Il Resto del Carlino, 8 novembre 2008
IL CASO
Scrittore denuncia il vescovo Soravito
Il vescovo ha definito l’esistenza di Gesù "storicamente provata", ma un ex seminarista lo ha querelato per "abuso di credulità popolare". Lo scrittore Luigi Cascioli è noto per le sue posizioni contro la Chiesa cattolica
Rovigo, 8 novembre 2008 - La ‘crociata’ contro la religione cattolica messa in piedi dallo scrittore Luigi Cascioli arriva anche a Rovigo e a finire nel mirino, questa volta, è addirittura il vescovo Lucio Soravito De Franceschi che è stato denunciato all’autorità giudiziaria dallo stesso scrittore per sostituzione di persona e abuso della credulità popolare.
Niente di ‘personale’, ovviamente, perché Cascioli, a quanto pare, non ha nemmeno mai visto il vescovo. Sotto i suoi occhi, però, sarebbe finito uno dei suoi messaggio pastorale (quello del 23 dicembre 2005) in cui monsignor Soravito spiegava che "Dio (Gesù) nascendo in un luogo ben definito, Betlemme, e in un preciso momento storico, non era un mito, nè una favola, ma «una realtà che appartiene alla nostra storia".
Parole non condivise da Cascioli che, invece, identifica Gesù con un’altra persona vissuta in quel tempo profilando quindi il reato di sostituzione di persona.
"Ai sensi dell’articolo 661 del codice penale — spiega inoltre Cascioli — si ha abuso della credulità popolare quando taluno trae in inganno una moltitudine di persone. Nel caso di specie, i ministri del culto della chiesa cattolica, come monsignor Lucio Soravito de Franceschi, commettendo dei falsi storici (quindi presentando come veri e realmente accaduti dei fatti inventati funzionali alla dottrina religiosa) ingannano tutte le persone che vengono a contatto con l’insegnamento di tale religione inducendoli a credere nella stessa sulla base non di argomentazioni puramente teologiche (del tutto lecite e ammissibili), ma sulla base di un’ingannevole rappresentazione dei fatti. Il reato è contravvenzionale, per cui è sufficiente l’elemento psicologico della colpa, che è certamente riscontrabile in tutti i ministri del culto cattolico (quindi anche di monsignor Lucio Soravito de Franceschi). Per quanto attiene al delitto di sostituzione di persona — conclude Cascioli — esso si riscontra allorquando un soggetto, per trarre vantaggio, induce altri in errore attribuendo, a se o ad altri, un falso nome".
Insomma, ragioni sufficienti, secondo Cascioli, per denunciare il vescovo rodigino. Ragioni che, forse, non partono dal presupposto che la fede è un dono e che nessuno è obbligato a credere. Tenendo presente che, al mondo, sono centinaia di milioni le persone che non considerano i vangeli dei «falsi storici» come Cascioli e con argomentazioni non certo campate in aria. Ad ogni modo, se si considerano tutte le religioni che esistono al mondo, e le possibili querele che potrebbero partire, tutte le procure del mondo finirebbero sommerse di carte in pochi istanti.
di m.s.
IL CASO
Scrittore denuncia il vescovo Soravito
Il vescovo ha definito l’esistenza di Gesù "storicamente provata", ma un ex seminarista lo ha querelato per "abuso di credulità popolare". Lo scrittore Luigi Cascioli è noto per le sue posizioni contro la Chiesa cattolica
Rovigo, 8 novembre 2008 - La ‘crociata’ contro la religione cattolica messa in piedi dallo scrittore Luigi Cascioli arriva anche a Rovigo e a finire nel mirino, questa volta, è addirittura il vescovo Lucio Soravito De Franceschi che è stato denunciato all’autorità giudiziaria dallo stesso scrittore per sostituzione di persona e abuso della credulità popolare.
Niente di ‘personale’, ovviamente, perché Cascioli, a quanto pare, non ha nemmeno mai visto il vescovo. Sotto i suoi occhi, però, sarebbe finito uno dei suoi messaggio pastorale (quello del 23 dicembre 2005) in cui monsignor Soravito spiegava che "Dio (Gesù) nascendo in un luogo ben definito, Betlemme, e in un preciso momento storico, non era un mito, nè una favola, ma «una realtà che appartiene alla nostra storia".
Parole non condivise da Cascioli che, invece, identifica Gesù con un’altra persona vissuta in quel tempo profilando quindi il reato di sostituzione di persona.
"Ai sensi dell’articolo 661 del codice penale — spiega inoltre Cascioli — si ha abuso della credulità popolare quando taluno trae in inganno una moltitudine di persone. Nel caso di specie, i ministri del culto della chiesa cattolica, come monsignor Lucio Soravito de Franceschi, commettendo dei falsi storici (quindi presentando come veri e realmente accaduti dei fatti inventati funzionali alla dottrina religiosa) ingannano tutte le persone che vengono a contatto con l’insegnamento di tale religione inducendoli a credere nella stessa sulla base non di argomentazioni puramente teologiche (del tutto lecite e ammissibili), ma sulla base di un’ingannevole rappresentazione dei fatti. Il reato è contravvenzionale, per cui è sufficiente l’elemento psicologico della colpa, che è certamente riscontrabile in tutti i ministri del culto cattolico (quindi anche di monsignor Lucio Soravito de Franceschi). Per quanto attiene al delitto di sostituzione di persona — conclude Cascioli — esso si riscontra allorquando un soggetto, per trarre vantaggio, induce altri in errore attribuendo, a se o ad altri, un falso nome".
Insomma, ragioni sufficienti, secondo Cascioli, per denunciare il vescovo rodigino. Ragioni che, forse, non partono dal presupposto che la fede è un dono e che nessuno è obbligato a credere. Tenendo presente che, al mondo, sono centinaia di milioni le persone che non considerano i vangeli dei «falsi storici» come Cascioli e con argomentazioni non certo campate in aria. Ad ogni modo, se si considerano tutte le religioni che esistono al mondo, e le possibili querele che potrebbero partire, tutte le procure del mondo finirebbero sommerse di carte in pochi istanti.
di m.s.