Corriere della Sera 21.10.10
I conti sospetti dello Ior. L’ipotesi dei pm: riciclaggio e prelati prestanome
di Fiorenza Sarzanini
La Procura di Roma ha scoperto una serie di operazioni bancarie sospette effettuate sui conti dello Ior aperti in banche italiane. Per i magistrati sono servite a riciclare il denaro di alcuni clienti dell’istituto di credito della Santa Sede. I pm ipotizzano l’esistenza di prelati prestanome. Restano sotto sequestro 23 milioni che dovevano finire in Germania. Indagini su altri 140 milioni. Il Vaticano: chiariremo
ROMA — Non solo i 23 milioni di euro depositati al Credito Artigiano. Nell’inchiesta sullo Ior la procura ha individuato altre tre operazioni sospette, cioè movimenti finanziari che potrebbero aver violato le norme antiriciclaggio. I trasferimenti in questione risalgono a ottobre e novembre dell’anno scorso: le verifiche sono concentrate su operazioni realizzate su conti Unicredit e Intesa San Paolo. Nella prima banca sono oggetto di verifiche alcuni assegni incassati dallo Ior per 300 mila euro. Nell’altra si indaga su un prelievo di 600 mila euro. E a Intesa San Paolo il Nucleo valutario sta accertando anche la regolarità di una transazione di don Evaldo Biasini, ribattezzato «don Bancomat» nell’inchiesta sulla «cricca» dei Grandi Appalti.
Il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pm Stefano Rocco Fava hanno descritto le tre operazioni sospette in una memoria depositata al Tribunale della libertà per dimostrare che il caso del Credito Artigiano non è isolato. Ieri i giudici del Riesame hanno confermato il sequestro del gip Maria Teresa Covatta, che a settembre ha bloccato due bonifici diretti alla JP Morgan Frankfurt (20 milioni) e alla Banca del Fucino di Roma (tre milioni). In tutto sono 15 le banche al centro dell’inchiesta per violazione delle norme antiriciclaggio, in cui sono indagati il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, e il direttore generale, Paolo Cipriani. Ancora maggiore il numero dei conti correnti che potrebbero essere stati utilizzati per transazioni irregolari, poiché in alcune filiali l’Istituto per le opere di religione ha più di un deposito.
Ora è probabile che l’avvocato Vincenzo Scordamaglia ricorra in Cassazione. Intanto il Vaticano esprime «stupore» per la mancata revoca dei sigilli: «Si ritiene - sottolinea il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi - che si tratti di un problema interpretativo e formale». Tanto che, aggiunge il gesuita, «i responsabili dello Ior ritengono di poter chiarire tutta la questione al più presto nelle sedi competenti». Gotti Tedeschi (che ha preso possesso della presidenza dello Ior alla fine del 2009), ieri era all’Auditorium di Via Veneto, a Roma, per un convegno su «Etica e finanza» organizzato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e dall’Osservatore Romano: non ha voluto commentare la decisione del Tribunale della libertà. Però si è concesso una battuta: «Cercherò di fare un intervento anche spiritoso, perché stasera sono un po’ depresso». Il direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, presente allo stesso dibattito, l’ha difeso: «Quella di Gotti Tedeschi è stata una nomina innovativa».
Invece per il capogruppo dell’Idv in Senato, Elio Lannutti, «i giri di denaro e i movimenti finanziari che emergono dalle indagini dei magistrati romani sono inquietanti. Governo e Bankitalia devono dimostrarsi vigili ed effettuare i controlli previsti».