«Il Papa protegge i preti pedofili»
l’Unità 1.11.10
Le vittime dei preti pedofili contestano Padre Lombardi
All’appello hanno risposto persone di una dozzina di Paesi. Obiettivi: chiedere alla Chiesa di fare di più per prevenire e alle Nazioni Unite di rendere la pedofilia un crimine contro l’umanità.
di Felice Diotallevi
«Giù le mani dai bambini», «Il Papa protegge i preti pedofili», «Chiesa senza abusi». Questi i cartelli che sono stati esposti ieri pomeriggio dai partecipanti ad un sit-in delle vittime di abusi da parte di preti pedofili di fronte a Castel Sant’Angelo. Con gli obiettivi di chiedere alla Chiesa di fare di più contro gli abusi sessuali sui minori da parte dei suoi esponenti, e lanciare una petizione alle Nazioni Unite perchè considerino la pedofilia un crimine contro l’umanità. All’appello hanno risposto partecipanti da una dozzina di Paesi diversi.
Nel corso della manifestazione è stato contestato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. Il sit-in era cominciato da qualche minuto quando padre Lombardi è passato ha detto lui stesso ai presenti per «esprimere la sua solidarietà».
Il portavoce vaticano non ha rilasciato ai cronisti interviste nè commenti, ma alcuni manifestanti lo hanno contestato gridandogli insulti in diverse lingue. Dopodichè padre Lombardi si è allontanato.
In piazza sono scese le vittime dei preti pedofili, circa un centinaio, «per chiedere al Papa di agire seriamente e di ordinare ai vescovi
di denunciare i preti pedofili». Tra di loro c’era un gruppo di ex allievi sordomuti dell’istituto Antonio Provolo di Verona e una vittima di Savona, Francesco Zanardi, 40 anni, in sciopero della fame da 11 giorni contro il vescovo di Savona, Vittorio Lupi, perchè «provveda a a denunciare i preti pedofili».
Organizzatori della manifestazione erano gli americani Bernie McDaid, 54 anni, e Gary Bergeron, 47, fondatori dell’associazione Survivor’s Voice. Le vittime sono state ricordate con un minuto di silenzio ed era previsto un corteo-fiaccolata fino a piazza San Pietro durante cui i manifestanti potevano portare il loro messaggio al Vaticano.
È la prima volta che le vittime di abusi provenienti da tutto il mondo si danno appuntamento per chiedere maggiori responsabilità da parte del Vaticano. I manifestanti prima si sono riuniti vicino a piazza San Pietro, poi si sono spostati davanti a Castel Sant’Angelo.
Il corteo
Un minuto di silenzio e fiaccolata simbolica fino a San Pietro
«Sono qui per chiedere al mondo di aiutare le vittime degli abusi sessuali, in tutto il mondo, non solo nella Chiesa» ha detto Bernie McDaid, fondatore dell’associazione e tra gli ideatori della manifestazione di oggi, vittima di abusi da parte di un prete di Boston quando era bambino. Anche l’altro organizzatore Gary Bergeron, è stato vittima di abusi sessuali da parte di un prete nella stessa diocesi di Boston. Lui e McDais sono le due vittime più note dello scandalo sessuale scoppiato a Boston nel 2002. McDaid ha anche incontrato Papa Benedetto XVI durante il suo viaggio negli Stati Uniti.
Otto anni dopo lo scandalo, sostiene «Survivor’s Voice», il Vaticano non si è assunto responsabilità sufficienti, non è entrato in contatto con le vittime e non ha organizzato programmi di prevenzione. «Le gerarchie della Chiesa Cattolica Romana tendono a coprire, questo deve finire» dice McDaid.
Il prossimo passo è il lancio di una petizione che chieda all’Onu di riconoscere l’abuso sessuale sistematico sui bambini come crimine contro l’umanità. L’articolo 7 del Trattato Onu che istituisce la Corte Penale internazionale definisce un crimine contro l’umanità come «un atto commesso nell’ambito di un esteso o sistematico attacco contro popolazioni civili».