La Repubblica 14.1.09
Attacco a Alberto: "Ha firmato quelle norme"
Vaticano contro il re del Belgio "Embrioni, legge agghiacciante"
CITTÀ DEL VATICANO - E´ polemica tra la Chiesa cattolica e Alberto II di Belgio, re timorato di Dio ma colpevole - agli occhi dei vescovi belgi e del Vaticano - di aver promulgato nei giorni scorsi una legge che definisce l´essere umano in divenire, compresi embrioni e feti, come «materiale corporeo umano» disponibile per le applicazioni mediche o la ricerca scientifica. Si tratta di una normativa «agghiacciante», ha attaccato l´episcopato del Belgio in una nota che è stata rilanciata ieri dall´Osservatore Romano.
Nel comunicato ripreso dall´organo vaticano si lamenta l´amarezza per il comportamento di Alberto, che non ha rifiutato la sua firma alla nuova legge approvata dal Parlamento nello scorso dicembre. Ben diverso - si ricorda in Vaticano - l´atteggiamento di suo fratello, re Baldovino, il quale preferì abdicare per due giorni nel 1989 piuttosto che firmare la legge sull´aborto.
I vescovi belgi mettono sotto accusa in particolare l´articolo 2 comma 1 della legge belga che ammette l´ottenimento e l´utilizzazione a fini medici e scientifici di «tutto il materiale biologico umano, compresi tessuti, cellule, gameti, embrioni, feti, così come le sostanze che ne vengono estratte, qualunque sia il grado di trasformazione».
Il progetto di legge, passato con il «sì» definitivo della Camera (95 voti a favore, 34 astensioni e nessun «no»), fa del cattolico Belgio - ha sottolineato l´Osservatore Romano - uno dei pochi stati europei ad aver promulgato una normativa relativa alla ricerca sugli embrioni. Segue in questo la Gran Bretagna, che dal 2002 ha creato una «banca» per le cellule staminali di origine embrionale, e la Spagna che - ha ricordato ancora il giornale vaticano - permette l´uso di tutte le tecniche utili all´ottenimento di cellule embrionali umane a fini terapeutici.
Attacco a Alberto: "Ha firmato quelle norme"
Vaticano contro il re del Belgio "Embrioni, legge agghiacciante"
CITTÀ DEL VATICANO - E´ polemica tra la Chiesa cattolica e Alberto II di Belgio, re timorato di Dio ma colpevole - agli occhi dei vescovi belgi e del Vaticano - di aver promulgato nei giorni scorsi una legge che definisce l´essere umano in divenire, compresi embrioni e feti, come «materiale corporeo umano» disponibile per le applicazioni mediche o la ricerca scientifica. Si tratta di una normativa «agghiacciante», ha attaccato l´episcopato del Belgio in una nota che è stata rilanciata ieri dall´Osservatore Romano.
Nel comunicato ripreso dall´organo vaticano si lamenta l´amarezza per il comportamento di Alberto, che non ha rifiutato la sua firma alla nuova legge approvata dal Parlamento nello scorso dicembre. Ben diverso - si ricorda in Vaticano - l´atteggiamento di suo fratello, re Baldovino, il quale preferì abdicare per due giorni nel 1989 piuttosto che firmare la legge sull´aborto.
I vescovi belgi mettono sotto accusa in particolare l´articolo 2 comma 1 della legge belga che ammette l´ottenimento e l´utilizzazione a fini medici e scientifici di «tutto il materiale biologico umano, compresi tessuti, cellule, gameti, embrioni, feti, così come le sostanze che ne vengono estratte, qualunque sia il grado di trasformazione».
Il progetto di legge, passato con il «sì» definitivo della Camera (95 voti a favore, 34 astensioni e nessun «no»), fa del cattolico Belgio - ha sottolineato l´Osservatore Romano - uno dei pochi stati europei ad aver promulgato una normativa relativa alla ricerca sugli embrioni. Segue in questo la Gran Bretagna, che dal 2002 ha creato una «banca» per le cellule staminali di origine embrionale, e la Spagna che - ha ricordato ancora il giornale vaticano - permette l´uso di tutte le tecniche utili all´ottenimento di cellule embrionali umane a fini terapeutici.