Spagna/ Oddifreddi: Crocifissi in pubblico propaganda religiosa
Problema non è ingerenza Chiesa, ma limiti laici da porre
Roma, 24 nov. (Apcom) - Fa "piacere" al matematico Piergiorgio Odifreddi "constatare che anche la Spagna, dopo tanti anni di franchismo, stia diventando un paese civile".
Commentando la sentenza della magistratura spagnola sul crocifisso nelle aule, Oddifreddi, intervistato da 'Econews', aggiunge: "Dico 'anche' perché negli Stati Uniti, che certo non si possono accusare di essere un paese anticlericale, queste cose sono sempre avvenute. Si tratta di fatti normali: forse sembrano anormali a noi che abbiamo una tradizione diversa e certo non abbiamo un'idea laicista dello Stato. Da noi, voler mettere i crocifissi nei luoghi pubblici è un modo un po' surrettizio di fare propaganda religiosa, come lo è d'altronde l'ora di religione".
"Ricordo che qualche anno fa in Italia ci fu una sentenza di un giudice che disse che si doveva togliere il crocifisso da un luogo pubblico", prosegue il matematico. "Mi colpì la reazione del mondo politico: lo stesso presidente Ciampi disse che questa era una sentenza assurda, e che non andava seguita. Mi sembrò un comportamento abbastanza singolare per un Presidente della Repubblica, e che la dice lunga su quanto da noi il concetto di laicità sia piuttosto avveniristico".
"Non credo - afferma Oddifreddi - che la Chiesa sia colpevole dell'ingerenza sullo Stato: ritiene di avere un messaggio da dare, ed è giusto che usi tutti i mezzi possibili per diffonderlo. Il problema - prosegue - è che bisognerebbe porre dei limiti, e questo è il compito della classe politica, dove però neanche i partiti sedicenti laici portano avanti una politica laica. Io, nella mia breve esperienza nel Pd, cercai di far intervenire questi argomenti sulla laicità, ma me ne andai perché ho capito che non c'era speranza. Ma c'è anche un problema intellettuale: in Italia neanche la classe intellettuale, o filosofica, anche tra coloro che si dichiarano laici, fa ostruzione di fronte all'invadere della Chiesa. Penso ad esempio a Cacciari: si dichiara laico ma spesso si rivela più papista del papa".
"Un ulteriore problema", conclude Odifreddi, "riguarda i media: a volte ciò che dice la Chiesa viene amplificato in maniera veramente esagerata. Si pensi al 'Tg1', che a volte sembra il bollettino vaticano più che il telegiornale di uno stato indipendente, o ai giornali, che mettono in prima pagina non solo ciò che dice il papa, ma anche ciò che dicono le alte gerarchie ecclesiastiche. Anziché dedicare loro ogni volta una, due pagine si potrebbe fare un trafiletto. Dunque, in parte la colpa è anche nostra, che diamo troppa attenzione a queste visioni, e poi non c'è da stupirsi che qualcuno rimanga convinto".
Problema non è ingerenza Chiesa, ma limiti laici da porre
Roma, 24 nov. (Apcom) - Fa "piacere" al matematico Piergiorgio Odifreddi "constatare che anche la Spagna, dopo tanti anni di franchismo, stia diventando un paese civile".
Commentando la sentenza della magistratura spagnola sul crocifisso nelle aule, Oddifreddi, intervistato da 'Econews', aggiunge: "Dico 'anche' perché negli Stati Uniti, che certo non si possono accusare di essere un paese anticlericale, queste cose sono sempre avvenute. Si tratta di fatti normali: forse sembrano anormali a noi che abbiamo una tradizione diversa e certo non abbiamo un'idea laicista dello Stato. Da noi, voler mettere i crocifissi nei luoghi pubblici è un modo un po' surrettizio di fare propaganda religiosa, come lo è d'altronde l'ora di religione".
"Ricordo che qualche anno fa in Italia ci fu una sentenza di un giudice che disse che si doveva togliere il crocifisso da un luogo pubblico", prosegue il matematico. "Mi colpì la reazione del mondo politico: lo stesso presidente Ciampi disse che questa era una sentenza assurda, e che non andava seguita. Mi sembrò un comportamento abbastanza singolare per un Presidente della Repubblica, e che la dice lunga su quanto da noi il concetto di laicità sia piuttosto avveniristico".
"Non credo - afferma Oddifreddi - che la Chiesa sia colpevole dell'ingerenza sullo Stato: ritiene di avere un messaggio da dare, ed è giusto che usi tutti i mezzi possibili per diffonderlo. Il problema - prosegue - è che bisognerebbe porre dei limiti, e questo è il compito della classe politica, dove però neanche i partiti sedicenti laici portano avanti una politica laica. Io, nella mia breve esperienza nel Pd, cercai di far intervenire questi argomenti sulla laicità, ma me ne andai perché ho capito che non c'era speranza. Ma c'è anche un problema intellettuale: in Italia neanche la classe intellettuale, o filosofica, anche tra coloro che si dichiarano laici, fa ostruzione di fronte all'invadere della Chiesa. Penso ad esempio a Cacciari: si dichiara laico ma spesso si rivela più papista del papa".
"Un ulteriore problema", conclude Odifreddi, "riguarda i media: a volte ciò che dice la Chiesa viene amplificato in maniera veramente esagerata. Si pensi al 'Tg1', che a volte sembra il bollettino vaticano più che il telegiornale di uno stato indipendente, o ai giornali, che mettono in prima pagina non solo ciò che dice il papa, ma anche ciò che dicono le alte gerarchie ecclesiastiche. Anziché dedicare loro ogni volta una, due pagine si potrebbe fare un trafiletto. Dunque, in parte la colpa è anche nostra, che diamo troppa attenzione a queste visioni, e poi non c'è da stupirsi che qualcuno rimanga convinto".