giovedì 15 gennaio 2009

Leggi liberali o guerre di religione?

Leggi liberali o guerre di religione?

Europa del 15 gennaio 2009, pag. 7

di Federico Orlando

Dopo l’intervista di Fabio Fazio a Beppino Englaro, la destra clericofascista ha confermato che governo e maggioranza presenteranno una legge sul testamento biologico che imporrà la nutrizione e l’idratazione col sondino come cure obbligatorie, non più dunque trattamenti sanitari che il malato possa rifiutare ai sensi della Costituzione. E’ l’ennesimo rigurgito dell’ "ondata neoguelfa" (la Repubblica) sui temi bioetici; mentre pressanti si fanno le richieste finanziarie per la "sanità cattolica" nel Lazio, dopo la contestazione dei tagli di Tremonti alle scuole private.



Un’"ondata neoguelfa" investe perfino lo yoga, ponendo il dilemma (?) se esso sia o no compatibile con la morale della macerazione della carne, che contagia molte religioni. A loro volta, i fondamentalisti teocon (Foglio, Giornale, Libero), dopo gli attacchi alla cautela del cardinale Tettamanzi sulle preghiere pubbliche dei musulmani, rilanciano la campagna bushiana contro il fondamentalismo islamico: sempre sperando di infiammare la cultura della guerra di religione, che, a loro pensare, è la sola capace di riaccendere lo spirito identitario dell’Occidente. Di tutt’altro parere il pur cauteloso mondo delle istituzioni, che per bocca del presidente della Consulta, Flick, ha sollecitato il parlamento a «legiferare sui diritti dagli incerti confini», vedi coppie di fatto, testamento biologico, fecondazione assistita, ricerche embrionali, per evitare che i giudici debbano sostituirsi al legislatore: come la Corte costituzionale ha dovuto fare sul conflitto parlamento-cassazione per il caso Englaro, e come dovrà fare per i ricorsi che s’abbattono sulla legge 40. Che costringe le coppie all’«esilio procreativo» (l’Unità) per avere l’eterologa e la diagnosi preimpianto.



Il risultato è che a Genova muove i primi passi una campagna non anticlericale ma ateista, con pubblicità sugli autobus, corriera già successo in Inghilterra, Stati Uniti, Spagna. Il cappellano della destra, Baget Bozzo, si duole perché non c’è un’autorità capace di tenerci nella retta via (La Stampa), dimenticando che non c’è più il mondo dove quel tipo di autorità possa allignare; e che angariare i cittadini trasformando in divieti giuridici i divieti religiosi è anticristiano e antiliberale, e comporta una reazione, come la propaganda atea, che a sua volta di liberale non ha né può avere assolutamente nulla. Fondamentalismo contro fondamentalismo. Come videro i nostri bisnonni negli «anni del dilaceramento», seguiti all’unità d’Italia, quando alle scomuniche clericali si rispondeva con le statue a Giordano Bruno «qui dove il rogo arse».