Corriere della Sera 10.7.09
Il caso Maciel. Ricostruita nel film la storia dei Legionari di Cristo, il cui fondatore fu accusato di gravissime molestie
La setta degli abusi: un documentario scuote il FictionFest
di Emilia Costantini
ROMA — Più che come un ordine religioso, viene rappresentato come una setta, con un padre carismatico che ha potere assoluto sui suoi discepoli- adepti, anche quello di abusare di loro. È il racconto doloroso delle vittime che hanno subito tali abusi, a essere protagonista del documentario Vows of Silence (Voti di Silenzio), presentato ieri al RomaFictionFest. Una brutta storia che punta i riflettori sui Legionari di Cristo, potentissima congregazione religiosa nata nel 1941, e sul suo fondatore, il messicano Padre Marcial Maciel Degollado, accusato di molestie, tirannia psicologica e plagio. Autore è il giornalista Jason Berry che con Gerald Renner ha pubblicato un libro sull’argomento. Il film è un’inchiesta durata sei anni, con centinaia di interviste che hanno rivelato uno dei più controversi scandali sui presunti abusi, attribuiti a Maciel e ad altri membri della congregazione. Dice Berry: «Come cattolico mi chiedo perché la Chiesa non possa parlare liberamente della piaga dell’abuso dei minori». Accuse molto crude con particolari scabrosi si susseguono in Vows of Silence, alcune pronunciate tra le lacrime di chi ha subito i soprusi. Ma è anche una storia di omissioni, insabbiamenti, colpevoli silenzi da parte del Vaticano, quando le vittime reclamavano giustizia. Secondo Berry e Renner, le prime denunce di pedofilia cominciarono a circolare sin dalla metà degli anni ’50, ma solo nel 1997 vennero allo scoperto, «però non ci fu una reazione da parte di Papa Wojtyla, anzi, sotto il suo pontificato le indagini si arenarono». Ripresero solo dopo la sua morte con Papa Ratzinger, che «tuttavia — precisa Berry — quando era cardinale subì a sua volta pressioni perché passasse tutto sotto silenzio». Finalmente nel 2006 l’ormai pluriottantenne Maciel (è morto nel 2008) viene riconosciuto colpevole dal Vaticano. Ma la formula usata è quella caritatevole di rinunciare a un processo canonico «a causa dell’età avanzata e della salute cagionevole del reverendo Maciel, invitandolo a una vita riservata e di penitenza, rinunciando a ogni ministero pubblico». Per la messa in onda del documentario, Berry spiega che «è in corso un accordo con una rete spagnola e trattative con una tv italiana, ma non mi sorprenderei se non dovessimo ottenere il permesso di realizzare un dvd». Sullo scabroso argomento debutta a Roma, nel prossimo autunno, anche un dramma teatrale: Vite violate di Fabio Croce, che affronta non solo il «caso Maciel», ma anche altre presunte storie di abusi commessi da alti prelati.
Il caso Maciel. Ricostruita nel film la storia dei Legionari di Cristo, il cui fondatore fu accusato di gravissime molestie
La setta degli abusi: un documentario scuote il FictionFest
di Emilia Costantini
ROMA — Più che come un ordine religioso, viene rappresentato come una setta, con un padre carismatico che ha potere assoluto sui suoi discepoli- adepti, anche quello di abusare di loro. È il racconto doloroso delle vittime che hanno subito tali abusi, a essere protagonista del documentario Vows of Silence (Voti di Silenzio), presentato ieri al RomaFictionFest. Una brutta storia che punta i riflettori sui Legionari di Cristo, potentissima congregazione religiosa nata nel 1941, e sul suo fondatore, il messicano Padre Marcial Maciel Degollado, accusato di molestie, tirannia psicologica e plagio. Autore è il giornalista Jason Berry che con Gerald Renner ha pubblicato un libro sull’argomento. Il film è un’inchiesta durata sei anni, con centinaia di interviste che hanno rivelato uno dei più controversi scandali sui presunti abusi, attribuiti a Maciel e ad altri membri della congregazione. Dice Berry: «Come cattolico mi chiedo perché la Chiesa non possa parlare liberamente della piaga dell’abuso dei minori». Accuse molto crude con particolari scabrosi si susseguono in Vows of Silence, alcune pronunciate tra le lacrime di chi ha subito i soprusi. Ma è anche una storia di omissioni, insabbiamenti, colpevoli silenzi da parte del Vaticano, quando le vittime reclamavano giustizia. Secondo Berry e Renner, le prime denunce di pedofilia cominciarono a circolare sin dalla metà degli anni ’50, ma solo nel 1997 vennero allo scoperto, «però non ci fu una reazione da parte di Papa Wojtyla, anzi, sotto il suo pontificato le indagini si arenarono». Ripresero solo dopo la sua morte con Papa Ratzinger, che «tuttavia — precisa Berry — quando era cardinale subì a sua volta pressioni perché passasse tutto sotto silenzio». Finalmente nel 2006 l’ormai pluriottantenne Maciel (è morto nel 2008) viene riconosciuto colpevole dal Vaticano. Ma la formula usata è quella caritatevole di rinunciare a un processo canonico «a causa dell’età avanzata e della salute cagionevole del reverendo Maciel, invitandolo a una vita riservata e di penitenza, rinunciando a ogni ministero pubblico». Per la messa in onda del documentario, Berry spiega che «è in corso un accordo con una rete spagnola e trattative con una tv italiana, ma non mi sorprenderei se non dovessimo ottenere il permesso di realizzare un dvd». Sullo scabroso argomento debutta a Roma, nel prossimo autunno, anche un dramma teatrale: Vite violate di Fabio Croce, che affronta non solo il «caso Maciel», ma anche altre presunte storie di abusi commessi da alti prelati.