La Repubblica 22.1.10
L'annuncio di Letta dopo lo stop di Strasburgo al simbolo nelle scuole. La soddisfazione della Cei
Crocifisso, ricorso contro la Ue "Cancellate quella sentenza"
di Elsa Vinci
ROMA - Crocifisso, pronto il ricorso contro Strasburgo. Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del consiglio e gentiluomo di Sua Santità, mantiene la promessa fatta al Papa. Il governo impugna la sentenza della Corte europea che ha imposto la rimozione della croce nelle aule scolastiche italiane, perché lesiva «della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le proprie convinzioni e della libertà di religione degli alunni». L´annuncio di Letta arriva durante una conferenza all´ambasciata italiana presso la Santa Sede. «Abbiamo fiducia - dice Letta - che la Corte dei diritti umani ripari a quello che consideriamo un grave torto alla cultura prima ancora che al diritto, allo spirito prima che al sentimento religioso». Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha lodato l´iniziativa. «La sentenza va contro l´oggettività storica dell´Europa e contro il sentire popolare della gente - ribadisce il cardinale - si deve auspicare che la Corte possa riequilibrare il suo pronunciamento nel rispetto di questa verità storica e del sentire delle persone».
Il caso era stato sollevato da una cittadina italiana di origine finlandese, Soile Lautsi, socia dell´Unione atei e agnostici razionalisti che, nel 2002, aveva chiesto all´istituto statale "Vittorino da Feltre" di Abano Terme, frequentato dai suoi due figli, di togliere la croce dalle aule. Il ministero dell´Istruzione rispose che il crocifisso era previsto da due Regi Decreti del 1924 e del 1928. La donna non si arrese e la battaglia proseguì davanti ai giudici. Prima di arrivare a Strasburgo la disputa è passata per il Tar del Veneto, per il Consiglio di Stato e la Consulta. Infine i sette componenti della Corte europea hanno sentenziato che la presenza dei crocifissi nelle aule può facilmente essere interpretata dai ragazzi di ogni età come un «evidente segno religioso» e disturbare quelli di altre religioni o gli atei. Stasburgo ha condannato l´Italia a risarcire con cinquemila euro la Lautsi.
Il ricorso è stato preparato ieri alla Farnesina. Letta è ottimista sull´esito del documento che sarà esaminato dalla Grande Camera della Corte europea. «Abbiamo fiducia perché per l´Italia è stato facile sollecitare la partecipazione di molti altri paesi dell´Ue, che stanno venendo sempre più numerosi a sostegno della nostra azione».
Intanto oggi al Csm arriva il caso del giudice Tosi, sospeso dal lavoro per il rifiuto del crocifisso nelle aule di tribunale.
L'annuncio di Letta dopo lo stop di Strasburgo al simbolo nelle scuole. La soddisfazione della Cei
Crocifisso, ricorso contro la Ue "Cancellate quella sentenza"
di Elsa Vinci
ROMA - Crocifisso, pronto il ricorso contro Strasburgo. Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del consiglio e gentiluomo di Sua Santità, mantiene la promessa fatta al Papa. Il governo impugna la sentenza della Corte europea che ha imposto la rimozione della croce nelle aule scolastiche italiane, perché lesiva «della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le proprie convinzioni e della libertà di religione degli alunni». L´annuncio di Letta arriva durante una conferenza all´ambasciata italiana presso la Santa Sede. «Abbiamo fiducia - dice Letta - che la Corte dei diritti umani ripari a quello che consideriamo un grave torto alla cultura prima ancora che al diritto, allo spirito prima che al sentimento religioso». Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha lodato l´iniziativa. «La sentenza va contro l´oggettività storica dell´Europa e contro il sentire popolare della gente - ribadisce il cardinale - si deve auspicare che la Corte possa riequilibrare il suo pronunciamento nel rispetto di questa verità storica e del sentire delle persone».
Il caso era stato sollevato da una cittadina italiana di origine finlandese, Soile Lautsi, socia dell´Unione atei e agnostici razionalisti che, nel 2002, aveva chiesto all´istituto statale "Vittorino da Feltre" di Abano Terme, frequentato dai suoi due figli, di togliere la croce dalle aule. Il ministero dell´Istruzione rispose che il crocifisso era previsto da due Regi Decreti del 1924 e del 1928. La donna non si arrese e la battaglia proseguì davanti ai giudici. Prima di arrivare a Strasburgo la disputa è passata per il Tar del Veneto, per il Consiglio di Stato e la Consulta. Infine i sette componenti della Corte europea hanno sentenziato che la presenza dei crocifissi nelle aule può facilmente essere interpretata dai ragazzi di ogni età come un «evidente segno religioso» e disturbare quelli di altre religioni o gli atei. Stasburgo ha condannato l´Italia a risarcire con cinquemila euro la Lautsi.
Il ricorso è stato preparato ieri alla Farnesina. Letta è ottimista sull´esito del documento che sarà esaminato dalla Grande Camera della Corte europea. «Abbiamo fiducia perché per l´Italia è stato facile sollecitare la partecipazione di molti altri paesi dell´Ue, che stanno venendo sempre più numerosi a sostegno della nostra azione».
Intanto oggi al Csm arriva il caso del giudice Tosi, sospeso dal lavoro per il rifiuto del crocifisso nelle aule di tribunale.