I prof di religione pagati meglio e sempre più numerosi
L'Unità del 9 ottobre 2008, pag. 11
di Maristella Iervasi
«Ogni anno scolastico vengo assunto in settembre e licenziato in giugno. Non ne posso più. Il mio stipendio, pur avendo una cattedra a 18 ore come tutti gli insegnanti a tempo indeterminato non cresce di un euro. Resta fermo a 1200 al mese. È un’ingiustizia di parità lavorativa. Uno scandalo». Così l’estate scorsa, Pino La Satta, 35 anni, da 7 anni docente precario di diritto, economia e con una specializzazione anche in sostegno presso un istituto professionale a Campobasso, ha avviato un ricorso. Ha colto al balzo la vertenza sulla conciliazione lavorativa lanciata in tutta Italia dalla Flc-Cgil. E spera di poter procedere davanti al giudice del lavoro per costituire un precedente, in forza di una sentenza della Corte di Giustizia Europea pronunciata sul caso di una lavoratrice spagnola precaria di 12 anni che al momento dell’assunzione ha chiesto il riconoscimento dell’anzianità pregressa.
«Ho fatto i calcoli - sottolinea il professore precario - ho perso finora 4mila euro lordi. Mentre ci sono altri docenti che hanno gli scatti pur essendo precari come me. Sono intoccabili, perfino dai tagli della Gelmini». Il riferimento è agli insegnanti di religione, che vengono pagati dallo Stato e nominati dal Vicariato su organici regionali. Oltre 2Smila prof di fede cattolica privilegiati da sempre: sia che siano supplenti precari che di ruolo. Uno caso che pone la questione della violazione del principio di uguaglianza c sul quale la Commissione Europea ha aperto un dossier. Bruxelles, dopo l’esposto del deputato radicale Maurizio Turco, pretende adesso spiegazioni dal governo Berlusconi. Ma come stanno le cose?
La Gelmini per volontà di Tremonti ha deciso che la scuola deve dimagrire di 87.400 posti docenti, di cui 30mila solo nelle elementari. Ma la mannaia creativa e l’ha dichiarato il ministro stesso a Porta a Porta - non riguarda gli insegnanti di religione. Che restano sempre dei privilegiati. I loro stipendi crescono del 2% circa ogni 2 anni sia da semplici supplenti che di ruolo. Mentre tutti agli altri insegnanti a cui si applica il contratto devono sottostare a tempi più lunghi per l’avanzamento di carriera: 6-7 anni, i cosiddetti gradoni. Mentre i precari di matematica o italiano restano al palo.
Il tutto è frutto della revisione dei Patti Lateranensi sottoscritti nel 1984 dal presidente Bettino Craxi e dal cardinal Agostino Casaroli. A cui seguì una legge, la n.186 del 18 luglio 2003: «Norie sullo stato giuridico degli insegnanti di religione cattolica negli istituti e delle scuole di ogni ordine e grado».
E l’accordo Miur-Cei del 23 ottobre 2003, tra l’allora ministro dell’Istruzione Letizia Moratti e il cardinal Camillo Ruini. Prima di allora gli insegnanti di religione erano sì scelti dalle Curie e pagati dallo Stato ma non potevano entrare di ruolo. Ogni anno dovevano essere riconfermati con il placet del vescovo ma rischiavano di restare precari a vita, fermi al primo livello stipendiale. Da qui la scelta di maggiori tutele rispetto agli altri insegnanti: dopo 4 anni consecutivi di lavoro a scuola, il diritto degli scatti biennali. Con la legge del 2003 si prospetta però la loro stabilizzazione. Ma quel privilegio non viene cancellato. Vige tuttora. Le prime assunzioni con Moratti, bel 2005-2006: 9.229 insegnanti su complessivi 24.412 precari. Le assunzioni successive, conce d’intesa con la Chiesa, avvengono gradualmente di 3mila unità nel 2005-2006 e nel 2007-2008, coprendo fino 70%: 15mila posti docente in totale; il 30% è supplente.
L'Unità del 9 ottobre 2008, pag. 11
di Maristella Iervasi
«Ogni anno scolastico vengo assunto in settembre e licenziato in giugno. Non ne posso più. Il mio stipendio, pur avendo una cattedra a 18 ore come tutti gli insegnanti a tempo indeterminato non cresce di un euro. Resta fermo a 1200 al mese. È un’ingiustizia di parità lavorativa. Uno scandalo». Così l’estate scorsa, Pino La Satta, 35 anni, da 7 anni docente precario di diritto, economia e con una specializzazione anche in sostegno presso un istituto professionale a Campobasso, ha avviato un ricorso. Ha colto al balzo la vertenza sulla conciliazione lavorativa lanciata in tutta Italia dalla Flc-Cgil. E spera di poter procedere davanti al giudice del lavoro per costituire un precedente, in forza di una sentenza della Corte di Giustizia Europea pronunciata sul caso di una lavoratrice spagnola precaria di 12 anni che al momento dell’assunzione ha chiesto il riconoscimento dell’anzianità pregressa.
«Ho fatto i calcoli - sottolinea il professore precario - ho perso finora 4mila euro lordi. Mentre ci sono altri docenti che hanno gli scatti pur essendo precari come me. Sono intoccabili, perfino dai tagli della Gelmini». Il riferimento è agli insegnanti di religione, che vengono pagati dallo Stato e nominati dal Vicariato su organici regionali. Oltre 2Smila prof di fede cattolica privilegiati da sempre: sia che siano supplenti precari che di ruolo. Uno caso che pone la questione della violazione del principio di uguaglianza c sul quale la Commissione Europea ha aperto un dossier. Bruxelles, dopo l’esposto del deputato radicale Maurizio Turco, pretende adesso spiegazioni dal governo Berlusconi. Ma come stanno le cose?
La Gelmini per volontà di Tremonti ha deciso che la scuola deve dimagrire di 87.400 posti docenti, di cui 30mila solo nelle elementari. Ma la mannaia creativa e l’ha dichiarato il ministro stesso a Porta a Porta - non riguarda gli insegnanti di religione. Che restano sempre dei privilegiati. I loro stipendi crescono del 2% circa ogni 2 anni sia da semplici supplenti che di ruolo. Mentre tutti agli altri insegnanti a cui si applica il contratto devono sottostare a tempi più lunghi per l’avanzamento di carriera: 6-7 anni, i cosiddetti gradoni. Mentre i precari di matematica o italiano restano al palo.
Il tutto è frutto della revisione dei Patti Lateranensi sottoscritti nel 1984 dal presidente Bettino Craxi e dal cardinal Agostino Casaroli. A cui seguì una legge, la n.186 del 18 luglio 2003: «Norie sullo stato giuridico degli insegnanti di religione cattolica negli istituti e delle scuole di ogni ordine e grado».
E l’accordo Miur-Cei del 23 ottobre 2003, tra l’allora ministro dell’Istruzione Letizia Moratti e il cardinal Camillo Ruini. Prima di allora gli insegnanti di religione erano sì scelti dalle Curie e pagati dallo Stato ma non potevano entrare di ruolo. Ogni anno dovevano essere riconfermati con il placet del vescovo ma rischiavano di restare precari a vita, fermi al primo livello stipendiale. Da qui la scelta di maggiori tutele rispetto agli altri insegnanti: dopo 4 anni consecutivi di lavoro a scuola, il diritto degli scatti biennali. Con la legge del 2003 si prospetta però la loro stabilizzazione. Ma quel privilegio non viene cancellato. Vige tuttora. Le prime assunzioni con Moratti, bel 2005-2006: 9.229 insegnanti su complessivi 24.412 precari. Le assunzioni successive, conce d’intesa con la Chiesa, avvengono gradualmente di 3mila unità nel 2005-2006 e nel 2007-2008, coprendo fino 70%: 15mila posti docente in totale; il 30% è supplente.