Colata di cemento a San Paolo. Il Vaticano sta costruendo un complesso edilizio su un'area tutelata dall'Unesco
Nicoletta Orlandi Posti
Libero – Roma 5/11/2010
I palazzinari vestiti di porpora
Una colata di 23mila metti cubi di cemento sta per coprire definitivamente il cimitero dove venne sepolto San Paolo e l'antica villa di età imperiale di Lucio Calpurnio Visone sull'Ostiense. Ma questa volta i palazzinari sono vestiti di porpora. L'area infatti è di proprietà del Vaticano che però non ha chiesto pareri né al Comune, né al Ministero dei Beni Culturali. Non solo. Sta costruendo l'imponente complesso edilizio su un'area tutelata dall'Unesco violando i Patti Lateranensi e le leggi italiane
Una colata di 23mila metri cubi di cemento sta per coprire definitivamente il cimitero dove venne sepolto San Paolo e l'antica villa di età imperiale di Lucio Calpurnio Visone sull'Ostiense. Ma questa voltai palazzinari sono vestiti di porpora. Il Vaticano sta infatti realizzando a fianco della basilica di San Paolo un imponente complesso edilizio con tanto di auditorium, poliambulatorio, laboratori, uffici e un mega parcheggio sotterraneo per quello che sarà un presidio del Bambin Gesù. Il tutto commettendo, secondo il presidente dell'XI municipio Andrea Catarci e il segretario dei Radicali Mario Staderini, almeno tre violazioni anche se l'area è di proprietà del Vaticano. Innanzitutto, spiegano, «non è stato aver chiesto alcun permesso né al Comune di Roma, né al ministero dei Beni Culturali», come testimonia la risposta del direttore generale del Lazio, Federica Galloni, a una richiesta specifica di Staderini: «Non risultano richieste di parere o comunicazione».Aprendo i cantieri e procedendo rapidamente a tirar su varie costruzioni di quattro piani, in un area di grande interesse storico culturale, il Vaticano avrebbe inoltre violato le convenzioni sottoscritte con l'Unesco che prevedono la tutela integrale dei siti archeologici ritenuti patrimonio dell'umanità, come sono i resti della villa della Roma Imperiale e il cimitero di San Paolo presenti nell'area. «Per non parlare poi del fatto che tra Stato italiano e Santa Sede sono ancora validi i Patti Lateranensi che prevedono la facoltà del Vaticano di dare ai propri immobili l'assetto ritenuto più opportuno, ma che non parlano di libertà di costruire nuovi manufatti», puntualizza Catarci. Ecco allora che il presidente dell'XI municipio, ha presentato una denuncia-querela alla magistratura, con la richiesta di sequestro immediato del cantiere. A questa denuncia Catarci fa seguire quella politica: «Vorremmo sapere perché, se tutto fosse nella norma, il Vaticano non si rapporta con il Municipio e con il Comune». E poi: «Perché se tutto è nella norma il Prg del 2008 raffigura come un "buco nero" la sola città del Vaticano a San Pietro e cataloga invece come città storica l'area di San Paolo?». Da parte sua il radicale Staderini - che ha denunciato la situazione il 27 maggio facendo seguire una serie di esposti per omissione di atti d'ufficio nei confronti degli enti che non hanno impedito l'apertura del cantiere - annuncia una serie di iniziative per interrompere i lavori. «Se non lo faranno le istituzioni ci assumeremo noi l'onere di farlo», tuona Staderini. Che ha anche scritto a Berlusconi, al ministro degli Esteri Frattini e a quello dei Beni Culturali Bondi per sapere quali iniziative sono state assunte o verranno assunte dal governo nei confronti dello Stato Città del Vaticano che violato l'articolo 15 dei Patti Lateranensi «che non consente nuove edificazioni in violazione assoluta delle norme in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica, e in ogni caso alla luce dell'evidente mutamento del paesaggio e danneggiamento di beni culturali siti in territorio italiano». A Staderini e a Catarci ha risposto in serata Alemanno. «L'area ricade sotto la competenza dello Stato Vaticano», puntualizza il sindaco augurandosi che «il presidente dell'XI municipio riveda la sua posizione anche tenendo conto che l'obiettivo di questa nuova realtà del Bambino Gesù è quella di sostenere e curare l'infanzia che soffre».