domenica 7 febbraio 2010

Bufera sul liceo dei gesuiti Berlino sotto shock per gli abusi sugli alunni

l’Unità 7.2.10
Bufera sul liceo dei gesuiti Berlino sotto shock per gli abusi sugli alunni
Bufera sul prestigioso liceo privato Canisius di Berlino. Negli anni 70 e 80 nel suo austero edificio si sono consumati abusi sessuali a danno di decine di scolari. Lettera dell’attuale direttore: chiedo perdono alle vittime.
di Gherardo Ugolini

Berlino. Violenza sessuale a scuola su ragazzini di 13-16 anni. Lo scandalo che in questi giorni sta sconvolgendo l’opinione pubblica tedesca si allarga e crea sempre più forti imbarazzi nella Chiesa cattolica. Nell’occhio del ciclone è finita un istituto privato di Berlino, il liceo Canisius, gestito dai gesuiti e considerato tra più prestigiosi della città.
L’AUSTERO EDIFICIO
A vederlo dal di fuori si presenta come un austero edificio, situato ai bordi del grande parco berlinese di Tiergaten, a due passi dalla sede della Cdu e dalle ambasciate di Giappone e Italia. Ebbene, in questo istituto, dove si è formata gran parte dell’elite pubblica ed economica tedesca, si sono perpetrati negli anni Settanta e Ottanta sistematici atti d’abuso sessuale ai danni di decine di scolari.
La rivelazione è stata fatta la scorsa settimana dall’attuale direttore, padre Klaus Mertes, il quale ha inviato una lettera a tutti coloro (circa 600 persone) che all’epoca erano studenti del liceo invitandoli a riferire eventuali informazioni che possano far luce sulla vicenda. In precedenza erano girate voci insistenti sugli abusi e c’era stata anche una denuncia da parte di alcuni ex alunni. Messo sotto pressione, il rettore si è convinto che non si trattava di singoli episodi, bensì di un fenomeno ampio e sistematico. «Con profonda costernazione e vergogna, ho appreso di queste terribili violenze, non isolate ma sistematiche, andate avanti per anni»: sono queste le parole con cui inizia la lettera del rettore e che i media tedeschi hanno ripreso con grande evidenza. Padre Mertes prosegue chiedendo perdono a nome della scuola a tutte le vittime assicurando la sua volontà di collaborare perché sia accertata la verità.
E così molti ex allievi, che fino ad oggi erano rimasti zitti per vergogna o per paura dei loro aguzzini, hanno iniziato a raccontare le violenze subite da bambini: carezze non desiderate, palpeggiamenti delle parti intime, l’obbligo di raccontare nei particolari eventuali «atti impuri».
RIFLETTORI SUGLI INSEGNANTI
Sotto accusa sono finiti due sacerdoti che all’epoca erano insegnanti rispettivamente di ginnastica e di religione. Entrambi hanno da tempo lasciato sia l’insegnamento, sia l’ordine dei gesuiti. Uno di loro, oggi residente in Sudamerica, ha confessato i propri crimini, ma probabilmente non sarà condannato perché secondo la legge tedesca si tratta di reati ormai caduti in prescrizione (scatta dieci anni dopo il diciottesimo compleanno della vittima). Le indagini della polizia puntano ora a verificare se ci siano responsabilità giuridiche da parte della direzione della scuola. Il sospetto è che le autorità dell’istituto e dell’ordine dei gesuiti sapessero e abbiano volutamente coperto il tutto per evitare danni d’immagine.
Lo scandalo si va allargando di giorno in giorno, e analoghi casi di violenza su minori sono emersi in altri istituti scolastici cattolici di varie località della Germania, da Amburgo alla Selva Nera. All’Aloisiuskolleg di Bad Godesberg, un istituto religioso affine al Canisius di Berlino, ci sarebbero stati casi abuso sessuale particolarmente gravi. Secondo il settimanale Der Spiegel sono almeno 94 gli insegnati (tra sacerdoti e laici) complessivamente coinvolti nello scandalo. Ed è un colpo durissi-
mo per la credibilità della Chiesa tedesca, messa sotto accusa per gli spaventosi ritardi della sua dottrina in fatto di sessualità. «Queste rivelazioni mostrano un lato oscuro della Chiesa che mi fa orrore» ha commentato Hans Langendörfer, segretario generale della Conferenza episcopale tedesca, il quale ha anche promesso il massimo impegno per fare piena luce sulla vicenda.