il Fatto 14.11.10
Il vero tesoro delle scuole cattoliche
Oltre 250 milioni trovati in finanziaria c’è un fiume di denaro che arriva da Comuni e Regioni
di Gianmaria Pica
L e scuole cattoliche sono “scuole pubbliche non statali” ci tiene a precisare il segretario di Stato Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, all'indomani dell'aumento dei contributi alle scuole paritarie previsto dalla legge di stabilità. “L'istituto madre Cabrini e le altre scuole cattoliche di Milano ha sottolineato il cardinale sono scuole pubbliche non statali. Sono paritarie, non private come hanno scritto alcuni giornali. Bisogna mettersi in testa la di-
zione corretta”.
Il problema non è tanto nella dicitura “scuola privata-scuola paritaria”, ma nel fatto che vengono tagliati i contributi all'istruzione pubblica a favore di quella paritaria. L'Istat calcola che le scuole private (dati 2008) sono 12.532, numero che rappresenta il 21,8 per cento del totale delle scuole italiane (57.579). E quelle cattoliche, secondo l'istituto di statistica, sono ben 7.116.
IL MINISTRO dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ieri ha sottolineato che “le scuole paritarie negli anni scorsi avevano subito una riduzione di trasferimenti molto più forte della scuola pubblica e il provvedimento di questa notte (venerdì notte, ndr) ha integrato i fondi per le paritarie”. Dunque, come in fondo riconosce anche Bertone (secondo cui “le scuole cattoliche sono paritarie”), i contributi andranno anche a quelle gestite dalla Chiesa. La legge 62 del 10 marzo 2000 recita che le scuole paritarie “svolgono servizio pubblico”, cioè quello che dovrebbero fare le scuole statali. E dov'è la differenza tra statali e paritarie? Nei soldi. La scuola paritaria, rispetto a quella statale, è a pagamento, cioè può decidere di aumentare quanto vuole la retta d'iscrizione. A questa facoltà si aggiunge anche il contributo pubblico. Ma non è tutto. Per le paritarie ci sono anche i finanziamenti regionali, provinciali e comunali (che spesso raggiungono il loro picco proprio nei mesi a ridosso delle elezioni amministrative). Vediamo qualche esempio. L'ufficio scolastico regionale del Veneto con atto del 12 novembre 2009 ha disposto l'acconto dei contributi alle scuole paritarie della provincia di Verona per l'anno scolastico 2009-2010. Cifra erogata: 3,7 milioni di euro. Il comitato bolognese “Scuola e Costituzione” denuncia che una sezione di scuola materna paritaria a Bologna, oltre al contributo statale di circa 16mila euro, ha ricevuto in seguito a convenzione comunale, altri 14mila euro; 3mila euro come contributo di miglioramento previsto dalla legge regionale numero 26 del 2001: il totale fa 33mila euro per sezione.
DI CASI SIMILI ce ne sono a migliaia in tutto il paese. Una delle regioni più “generose” è senza dubbio la Lombardia. Per esempio, per il solo anno scolastico 2007-2008, è stato assegnato il contributo di di 2.500 euro a ciascuna delle 185 scuole paritarie di primo grado per un totale regionale di 462.500 euro, cifra a cui si sommano altri 275.647 euro. Altri soldi arrivano per le scuole paritarie che accolgono allievi con handicap: 948.155 euro. Insomma, solo per le scuole secondarie di primo grado paritarie, la Lombardia ha concesso nel 2008 la bellezza di 1,7 milioni di euro.
Dopo l'incremento in Finanziaria di quasi 100 milioni di euro per il contributo alle paritarie, parte dell’opposizione è partita all’attacco, accusandolo di voler affossare definitivamente il sistema di insegnamento pubblico. Ma non tutti dentro al Pd la pensano così. Infatti, secondo l'ex ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni che in vista delle elezioni punta ai consensi dei cattolici “la cifra che il governo Berlusconi ha reintegrato è inferiore al consolidato che è stato dato alle scuole paritarie dai governi D'Alema e Prodi: così prendono in giro le scuole cattoliche perché gli danno meno di quello stanziato dai governi di centrosinistra con Rifondazione comunista dentro”.