San Paolo, colata di cemento dietro la basilica
LAURA SERLONI
VENERDÌ, 05 NOVEMBRE 2010 LA REPUBBLICA - Roma
Edificio vaticano nel sito protetto dall´Unesco. Alemanno: "Le accuse? Solo demagogia"
Andrea Catarci: "Ventitré mila metri cubi". "Violati anche i Patti lateranensi"
«Una colata di 23mila metri cubi di cemento su un sito che è patrimonio dell´umanità». Andrea Catarci, presidente del municipio XI, presenterà in Procura una denuncia con richiesta immediata di sequestro del cantiere che il Vaticano ha aperto nell´area adiacente la basilica di San Paolo.
Il motivo è semplice: «Non sarebbe stato richiesto nessun tipo di permesso per costruire allo Stato italiano, né presentato alcun progetto al Comune. Ci sarebbero violazioni dei Patti Lateranensi e delle Convenzioni Unesco oltre che del Testo Unico per l´edilizia». Così si legge nel documento che sarà inviato al tribunale di Roma. Il secondo esposto dopo quello presentato in agosto dal segretario dei Radicali, Mario Staderini, che ha sollevato il caso. Perché l´ex area verde, sottoposta a diversi vincoli paesaggisti e architettonici, nel cui sottosuolo giacciono i resti di un´antica villa romana e delle catacombe di Santa Tecla, da qualche mese è stata trasformata in una zona di cantiere. «Stanno realizzando degli edifici di circa quattro piani, all´interno dei quali dovrebbero realizzare un auditorium, degli uffici, dei laboratori e dei poliambulatori del Bambino Gesù che dovrebbero essere pronti per la fine del 2011», spiega Catarci. Così almeno ci dicono informalmente perché sulla carta non c´è scritto nulla». Sono state inviate diverse richieste ai dipartimenti comunali, ma le risposte ufficiali sono state tutte negative: non c´è nei cassetti neanche una bozza di progetto.
«Un abuso edilizio», taglia corto il minisidaco. «Tutto l´iter delle autorizzazioni è avvenuto all´interno dello Stato del Vaticano». Secondo Catarci sarebbero tre le contestazioni: «Vengono violati i Patti Lateranensi del 1929 poiché le immunità riconosciute nell´articolo 16 non fanno riferimento alla libertà di edificare, ma esclusivamente all´assetto (a cubature invariate) degli immobili esistenti e non a nuove costruzioni per le quali si deve far riferimento al Testo unico dell´edilizia. Infine sempre i Patti danno allo Stato italiano assicurazione di un corretto operato della Chiesa, per le nobili tradizioni artistiche, che in tal caso sembrano però passate in secondo ordine». Altra violazione sarebbe quella della normativa nazionale sull´edilizia poiché «non sono state richieste tutte le autorizzazioni necessarie per la costruzione dell´immobile». E non verrebbero rispettate neppure le convenzioni Unesco del 1972 e del 2003, sottoscritte anche dalla Stato Vaticano, che prevedono la tutela integrali dei siti archeologici ritenuti patrimonio dell´umanità, come i resti della Villa della Roma Imperiale e del cimitero di San Paolo presenti nell´area.
Ma il sindaco Alemanno insorge: «Quanto affermato da Catarci rappresenta un brutto episodio di demagogia non consono al ruolo istituzionale di un presidente di municipio, che non tiene in nessun conto i rapporti tra lo Stato Italiano e lo Stato Vaticano», tuona. «L´area in cui è stato costruito questo nuovo centro di ricerca del Bambino Gesù ricade sotto la competenza dello Stato Vaticano. Mi auguro che Catarci riveda la sua posizione anche tenendo conto che l´obiettivo di questa nuova realtà del Bambino Gesù è quella di sostenere e curare l´infanzia che soffre».
E mentre si i procede per le vie legali, Mario Staderini ha scritto ai ministri degli Esteri, Franco Frattini, e dei Beni Culturali, Sandro Bondi, per chiedere un intervento urgente che interrompa «l´abuso» e attivare il corpo diplomatico. «Finora Alemanno si è chiuso in un imbarazzante il silenzio, tranne qualche telefonata informale dal suo staff - conclude Catarci - mentre la Polverini neanche risponde alla semplice domanda sulle autorizzazioni sanitarie». Tant´è che in Regione, i consiglieri radicali Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita hanno presentato un´interrogazione. E al fianco del municipio si schiera anche Legambiente. «È una speculazione che copre l´arte», sottolinea Anna Maria Baiocco della sezione Garbatella dell´associazione ambientalista.