L'Italia schedata dai Mormoni
Stefano Sansonetti e Roberto Gagliardini
Italia oggi 21/10/2010
Accordo per digitalizzare 115 milioni di carte degli archivi di stato
La vicenda non mancherà di destare curiosità. E forse qualche preoccupazione. Il Ministero dei beni culturali, guidato da Sandro Bondi, sta valutando la possibilità di accordarsi con la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Che cos'é? Semplice, si tratta dei Mormoni. Ai quali, come è in grado di rivelare Italia Oggi, il governo italiano sta pensando di affidare la digitalizzazione di qualcosa come 115 milioni di pagine custodite nei nostri archivi di stato civile. Per essere più chiari, si tratta di un incredibile patrimonio di informazioni su date di nascita, di morte e di matrimonio di milioni di italiani. Dati che, per giunta, sono destinati a finire anche in un maxiarchivio situato addirittura nello Utah (Usa), dove c'è la sede della chiesa mormone. Naturalmente viene automatico chiedersi perché il ministero dei beni culturali si sia messo in contatto con i Mormoni e cosa c'entrino questi con la raccolta di dati anagrafici di milioni di cittadini defunti. Sul punto le sorprese non mancano davvero. Diciamo subito che gli esponenti della confessione, ufficialmente, sono mossi da una ragione teologica. In sostanza secondo il loro credo è fondamentale ricostruire l'albero genealogico, per potersi far battezzare al posto di ciascun antenato individuato e poterlo così reincontrare in paradiso. Si dice che un mormone può farsi battezzare decine di volte e dare così ai suoi antenati la possibilità di accedere alla salvezza. Insomma, è la religione ad aver fatto diventare i Mormoni i più grandi cacciatori di dati anagrafici al mondo, a tal punto interessati da affrontare le schedature a proprie spese. E qui entra in scena il governo italiano (non il solo, a dir le verità), che consapevole di questo stato di cose ha deciso di fare due conti. Visto che per digitalizzare gli archivi lo stato spenderebbe una cifra che al momento non si può assolutamente permettere, ecco che al ministero di Bondi hanno pensato di rivolgersi a chi ha propri interessi particolari a fare il «lavoraccio.. Il tutto, di conseguenza, a costo zero per lo stato, dal momento che il sacrifico economico è solo sulle spalle dei Mormoni. Si dice che le risorse messe sul piatto dalla loro chiesa potrebbero valere circa 25 milioni di curo. La strategia del costo zero, tra l'altro, è stata scelta qualche tempo fa dal Mibac con l'accordo con Google books per digitalizzare un milione di libri non coperti dal diritto d'autore. Tornando ai contatti con i Mormoni, al momento il ministero sta trattando l'accordo con FamilySearch, una fondazione senza scopo di lucro crede della Gsu (Genealogical Society of Utah), organizzazione interamente finanziata dalla chiesa mormone. ItaliaOggi ha avuto conferma dei contatti in corso direttamente dalle parti interessate, ovvero Luciano Scala, che guida la direzione generale per gli archivi del Mibac, e Walter Zafarana, rappresentante in Italia di FamilySearch. L'accordo, hanno precisato entrambi, è in via di perfezionamento. All'orizzonte, però, potrebbe esserci qualche ostacolo. In primis una questione legale, relativa al rispetto della privacy e all'uso che poi di questi dati si andrà a fare negli Usa. Già, perché se l'obiettivo del ministero è legittimo, ovvero mettere a disposizione gratuitamente questi dati in Italia, qualche dubbio si pone su cosa accadrà una volta che le informazioni arriveranno nello Utah. Si dà infatti il caso che, secondo un modus operandi che i Mormoni utilizzano anche con altri governi, l'originale di ogni schedatura viene mandato nella sede centrale dello Utah. Qui c'e anche la Family History Library, ovvero la mega-biblioteca di FamilySearch che detiene l'incredibile cifra di 2 miliardi di dati archiviati. In più nello Utah hanno sede società che fanno fior di affari con l'uso di alcuni dati anagrafici. Apparirebbe allora giustificato qualche allarme che in questi momenti comincia a serpeggiare all'interno dello stesso ministero dei beni culturali. Tra le altre cose alcune preoccupazioni stanno filtrando anche dal Vaticano. Pare infatti che la Cei già in passato non vedesse di buon occhio questa attività di archiviazione da parte dei Mormoni, che tempo fa avevano messo nel mirino anche gli archivi parrocchiali. Così, anche ora, Oltretevere sembra che qualcuno stia nutrendo timori circa l'opportunità dell'operazione.