venerdì 29 gennaio 2010

Dove finisce l'Otto per mille dello Stato?

Dove finisce l'Otto per mille dello Stato? In risposta a Padre Carlo Sorbi
MARCELLO MOTTOLA
Agenzia Radicale, 28-01-2010

La notizia di cronaca da me esaminata in Arte & Dintorni Tempi di crisi / Tempi di trucchi: conversazione con Fabiano Ferrucci , dell'assegnazione da parte del Governo alla Chiesa Cattolica della quota dell'otto per mille dell'IRPEF (circa 10 milioni di euro), che i contribuenti avevano deciso di destinare ai Beni Culturali in appartenenza allo Stato, non è stata ben accolta da alcuni esponenti del mondo ecclesiastico.

In particolare Il gesuita Padre Carlo Sorbi, che per anni è stato impegnato in Campania e che ha contribuito alla nascita della lista civica di Scampia Solidarietà e Partecipazione, ha espresso il suo disappunto con una lettera pubblicata sul noto quindicinale on-line Fuori Centro Scampia, fondato e diretto dal professor Ernesto Mostardi.

Padre Sorbi, in aperta polemica con l'articolo sull'otto per mille, scrive:

Caro Ernesto, ho letto l'articolo conversazione di Marcello Mottola con Fabiano Ferrucci, tratto da Agenzia Radicale. Non sto a commentare la conversazione, ma solo desidero comunicarti la reazione di fastidio che ho provato nel percepire il livore anticattolico di tutta la conversazione. Tutti conosciamo il pensiero dei radicali, tuttavia il cogliere il livore quasi l'odio contro quanto sa di cattolico e contro i tanti italiani che scelgono di devolvere l'8 x mille alla Chiesa Cattolica e alle opere di carità da essa promosse, obiettivamente mi infastidisce e mi amareggia. Spero che i lettori di "Fuori Centro Scampia" sappiano filtrare con attenzione quanto là è detto. Proprio voi sapete quanto è importante a Scampia e in tanti altri luoghi di emarginazione, l'opera assidua e presente della Chiesa Cattolica. Con buona pace della bava alla bocca dei radicali.

Vorrei dunque precisare che il professore di Restauro presso l'Università degli Studi d'Urbino "Carlo Bo'" Fabiano Ferrucci non è radicale e risponde alle mie domande periodicamente in quanto diplomato e specializzato presso Istituto Centrale del Restauro (I.C.R.) e laureato in Lettere Moderne con indirizzo Storico Artistico presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". Io invece sono unicamente iscritto all'Associazione Amici di Quaderni Radicali e con tale rivista (e con il supplemento telematico Nuova Agenzia Radicale) collaboro da anni. In ogni modo le generalizzazioni sono fuori luogo: non esistono i "radicali", i "cattolici", ma semplicemente "persone", che tra l'altro possono essere in taluni casi contemporaneamente "cattoliche" e "radicali". Il termine "persona" lo dobbiamo tra l'altro al cristianesimo-cattolicesimo, a cui storia e cultura riconoscono di aver messo a punto tra i primi il concetto di "persona", valorizzandolo e mettendolo al centro.

Pertanto mi dispiace che l'articolo-conversazione a mia firma sia stato valutato "pregiudizialmente" e non entrando nel merito delle affermazioni riportate. Anche la parola "dialogo" la dobbiamo al cristianesimo-cattolicesimo e Padre Carlo Sorbi, generalizzando con l'uso del termine "radicali" si è di fatto scollegato dall'opportunità del "dialogo" con la "persona" (radicale o non) che sono io.





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