mercoledì 24 febbraio 2010

Curia, un "tesoro" di 1200 immobili tra negozi, appartamenti e garage

Curia, un "tesoro" di 1200 immobili tra negozi, appartamenti e garage
23 FEBBRAIO 2010, LA REPUBBLICA - BOLOGNA

L'inchiesta Ecco le proprietà immobiliari della Chiesa in città come risultano dal Catasto

"Ma con gli affitti non paghiamo neppure gli stipendi dei parroci"

(E. C.)


UN PATRIMONIO immobiliare di oltre 1.200 tra case, negozi, uffici, box e garage, campi sportivi e teatri. Una specie di "città nella città" a Bologna di proprietà della Chiesa, in una selva di parrocchie, confraternite, congregazioni, missioni, fondazioni, opere diocesane, seminari. In una lunga storia di lasciti, donazioni e benefici, il numero di case, negozi e garage ha superato quello delle parrocchie e delle chiese, che in città sono un centinaio. In tutta la diocesi, che comprende anche la provincia, le parrocchie sono più di 400, mentre le chiese sono quasi il doppio. Solo a Bologna, più di 60 edifici, tra cui l'unica abitazione schedata dal catasto come «signorile», sono di proprietà diretta dell'Arcidiocesi, mentre molte case e negozi fanno capo all'Istituto per il sostentamento del clero. Tutto il resto viene gestito direttamente da parrocchie, conventi e fondazioni varie.

«Noi facciamo investimenti per trasformare questo grande patrimonio in un reddito per i sacerdoti- spiega il direttore dell'istituto per il sostentamento del clero, l'ingegner Silvano Beghi ma comunque non riusciamo a coprire per intero il sostentamento dei nostri parroci. Ci sono circa 500 parroci nella diocesi bolognese, con uno "stipendio" attorno ai 900 euro mensili.

I proventi dell'amministrazione di case e negozi noi li giriamo direttamente alla sede di Roma, che poi provvedea integrarli con i fondi dell'8 per mille alla chiesa cattolica. Gli affitti da soli non basterebbero. Del resto noi abbiamo fatto la scelta di non gestire direttamente ad esempio case di cura, come invece avviene in altre parti d'Italia».

Le proprietà bolognesi, tra l'altro, sono solo la punta dell'iceberg: in provincia è frequente il caso di casolari e tenute lasciate in eredità alla chiesa. «Spesso queste case che prevederebbero grossi lavori di restauro - spiega Beghi - vengono messe all'asta perché richiederebbero un investimento troppo alto». In questo momento sono 4 le proprietà in vendita sul sito www.idscbo.it. Ma anche in città la "ragnatela" delle proprietà ecclesiastiche è capillare. Le abitazioni costituiscono la fetta maggiore: case e appartamenti sono poco meno di 600, la stragrande maggioranza di categoria "economica" e 12 definite "popolari" di proprietà dell'Arcidiocesi, in pieno centro storico. Le proprietà risalgono in gran parte alle parrocchie, oltre agli appartamenti in dotazione ai religiosi, alle confraternite di frati e un importante lotto in via Calindri appartiene al Seminario arcivescovile di Faenza. Spesso collegati alle abitazioni, anche se autonomi, quasi 140 magazzini e cantine e più di 100 tra box e posti auto.

Al secondo posto nel patrimonio immobiliare della Chiesa a Bologna ci sono gli uffici, con più di 70 studi diffusi sia in centro che in periferia e i negozi.

Anche le attività commerciali ospitate in locali della Chiesa sono più di 70, e non si tratta solo di esercizi che vendono paramenti religiosi o libri di materia confessionale, ma anche veri punti di riferimento dello shopping cittadino. Anche in piena crisi delle vocazioni, restano come monumenti di una storia millenaria conventi, seminari e collegi che sotto le Due Torri sono più di 90.

Rientra in questa categoria lo studentato "Duns Scoto" che risulta un albergo nelle definizioni del catasto. Infine la presenza è forte anche nel settore della cultura, con 13 tra cinema e teatri e nello sport, che conta una rete di 30 esercizi sportivi «senza fini di lucro»e3 con finalità commerciali.