martedì 30 giugno 2009

Il Paese delle reliquie

La Repubblica 30.6.09
Il Paese delle reliquie
di Jenner Meletti

Dopo la scoperta dei resti di San Paolo, viaggio nell´Italia che venera il corpo dei santi. Per capire le ragioni di un culto millenario
I resti di San Paolo sono solo l´ultimo ritrovamento E daranno vita a un nuovo culto. Perché in Italia la venerazione delle reliquie è antichissima E ancora oggi molto diffusa. Ecco perché
C´è concorrenza, fra i santuari, perché i pellegrini sono anche turisti che portano denari
C´è chi ha bisogno di vedere, e magari toccare per cercare una conferma al proprio credo

Lo ricorderà per sempre, quel giorno del 1965. «Ero un giovane seminarista, ma potei assistere alla riesumazione del corpo di don Luigi Orione, nel santuario della Madonna della Guardia a Tortona. Erano passati 25 anni dalla sua morte: il corpo era intatto, ancora elastico. Prima di riporlo nell´urna di marmo, gli tagliarono la barba. Gli era cresciuta anche dopo la morte». Don Flavio Peloso allora aveva 13 anni e adesso è il superiore generale dell´Opera don Orione. Il ritrovamento della tomba di San Paolo («Sono stati trovati i resti - ha detto papa Benedetto XVI - di una persona vissuta fra il I e il II secolo») gli fa tornare alla mente quel giorno del 1965. «Non avevo nessuna paura. I superiori mi dissero che potevo avvicinarmi al corpo del nostro fondatore e io accettai l´invito. Mi fece tanta tenerezza, vedere quel volto che fino ad allora avevo visto solo in fotografia. Era davvero il corpo di un santo. Lo capimmo tutti, anche se per la canonizzazione abbiamo dovuto aspettare il 16 maggio 2004».
Il corpo di don Orione è ancora a Tortona, il suo cuore invece è a Claypole, vicino a Buenos Aires. «Può sembrare strana, questa venerazione del corpo dei Santi, ma solo a chi non conosce la religione cattolica. Alla base di tutto c´è l´affetto e questo vale per tutti i defunti. Si conserva un oggetto, una fotografia, si va al cimitero. Vado spesso in Madagascar e lì, ogni cinque o sei anni, i morti vengono levati dalle tombe, ripuliti, rivestiti con nuovi abiti… Per i cattolici c´è qualcosa in più: si rispetta il corpo che è tempio e opera di Dio ed è annuncio di resurrezione. Per il corpo del santo c´è una venerazione più alta perché è stato testimone e strumento di opere di santità».
L´annuncio del papa sulla scoperta che «sembra confermare l´unanime e incontrastata tradizione che si tratti dei resti mortali dell´apostolo Paolo» provoca, nel superiore degli «Orionini», una forte emozione. «Per noi cristiani queste non sono solo notizie di grande valore archeologico e artistico, ma costituiscono un prezioso documento sulla nostra fede cristiana che viene da una storia che ha fatto storia e ha lasciato tracce storiche. Non è una mitologia, una filosofia, una morale ben pensata. Non è una creazione dell´uomo ma un evento storico accaduto e che come tale ha lasciato tracce e documenti certi, accessibili, non equivoci. La storia della salvezza "avvenne", "il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi". E´ davvero importante trovare conferme storiche. Viviamo in un mondo dove c´è chi, a pochi decenni di distanza, cerca di negare l´Olocausto».
Non è semplice nemmeno dopo la morte, la vicenda dei santi. «Nel 1977 - racconta don Flavio Peloso - a Tortona ci fu una grande alluvione che allagò anche la cripta del santuario. Noi potemmo riaprire la tomba di don Orione solo nel 1980, l´anno della beatificazione. Il corpo era deteriorato e allora fu decisa la "mummificazione artificiale". In pratica, si usano sostanze chimiche che essicano il corpo. E così abbiamo potuto esporre il corpo, in una teca. Arrivano fedeli da tutto il mondo. C´è chi ha bisogno di "vedere", e magari toccare, per cercare una conferma nella fede. I tecnici, sempre nel 1980, ci spiegarono che con la mummificazione gli organi interni sarebbero stati perduti e allora fu deciso di togliere il cuore. E´ stato messo in una reliquiario, che nel 2000 è stato mandato in Argentina, perché questo era il desiderio di don Orione. Venerare il cuore di un santo è un richiamo storico e culturale alla comunione con quel santo e con Dio. Non a caso si conservano ancora i cuori dei santi Teresa d´Avila, Carlo Borromeo, Francesco di Sales, Vincenzo de´ Paoli…».
La notizia del San Paolo ritrovato riapre vecchie polemiche. Il carbonio 14 è cosa buona e giusta quando conferma l´autenticità della tomba dell´apostolo ma viene messo in discussione quando rileva che la Sindone, il sudario in cui fu avvolto il Cristo, il realtà sarebbe medievale. Secolari sono poi le accuse contro il traffico di reliquie, più e meno autentiche, che paradossalmente continuano anche nei giorni nostri. Ieri, su eBay, era possibile comprare una «reliquia del Beato Giacinto martire» a soli 110 euro o «una coppia di reliquiari per reliquia» a 1.000 euro.
«L´annuncio dato dal papa sulla tomba di San Paolo - dice Alessandro Albertazzi, docente di storia contemporanea all´ateneo bolognese e postulatore di numerose cause di canonizzazione - ci fa molto piacere soprattutto perché conferma che chi per secoli ci ha parlato dei primi cristiani a Roma, di San Pietro e di San Paolo, non ci ha raccontato frottole. La scoperta ci dice che la storia conferma ciò che abbiamo creduto per fede. E non possiamo certo stupirci per il ruolo che il "corpo" ha nella nostra fede. Il Credo si chiude con l´annuncio della "resurrezione dei morti e la vita eterna". Il vecchio Credo, in modo ancor più esplicito, parlava di "resurrezione della carne". Tutta la nostra fede non esisterebbe senza quel Dio che è diventato uomo, un corpo che è stato crocefisso poi è risorto… E il corpo del santo viene venerato perché è testimonianza delle buone opere compiute. Non deve stupire, questo legame. Chi ha perso i genitori va al cimitero, parla con loro, cerca di ricordi. Stare davanti alla tomba dei santi o a quella di genitore è anche un modo per riconquistare la memoria».
Si chiama pellegrinaggio, la visita ai corpi dei santi. «Non è obbligatorio ma certo rinforza la fede. Questo perché essere pellegrini vuol dire accettare la penitenza, l´obbedienza, l´umiltà. Vai a Lourdes, aspetti che prima di te entrino nelle vasche i malati, anche quelli con le pustole, e devi obbedire alle pie donne che ti dicono quando devi entrare e quando devi uscire… Segui il Camino di Compostela, anche soltanto per qualche giorno, e senti addosso la grande fatica di un duro percorso che sembra non finire mai. Sono atti di devozione che possono aiutarti a rafforzare la fede, soprattutto quando è debole».
C´è anche molta concorrenza, fra i diversi santuari, perché i pellegrini sono anche turisti che dovrebbero portare offerte nelle cassette delle elemosine e soprattutto denari in hotel e ristoranti. Chiese e santuari con i corpi dei santi - come Sant´Ambrogio a Milano, San Marco a Venezia, San Nicola a Bari, il duomo con San Gennaro a Napoli - o luoghi di culto mariano come la Madonna di Nazareth, salgono e scendono nelle quotazioni dei fedeli come titoli in borsa. E non sempre i desideri diventano realtà. A San Giovanni Rotondo, ad esempio, l´esposizione del corpo di padre Pio (con maschera in silicone disegnata dalla londinese madame Tussauds, del museo delle cere) non ha risollevato dalla crisi alberghi e ostelli vari. «Domenica scorsa, quando è venuto il papa - dice S., che lavora in un call center che riunisce 40 hotel - abbiamo ricevuto prenotazioni per 45 camere in tutto. Nei primi sei mesi di quest´anno, rispetto all´anno scorso, i clienti in hotel sono diminuiti del 60%. Sono meno anche rispetto a due anni fa, quando l´esposizione del corpo di padre Pio, avvenuta il 24 aprile 2008, era solo un progetto». Alberghi che chiudono, bed & breakfast che restano vuoti per mesi. «I pellegrini arrivano dai paesi vicini e dormono a casa loro. I pochi che arrivano da lontano si fermano un´ora o due e alla sera sono già a Roma». Il corpo del santo verrà messo nella cripta sotto la nuova chiesa di Renzo Piano. «Padre Pio - dice S. - voleva restare in pace in un cantuccio del convento. Da quando l´hanno disturbato, ci ha messo in punizione. La penitenza la stiamo già facendo, con tanti letti e tavoli vuoti. Forse dovremmo chiedergli perdono».