare gli studenti che non si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica. La risposta è stata affermativa con questa motivazione: «Un insegnamento di carattere etico e religioso attinente alla fede individuale non può essere oggetto di valutazione sul piano del profitto scolastico per il rischio di valutazioni di valore proporzionalmente ancorate alla misura della fede. Sotto tale profilo è dunque evidente l'irragionevolezza dell'Ordinanza che, nel consentire l'attribuzione di vantaggi curriculari, inevitabilmente collega in concreto tale utilità alla misura dell'adesione ai valori dell'insegnamento cattolico». Un recente sondaggio ha registrato che il 70 per cento dei lettori erano favorevoli alla sentenza. E' davvero un problema?