La Repubblica 12.6.09
Preti pedofili, il grido di Ratzinger
di Orazio La Rocca
Il Papa ai vescovi irlandesi: "Giustizia per le vittime, adesso tolleranza zero"
"Il Santo Padre ha esortato la Chiesa a continuare a stabilire la verità su ciò che è accaduto"
CITTÀ DEL VATICANO - La Chiesa irlandese prova «vergogna» e «umiliazione» per le violenze sessuali avvenute negli anni passati negli istituti religiosi dell´Irlanda. E per questo, la gerarchia cattolica dell´isola - su richiesta di papa Ratzinger - ora si batte il petto, chiede scusa, invoca giustizia per le vittime, assicura che farà tutto il «possibile per continuare a stabilire la verità di ciò che è accaduto e perché», ma, soprattutto, annuncia «tolleranza zero» nei confronti di quegli ecclesiastici che si macchino di «crimini tanto orrendi».
Quando venerdì scorso in Vaticano i vertici della Chiesa irlandese illustrarono il resoconto del Rapporto Ryan - l´inchiesta statale sugli abusi sessuali commessi su 2500 bambini delle scuole cattoliche tra il 1940 e il 1980 - Benedetto XVI, «visibilmente turbato», chiese interventi drastici per porre fine ad uno dei più grandi scandali che abbia scosso le fondamenta del cattolicesimo d´Irlanda. Ieri, sono stati gli stessi vertici ecclesiastici irlandesi a renderlo noto in un comunicato a firma del cardinale Sean Brady, arcivescovo di Armagh e primate di Irlanda, e monsignor Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino.
«Proviamo vergogna, siamo umiliati e chiediamo scusa se il nostro popolo si è allontanato così tanto dagli ideali cristiani», scrivono, tra l´altro, i vescovi irlandesi, esprimendo «profonda tristezza» per gli abusi che migliaia di minori hanno subito negli anni ‘40-80´ nei loro istituti religiosi. Quasi contemporaneamente alla pubblicazione del comunicato vescovile, ieri a Dublino migliaia di persone sono scese per strada per manifestare la loro solidarietà alle vittime e per protestare contro il mancato dibattito parlamentare sul Rapporto Ryan, rinviato all´ultimo momento per far posto ad una mozione di sfiducia al governo.
«Il Rapporto Ryan - ammettono i vescovi - rappresenta la più recente e inquietante incriminazione di una cultura che, per troppo tempo, è stata prevalente nella Chiesa cattolica in Irlanda. Crimini odiosi sono stati perpetrati contro i più deboli e i più vulnerabili, e sono stati commessi atti vili con effetti duraturi nella vita con il pretesto della missione di Gesù Cristo. E´ un grave atto di tradimento della fiducia che il nostro popolo ha da sempre riposto nella Chiesa. Chiediamo perdono e non ci stancheremo di cercare di capire - alla luce del Rapporto Ryan - le vere cause che hanno provocato tanto dolore a degli innocenti». «La nostra prima reazione a quanto accaduto - confessano i vescovi irlandesi - è di profonda tristezza per le sofferenze di tanti, provate per così lungo tempo. Vogliamo invitare le vittime ad impegnarsi con noi per vedere come possiamo aiutare coloro che sono stati abusati. Vogliamo rispondere come pastori... invitiamo tutta la Chiesa ad unirsi con noi in preghiera per il benessere e la pace della mente per tutti coloro che hanno sofferto».
Preti pedofili, il grido di Ratzinger
di Orazio La Rocca
Il Papa ai vescovi irlandesi: "Giustizia per le vittime, adesso tolleranza zero"
"Il Santo Padre ha esortato la Chiesa a continuare a stabilire la verità su ciò che è accaduto"
CITTÀ DEL VATICANO - La Chiesa irlandese prova «vergogna» e «umiliazione» per le violenze sessuali avvenute negli anni passati negli istituti religiosi dell´Irlanda. E per questo, la gerarchia cattolica dell´isola - su richiesta di papa Ratzinger - ora si batte il petto, chiede scusa, invoca giustizia per le vittime, assicura che farà tutto il «possibile per continuare a stabilire la verità di ciò che è accaduto e perché», ma, soprattutto, annuncia «tolleranza zero» nei confronti di quegli ecclesiastici che si macchino di «crimini tanto orrendi».
Quando venerdì scorso in Vaticano i vertici della Chiesa irlandese illustrarono il resoconto del Rapporto Ryan - l´inchiesta statale sugli abusi sessuali commessi su 2500 bambini delle scuole cattoliche tra il 1940 e il 1980 - Benedetto XVI, «visibilmente turbato», chiese interventi drastici per porre fine ad uno dei più grandi scandali che abbia scosso le fondamenta del cattolicesimo d´Irlanda. Ieri, sono stati gli stessi vertici ecclesiastici irlandesi a renderlo noto in un comunicato a firma del cardinale Sean Brady, arcivescovo di Armagh e primate di Irlanda, e monsignor Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino.
«Proviamo vergogna, siamo umiliati e chiediamo scusa se il nostro popolo si è allontanato così tanto dagli ideali cristiani», scrivono, tra l´altro, i vescovi irlandesi, esprimendo «profonda tristezza» per gli abusi che migliaia di minori hanno subito negli anni ‘40-80´ nei loro istituti religiosi. Quasi contemporaneamente alla pubblicazione del comunicato vescovile, ieri a Dublino migliaia di persone sono scese per strada per manifestare la loro solidarietà alle vittime e per protestare contro il mancato dibattito parlamentare sul Rapporto Ryan, rinviato all´ultimo momento per far posto ad una mozione di sfiducia al governo.
«Il Rapporto Ryan - ammettono i vescovi - rappresenta la più recente e inquietante incriminazione di una cultura che, per troppo tempo, è stata prevalente nella Chiesa cattolica in Irlanda. Crimini odiosi sono stati perpetrati contro i più deboli e i più vulnerabili, e sono stati commessi atti vili con effetti duraturi nella vita con il pretesto della missione di Gesù Cristo. E´ un grave atto di tradimento della fiducia che il nostro popolo ha da sempre riposto nella Chiesa. Chiediamo perdono e non ci stancheremo di cercare di capire - alla luce del Rapporto Ryan - le vere cause che hanno provocato tanto dolore a degli innocenti». «La nostra prima reazione a quanto accaduto - confessano i vescovi irlandesi - è di profonda tristezza per le sofferenze di tanti, provate per così lungo tempo. Vogliamo invitare le vittime ad impegnarsi con noi per vedere come possiamo aiutare coloro che sono stati abusati. Vogliamo rispondere come pastori... invitiamo tutta la Chiesa ad unirsi con noi in preghiera per il benessere e la pace della mente per tutti coloro che hanno sofferto».