La Repubblica 17.1.09
Stop agli ateo-bus "Slogan offensivi" esulta la Chiesa
di Michela Bompani e Raffaele Niri
Il sindaco di Genova: nuova data per il Gay Pride
La campagna respinta dalla concessionaria di pubblicità dei mezzi pubblici: ce lo impone la legge
GENOVA - L´Ateo-bus resta in rimessa: la concessionaria di pubblicità accoglie il pressante invito della Curia e per le strade di Genova non viaggeranno mezzi pubblici "provocatori". Nello stesso giorno l´amministrazione comunale della città decide di concedere la sponsorizzazione al Gay Pride nazionale anche se chiede agli organizzatori di spostare la data, già fissata in coincidenza del Corpus Domini. E, tra le motivazioni, il sindaco Marta Vincenzi spara una carta a sorpresa: «Non vorremmo dover imporre ai gay cattolici una scelta dirompente tra il Pride e la processione».
Giornata campale, tra sesso e fede, per il capoluogo ligure. Al mattino è Fabrizio Du Chene, amministratore delegato della IGP, concessionaria della pubblicità sui mezzi pubblici genovesi (e su quelli di tutta Italia) a chiudere il primo capitolo, quello degli ateo-bus ("La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno"): «Ci sono due articoli del codice di autodisciplina che rendono impossibile la campagna: l´articolo 10 - la pubblicità non deve essere offensiva - e l´articolo 46 - le campagne sociali non devono ledere gli interessi di alcuno. Non si tratta di seguire, o meno, le indicazioni della Chiesa: noi ci muoviamo autonomamente e applichiamo sempre il nostro codice. Succede per la pornografia, succede anche in questo caso. E poi, francamente, mi pare che l´Unione atei abbia raggiunto il suo obiettivo. E senza spendere un euro». È un no definitivo? «La decisione è questa - risponde l´Igp - e costituisce anche un precedente: noi operiamo in tutta Italia, siamo soliti darci delle regole e rispettarle».
Tace il presidente della Cei (e arcivescovo di Genova) Angelo Bagnasco - in viaggio da Fatima - ma gongola monsignor Marco Granara, rettore del Santuario della Guardia: «Una minoranza di quaranta persone ha tenuto sveglia l´intera nazione su un tema che, in fondo, non è loro». L´Uaar, attraverso il suo segretario generale, Raffaele Carcano, ribatte: «Biancheria intima e villaggi vacanze sì, ma guai a chiedere uno spazio pubblicitario per dire che Dio non esiste. In questo paese non c´è spazio per dichiararsi atei, pena la censura».
Qualcosa, invece, potrebbe cambiare sul Gay Pride. Assicurato il patrocinio culturale del Comune alla manifestazione, il sindaco Marta Vincenzi ha chiesto agli organizzatori un incontro urgente, la prossima settimana. «I problemi, nel caso di una sovrapposizione con il Corpus Domini, sono notevoli - ragiona il sindaco - Esistono problemi logistici, esiste una questione di vigili urbani (non ne abbiamo abbastanza per tutelare entrambe le manifestazioni contemporaneamente) e non vorremmo provocare problemi di coscienza nei gay cattolici». A sorpresa i gay dimostrano una disponibilità totale, anche all´ipotesi di cambiare data: «Lo abbiamo detto dall´inizio, la nostra disponibilità a discutere di tutte le questioni organizzative (percorso, disponibilità delle piazze, supporto tecnico, la stessa data) è completa. Tutto il movimento LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuati) punta ad arrivare, quanto prima, a una decisione condivisa.
Per il sindaco la doppia dimostrazione che «Genova è una città aperta: l´Uaar ha ottenuto una straordinaria pubblicità, con gli organizzatori del Pride c´è un confronto aperto e alla luce del sole, nel rispetto di tutti».
Risponde Corrado Augias
Gent. Dr. Augias, su alcuni autobus di Londra sono apparse scritte pubblicitarie: annunciano che probabilmente Dio non esiste. Anche a Genova, per conto della «Associazione Atei, Agnostici e Razionalisti», gireranno autobus con la pubblicità della cattiva notizia che Dio non esiste e con la buona che non ne abbiamo bisogno. Sappiamo che la pubblicità non è solo l'anima del commercio, ma anche un mezzo per conquistare il potere, tuttavia mi sembra che questa pubblicità necessiti di ben altro della fiancata di un bus. Ho udito però (Tg di varie reti) che: «Anche nella ex-cattolicissima Spagna, a Barcellona, viaggiano bus con la stessa scritta». Perché ex-cattolicissima? Cosa è accaduto in Spagna perché i cattolici o una parte di essi non lo siano più? Freud colpisce talvolta a tradimento ed è per questo che esso ha avuto un successo relativo, ma le sembra che la presenza di un premier di orientamento non confessionale basti a mettere in crisi un sentimento religioso? Oppure quella definizione è solo la conferma che potere e religione cattolica sono da sempre a braccetto nella mente di tutti, dico tutti? L'ateismo non è praticamente esistito fino all'Illuminismo: è per tale origine che quell'uovo dei «pensatori liberi» (vede come suona diverso da «liberi pensatori»? Ohibò!), viene regolarmente trasformato in frittata dal Papa?
Giovanni Meschini giovanni.moschini4@tin.it
Quegli autobus, intanto, non gireranno per Genova. La richiesta degli atei di avere quello spazio pubblicitario è stata infatti respinta. Probabilmente ha avuto effetto la minaccia, nemmeno velata, contenuta nel comunicato della Curia di quella città: «In quanto al fatto che la pubblicità dovrebbe essere esposta sugli autobus, un bene per la comunità e per la città, è pensabile che coloro che dirigono l'azienda abbiano la capacità di valutare se sia davvero vantaggioso per loro accettarla». Parole che stupiscono. Avrei capito il rammarico, lo sdegno, il rifiuto. Ricorrere ad un'allusione che ricorda da vicino l'ambiguo linguaggio della mafia è indegno di ogni istituzione, massime se religiosa. Mi auguro, se ci sarà un prossimo comunicato, che sia più all'altezza. Un sindacato autonomo aveva perfino proposto che gli autisti facessero obiezione di coscienza.
Quelle scritte non mi entusiasmano, ma ci sono anche immagini pubblicitarie che a me paiono volgari o indecenti. Non è una buona ragione per chiederne l'abolizione se non viene violato il Codice penale. Che Dio esista o no è questione che ognuno dovrebbe risolvere nel chiuso della sua coscienza. Tuttavia, piacciano o no, quelle scritte rientrano nella libertà di espressione. Tanto più che lo slogan italiano a me sembra il più elegante tra quelli che si vedono a New York, Londra, Barcellona. Sui bus londinesi per esempio è scritto: "Dio non esiste, goditi la vita". Trovata di basso profilo che tra l'altro coinvolge la famosa questione se esista un'etica senza Dio. Ovviamente esiste, ma c'è chi dissente e ritiene che la minaccia divina aiuti a far comportare bene le persone. A Genova, con più humour, era previsto di scrivere: "La cattiva notizia è che Dio non c'è; la buona, che possiamo farne a meno".
Stop agli ateo-bus "Slogan offensivi" esulta la Chiesa
di Michela Bompani e Raffaele Niri
Il sindaco di Genova: nuova data per il Gay Pride
La campagna respinta dalla concessionaria di pubblicità dei mezzi pubblici: ce lo impone la legge
GENOVA - L´Ateo-bus resta in rimessa: la concessionaria di pubblicità accoglie il pressante invito della Curia e per le strade di Genova non viaggeranno mezzi pubblici "provocatori". Nello stesso giorno l´amministrazione comunale della città decide di concedere la sponsorizzazione al Gay Pride nazionale anche se chiede agli organizzatori di spostare la data, già fissata in coincidenza del Corpus Domini. E, tra le motivazioni, il sindaco Marta Vincenzi spara una carta a sorpresa: «Non vorremmo dover imporre ai gay cattolici una scelta dirompente tra il Pride e la processione».
Giornata campale, tra sesso e fede, per il capoluogo ligure. Al mattino è Fabrizio Du Chene, amministratore delegato della IGP, concessionaria della pubblicità sui mezzi pubblici genovesi (e su quelli di tutta Italia) a chiudere il primo capitolo, quello degli ateo-bus ("La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno"): «Ci sono due articoli del codice di autodisciplina che rendono impossibile la campagna: l´articolo 10 - la pubblicità non deve essere offensiva - e l´articolo 46 - le campagne sociali non devono ledere gli interessi di alcuno. Non si tratta di seguire, o meno, le indicazioni della Chiesa: noi ci muoviamo autonomamente e applichiamo sempre il nostro codice. Succede per la pornografia, succede anche in questo caso. E poi, francamente, mi pare che l´Unione atei abbia raggiunto il suo obiettivo. E senza spendere un euro». È un no definitivo? «La decisione è questa - risponde l´Igp - e costituisce anche un precedente: noi operiamo in tutta Italia, siamo soliti darci delle regole e rispettarle».
Tace il presidente della Cei (e arcivescovo di Genova) Angelo Bagnasco - in viaggio da Fatima - ma gongola monsignor Marco Granara, rettore del Santuario della Guardia: «Una minoranza di quaranta persone ha tenuto sveglia l´intera nazione su un tema che, in fondo, non è loro». L´Uaar, attraverso il suo segretario generale, Raffaele Carcano, ribatte: «Biancheria intima e villaggi vacanze sì, ma guai a chiedere uno spazio pubblicitario per dire che Dio non esiste. In questo paese non c´è spazio per dichiararsi atei, pena la censura».
Qualcosa, invece, potrebbe cambiare sul Gay Pride. Assicurato il patrocinio culturale del Comune alla manifestazione, il sindaco Marta Vincenzi ha chiesto agli organizzatori un incontro urgente, la prossima settimana. «I problemi, nel caso di una sovrapposizione con il Corpus Domini, sono notevoli - ragiona il sindaco - Esistono problemi logistici, esiste una questione di vigili urbani (non ne abbiamo abbastanza per tutelare entrambe le manifestazioni contemporaneamente) e non vorremmo provocare problemi di coscienza nei gay cattolici». A sorpresa i gay dimostrano una disponibilità totale, anche all´ipotesi di cambiare data: «Lo abbiamo detto dall´inizio, la nostra disponibilità a discutere di tutte le questioni organizzative (percorso, disponibilità delle piazze, supporto tecnico, la stessa data) è completa. Tutto il movimento LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuati) punta ad arrivare, quanto prima, a una decisione condivisa.
Per il sindaco la doppia dimostrazione che «Genova è una città aperta: l´Uaar ha ottenuto una straordinaria pubblicità, con gli organizzatori del Pride c´è un confronto aperto e alla luce del sole, nel rispetto di tutti».
Risponde Corrado Augias
Gent. Dr. Augias, su alcuni autobus di Londra sono apparse scritte pubblicitarie: annunciano che probabilmente Dio non esiste. Anche a Genova, per conto della «Associazione Atei, Agnostici e Razionalisti», gireranno autobus con la pubblicità della cattiva notizia che Dio non esiste e con la buona che non ne abbiamo bisogno. Sappiamo che la pubblicità non è solo l'anima del commercio, ma anche un mezzo per conquistare il potere, tuttavia mi sembra che questa pubblicità necessiti di ben altro della fiancata di un bus. Ho udito però (Tg di varie reti) che: «Anche nella ex-cattolicissima Spagna, a Barcellona, viaggiano bus con la stessa scritta». Perché ex-cattolicissima? Cosa è accaduto in Spagna perché i cattolici o una parte di essi non lo siano più? Freud colpisce talvolta a tradimento ed è per questo che esso ha avuto un successo relativo, ma le sembra che la presenza di un premier di orientamento non confessionale basti a mettere in crisi un sentimento religioso? Oppure quella definizione è solo la conferma che potere e religione cattolica sono da sempre a braccetto nella mente di tutti, dico tutti? L'ateismo non è praticamente esistito fino all'Illuminismo: è per tale origine che quell'uovo dei «pensatori liberi» (vede come suona diverso da «liberi pensatori»? Ohibò!), viene regolarmente trasformato in frittata dal Papa?
Giovanni Meschini giovanni.moschini4@tin.it
Quegli autobus, intanto, non gireranno per Genova. La richiesta degli atei di avere quello spazio pubblicitario è stata infatti respinta. Probabilmente ha avuto effetto la minaccia, nemmeno velata, contenuta nel comunicato della Curia di quella città: «In quanto al fatto che la pubblicità dovrebbe essere esposta sugli autobus, un bene per la comunità e per la città, è pensabile che coloro che dirigono l'azienda abbiano la capacità di valutare se sia davvero vantaggioso per loro accettarla». Parole che stupiscono. Avrei capito il rammarico, lo sdegno, il rifiuto. Ricorrere ad un'allusione che ricorda da vicino l'ambiguo linguaggio della mafia è indegno di ogni istituzione, massime se religiosa. Mi auguro, se ci sarà un prossimo comunicato, che sia più all'altezza. Un sindacato autonomo aveva perfino proposto che gli autisti facessero obiezione di coscienza.
Quelle scritte non mi entusiasmano, ma ci sono anche immagini pubblicitarie che a me paiono volgari o indecenti. Non è una buona ragione per chiederne l'abolizione se non viene violato il Codice penale. Che Dio esista o no è questione che ognuno dovrebbe risolvere nel chiuso della sua coscienza. Tuttavia, piacciano o no, quelle scritte rientrano nella libertà di espressione. Tanto più che lo slogan italiano a me sembra il più elegante tra quelli che si vedono a New York, Londra, Barcellona. Sui bus londinesi per esempio è scritto: "Dio non esiste, goditi la vita". Trovata di basso profilo che tra l'altro coinvolge la famosa questione se esista un'etica senza Dio. Ovviamente esiste, ma c'è chi dissente e ritiene che la minaccia divina aiuti a far comportare bene le persone. A Genova, con più humour, era previsto di scrivere: "La cattiva notizia è che Dio non c'è; la buona, che possiamo farne a meno".