PROGRAMMI DIDATTICI PER LA SCUOLA PRIMARIA
D.P.R. 14 giugno 1955, n. 503
(Estratto)
Programmi per la prima e la seconda classe
L’insegnamento religioso sia considerato come fondamento e coronamento di tutta l’opera educativa. La vita scolastica abbia quotidianamente inizio con la preghiera, che è elevazione dell’anima a Dio, -seguita dalla esecuzione di un breve canto religioso o dallo ascolto di un semplice brano di musica sacra. Nel corso del ciclo l’insegnante terrà facili conversazioni sul Segno della croce, sulle principali preghiere apprese (Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre, preghiera all’Angelo custode, preghiera per i Defunti), su fatti del. Vecchio Testamento ed episodi della vita di Gesiù desunti dal Vangelo.
Nello svolgimento di tale programma si tenga presente la Guida di insegnamento religioso per le scuole elementari, pubblicata dalla Commissione superiore ecclesiastica per la revisione dei testi di religione.
Programmi per le classi terza, quarta e quinta
Quanto è detto per la Religione nel precedente ciclo è valido anche per questo secondo ciclo.
L’educazione religiosa si ispiri alla vita e all’insegnamento di Gesta, esposti nei Vangeli. La vita religiosa derivi da una sentita adesione dell’anima ai principi del Vangelo e dalla razionalità dei rapporti fra tali principi e l’applicazione della legge morale e civile.
Alle preghiere precedentemente apprese si aggiunga la Salve Regina e si spieghi più particolarmente il significato del Padre Nostro; inoltre si guidi il fanciullo alla conoscenza e all’apprendimento del Credo. Si continui nella narrazione facile ed -attraente di episodi del Vecchio Testamento (primo anno del ciclo) e del Vangelo. Nel secondo e nel terzo anno del ciclo si tengano pure facili conversazioni sui Comandamenti e sui Sacramenti, sulle Opere di misericordia corporale e spirituale, sul Santo Patrono, sulle tradizioni agio-grafiche locali, sui Santi la cui vita possa interessare particolarmente i fanciulli, sui periodi dell’anno ecclesiastico e sulla Liturgia romana;
si leggano e si commentino passi del Vangelo, accessibili alla mentalità degli alunni. Non si trascuri l’eventuale riferimento a capolavori d’arte sacra.
Nello svolgimento di tale programma si tenga presente la Guida di insegnamento religioso per le scuole elementari, pubblicata dalla Commissione superiore ecclesiastica per la revisione dei testi di religione.
L’espressione « fondamento e coronamento dell’istruzione » risale ai tempi del filosofo Giovanni Gentile, il quale, da ministro, nel 1923, la introdusse nei programmi della scuola elementare italiana. Secondo il Gentile la religione doveva essere insegnata nella scuola elementare come « filosofia inferiore », cioè come visione del mondo offerta da un sistema mitologico e perciò accessibile alla mentalità infantile. Scriveva che a lui non credente non premeva affatto che fosse insegnato nella scuola il dogma della Vergine-madre; ma, poiché la dottrina comprende anche questo dogma, diceva che egli doveva « avere il coraggio di tirar la conseguenza » che lo si dovesse insegnare. È ben vero che da questo « fondamento e coronamento » dogmatico dell’insegnamento pubblico poteva derivare la perdita « della responsabilità morale e intellettuale dell’uomo »; ma al Gentile bastava che la « libertà della ragione » fosse data dalla filosofia idealistica in quella scuola liceale che egli definiva « alimento dello spirito alle classi dirigenti » (Educazione e scuola laica, p. 133-134). La Chiesa ottenne da Mussolini, col Concordato, l’estensione del « fondamento e coronamento » a tutta l’istruzione pubblica: così l’insegnamento della dottrina cattolica entrò anche nelle scuole secondarie, inferiori e superiori.
Da “Patti Lateranensi e piccola antologia della legislazione italiana”, Dall’Oglio Editore, Varese, 1968. Pagine 51-52
D.P.R. 14 giugno 1955, n. 503
(Estratto)
Programmi per la prima e la seconda classe
L’insegnamento religioso sia considerato come fondamento e coronamento di tutta l’opera educativa. La vita scolastica abbia quotidianamente inizio con la preghiera, che è elevazione dell’anima a Dio, -seguita dalla esecuzione di un breve canto religioso o dallo ascolto di un semplice brano di musica sacra. Nel corso del ciclo l’insegnante terrà facili conversazioni sul Segno della croce, sulle principali preghiere apprese (Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre, preghiera all’Angelo custode, preghiera per i Defunti), su fatti del. Vecchio Testamento ed episodi della vita di Gesiù desunti dal Vangelo.
Nello svolgimento di tale programma si tenga presente la Guida di insegnamento religioso per le scuole elementari, pubblicata dalla Commissione superiore ecclesiastica per la revisione dei testi di religione.
Programmi per le classi terza, quarta e quinta
Quanto è detto per la Religione nel precedente ciclo è valido anche per questo secondo ciclo.
L’educazione religiosa si ispiri alla vita e all’insegnamento di Gesta, esposti nei Vangeli. La vita religiosa derivi da una sentita adesione dell’anima ai principi del Vangelo e dalla razionalità dei rapporti fra tali principi e l’applicazione della legge morale e civile.
Alle preghiere precedentemente apprese si aggiunga la Salve Regina e si spieghi più particolarmente il significato del Padre Nostro; inoltre si guidi il fanciullo alla conoscenza e all’apprendimento del Credo. Si continui nella narrazione facile ed -attraente di episodi del Vecchio Testamento (primo anno del ciclo) e del Vangelo. Nel secondo e nel terzo anno del ciclo si tengano pure facili conversazioni sui Comandamenti e sui Sacramenti, sulle Opere di misericordia corporale e spirituale, sul Santo Patrono, sulle tradizioni agio-grafiche locali, sui Santi la cui vita possa interessare particolarmente i fanciulli, sui periodi dell’anno ecclesiastico e sulla Liturgia romana;
si leggano e si commentino passi del Vangelo, accessibili alla mentalità degli alunni. Non si trascuri l’eventuale riferimento a capolavori d’arte sacra.
Nello svolgimento di tale programma si tenga presente la Guida di insegnamento religioso per le scuole elementari, pubblicata dalla Commissione superiore ecclesiastica per la revisione dei testi di religione.
L’espressione « fondamento e coronamento dell’istruzione » risale ai tempi del filosofo Giovanni Gentile, il quale, da ministro, nel 1923, la introdusse nei programmi della scuola elementare italiana. Secondo il Gentile la religione doveva essere insegnata nella scuola elementare come « filosofia inferiore », cioè come visione del mondo offerta da un sistema mitologico e perciò accessibile alla mentalità infantile. Scriveva che a lui non credente non premeva affatto che fosse insegnato nella scuola il dogma della Vergine-madre; ma, poiché la dottrina comprende anche questo dogma, diceva che egli doveva « avere il coraggio di tirar la conseguenza » che lo si dovesse insegnare. È ben vero che da questo « fondamento e coronamento » dogmatico dell’insegnamento pubblico poteva derivare la perdita « della responsabilità morale e intellettuale dell’uomo »; ma al Gentile bastava che la « libertà della ragione » fosse data dalla filosofia idealistica in quella scuola liceale che egli definiva « alimento dello spirito alle classi dirigenti » (Educazione e scuola laica, p. 133-134). La Chiesa ottenne da Mussolini, col Concordato, l’estensione del « fondamento e coronamento » a tutta l’istruzione pubblica: così l’insegnamento della dottrina cattolica entrò anche nelle scuole secondarie, inferiori e superiori.
Da “Patti Lateranensi e piccola antologia della legislazione italiana”, Dall’Oglio Editore, Varese, 1968. Pagine 51-52