Il Centro 25.8.08
Iniziativa all'Aquila di Padre Quirino
Messa per Nietzsche, il vescovo è d’accordo
Molinari: ma evitiamo di beatificarlo
In pochi alla celebrazione a San Bernardino
di Giampiero Giancarli
L’AQUILA. L’idea di celebrare una messa in ricordo del filosofo tedesco Friedrich Wilhelm Nietzsche, clamorosa sotto il profilo culturale, non ha riscosso l’interesse dei fedeli. Non più di trenta persone, infatti, hanno partecipato alla funzione officiata da padre Quirino Salomone, nella basilica di San Bernardino. Il vescovo Molinari è d’accordo sull’iniziativa: ma evitiamo di beatificare il filosofo.
Anzi, a dire il vero, sembrava che dopo l’uscita dal luogo di culto della gente che aveva partecipato della precedente messa, la basilica fosse destinata a restare deserta ma poi, alla spicciolata, sono arrivati alcuni fedeli che hanno assistito alla funzione religiosa. L’orario delle 19,30, del resto, non era certo quello più adatto per attendersi una gran folla nella grande basilica bernardinana.
Tra i presenti anche persone che nulla sapevano del pur famoso filosofo tedesco, morto nel 1900, e ancora meno del clamore suscitato dall’iniziativa di padre Salomone. E qualcuno, forse, è rimasto inizialmente spaesato dalla lunga e appassionata omelia del sacedote, in parte intrisa di contenuti filosofici di spessore, ma poi tutti sono stati coinvolti dalle indubbie facoltà oratorie di padre Quirino.
«Se questo filosofo con le sue opere è stato un male per la Chiesa», ha detto padre Quirino «io invoco la pietà di Cristo anche per lui». E questo, come ha tenuto a precisare il frate francescano, rientra perfettamente nel messaggio del Perdono celestiniano.
«Il Padre», ha aggiunto inoltre il rettore della basilica, «ama tutti i suoi figli e ha una particolare predilezione per chi si allontana da lui e quindi per chi ne ha più bisogno. Questa è una provocazione per risvegliare la fede. Non dimentichiano che i martiri non hanno mai maledetto i loro carnefici, semmai ne hanno chiesto al Padre la salvezza. Dobbiamo ricordarci che nessuno è mai escluso dalal misericordia di Dio».
Sull’iniziativa di una messa in onore del filosofo si registra anche una presa di posizione dell’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari. «C’è una discussione sull’ateismo di questo filosofo, e alcune pagine delle sue opere sembrano contrarie alla religione cattolica» ha commentato il prelato «ma sono stati molti coloro che hanno visto del positivo in queste dissertazioni. La sua avversione non è nei confronti di Dio e della Bibbia ma contro alcune forme di religione che non sono autentiche. Questo deriva da esperienze personali difficili».
«In fondo» prosegue «la Chiesa non deve fare altro che predicare la misericordia divina. Anche Giuda, qualora si fose pentito, sarebbe stato perdonato. Nessuno, per il Signore, è perduto. Pregare per una persona che ha avuto tanti legami con questa città è sempre giusto specie se ha sbagliato. L’importante è non strumentalizzare il messaggio evitando il rischio di una “beatificazione” del filosofo in questione. Conosco bene il professor Arturo Conte e sono certo che non volesse dire nulla di contrario alla fede».
Padre Quirino, infine, non ha escluso in futuro un convegno su queste tematiche.
Iniziativa all'Aquila di Padre Quirino
Messa per Nietzsche, il vescovo è d’accordo
Molinari: ma evitiamo di beatificarlo
In pochi alla celebrazione a San Bernardino
di Giampiero Giancarli
L’AQUILA. L’idea di celebrare una messa in ricordo del filosofo tedesco Friedrich Wilhelm Nietzsche, clamorosa sotto il profilo culturale, non ha riscosso l’interesse dei fedeli. Non più di trenta persone, infatti, hanno partecipato alla funzione officiata da padre Quirino Salomone, nella basilica di San Bernardino. Il vescovo Molinari è d’accordo sull’iniziativa: ma evitiamo di beatificare il filosofo.
Anzi, a dire il vero, sembrava che dopo l’uscita dal luogo di culto della gente che aveva partecipato della precedente messa, la basilica fosse destinata a restare deserta ma poi, alla spicciolata, sono arrivati alcuni fedeli che hanno assistito alla funzione religiosa. L’orario delle 19,30, del resto, non era certo quello più adatto per attendersi una gran folla nella grande basilica bernardinana.
Tra i presenti anche persone che nulla sapevano del pur famoso filosofo tedesco, morto nel 1900, e ancora meno del clamore suscitato dall’iniziativa di padre Salomone. E qualcuno, forse, è rimasto inizialmente spaesato dalla lunga e appassionata omelia del sacedote, in parte intrisa di contenuti filosofici di spessore, ma poi tutti sono stati coinvolti dalle indubbie facoltà oratorie di padre Quirino.
«Se questo filosofo con le sue opere è stato un male per la Chiesa», ha detto padre Quirino «io invoco la pietà di Cristo anche per lui». E questo, come ha tenuto a precisare il frate francescano, rientra perfettamente nel messaggio del Perdono celestiniano.
«Il Padre», ha aggiunto inoltre il rettore della basilica, «ama tutti i suoi figli e ha una particolare predilezione per chi si allontana da lui e quindi per chi ne ha più bisogno. Questa è una provocazione per risvegliare la fede. Non dimentichiano che i martiri non hanno mai maledetto i loro carnefici, semmai ne hanno chiesto al Padre la salvezza. Dobbiamo ricordarci che nessuno è mai escluso dalal misericordia di Dio».
Sull’iniziativa di una messa in onore del filosofo si registra anche una presa di posizione dell’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari. «C’è una discussione sull’ateismo di questo filosofo, e alcune pagine delle sue opere sembrano contrarie alla religione cattolica» ha commentato il prelato «ma sono stati molti coloro che hanno visto del positivo in queste dissertazioni. La sua avversione non è nei confronti di Dio e della Bibbia ma contro alcune forme di religione che non sono autentiche. Questo deriva da esperienze personali difficili».
«In fondo» prosegue «la Chiesa non deve fare altro che predicare la misericordia divina. Anche Giuda, qualora si fose pentito, sarebbe stato perdonato. Nessuno, per il Signore, è perduto. Pregare per una persona che ha avuto tanti legami con questa città è sempre giusto specie se ha sbagliato. L’importante è non strumentalizzare il messaggio evitando il rischio di una “beatificazione” del filosofo in questione. Conosco bene il professor Arturo Conte e sono certo che non volesse dire nulla di contrario alla fede».
Padre Quirino, infine, non ha escluso in futuro un convegno su queste tematiche.