Corriere della Sera 15.12.08
Ru486 Polemica dopo la notizia del prossimo via libera da parte dell'Agenzia del farmaco. L'Udc: il governo è stato inerte
Pillola abortiva in arrivo, stop del Vaticano
«Uccide esseri innocenti». La Meloni: le donne sappiano che è rischiosa
L'autorizzazione è ora solo un problema tecnico, automatico. L'azienda produttrice ha già i foglietti illustrativi in italiano
Margherita De Bac
Cardinale Barragan: La Ru486 non è tanto innocente La Chiesa condanna tutti gli aborti
ROMA — Lancia l'ennesima scomunica il Vaticano contro la pillola abortiva, tra poco a disposizione degli ospedali italiani. La voce stavolta è del cardinale Javier Lozano Barragan, «ministro per la Salute» della Santa Sede: «La Chiesa cattolica comprende il dramma di una ragazza che suo malgrado si trova incinta, ma condanna l'aborto in qualsiasi forma esso venga praticato perché si uccide un essere innocente. L'embrione è un essere umano con tutti i suoi diritti». Per il cardinale «la Ru rientra tra i farmaci che non sono tanto innocenti». Chi pensava di poterla fermare ha dovuto ricredersi. Già approvata a febbraio sotto il governo di centrosinistra, entrerà a breve in Italia, probabilmente all'inizio del prossimo anno, senza che l'attuale esecutivo possa intervenire. E' una procedura tecnica, automatica.
Dopo l'anticipazione del Corriere conferma il capo dell'agenzia del farmaco (Aifa), Guido Rasi. Domani una riunione del comitato tecnico. Giovedì passaggio in consiglio di amministrazione che potrebbe essere definitivo. L'uso del farmaco sarà vincolato dalle stesse regole della legge 194 sull'aborto. Quindi niente vendita extra ospedaliera. Obbligo di ricovero in day surgery, diurno. Resta valido ovviamente il ricorso all'obiezione di coscienza: «La nostra posizione non cambia — dice Pietro Saccucci, ginecologo obiettore al San Camillo- Forlanini di Roma —. La contrarietà all'aborto non dipende dai mezzi che lo procurano ».
L'azienda produttrice, la francese Exelgyn è pronta: «Già tradotto in italiano il foglietto illustrativo e la confezione — dice l'amministratore delegato Alexandre Lumbroso —. Dal ministero sappiamo che la registrazione avverrà entro la fine dell'anno». Il fatto che l'arrivo del farmaco a base di mifepristone sia inesorabile non indebolisce i contrari. Fanno blocco compatto le donne della destra al governo, in pieno accordo col sottosegretario Eugenia Roccella che per prima ha sollevato il problema della sicurezza. «L'esperienza all'estero ha dimostrato ampi margini di rischio, mancanza di efficacia e complicanze legata ai tentativi di aborto chimico — denuncia il sottosegretario al Welfare, Francesca Martini —. Siamo preoccupati sulle modalità di somministrazione che deve avvenire in linea con la legge 194. Serve informazione. Non è una caramella da prendere a casa. Provoca il distacco dell'embrione dall'utero».
Il ministro della Gioventù Giorgia Meloni mette in guardia le ragazze: «Non è un anticoncezionale. È un'altra cosa. È un farmaco con gravi rischi, interrompe una gravidanza già iniziata. Ogni nuovo strumento per fermare la vita non è una vittoria per nessuno, è anzi una sconfitta sociale». Secondo la Roccella l'aborto con la Ru486 «è difficilmente compatibile con la legge 194. Si torna a una forma di clandestinità legale. Le donne la prenderanno a casa, fuori dal controllo medico ».
A questa visione «terroristica », come lui la definisce, si oppone Silvio Viale, il ginecologo del Sant'Anna di Torino che ha sperimentato il metodo per primo in Italia: «Gli ospedali non sono galere. Non possiamo costringere le pazienti a restare se non vogliono. Le preoccupazioni sulla pericolosità non sono fondate. Gli studi dimostrano la sicurezza. Bisogna tornare in ambulatorio a distanza di 2 giorni dall'assunzione per prenderne una seconda, a base di prostaglandine, che favorisce la definitiva espulsione del feto». Secondo Viale dal 2006 sono stati 4 mila i casi di aborto chimico. Nel 2008 è stato praticato in 28 centri italiani grazie ad un meccanismo di importazione nominale. In pratica il farmaco viene richiesto all'azienda produttrice caso per caso. Di terrorismo psicologico parla anche Silvana Mura, Idv: «Le polemiche sono gratuite. Il governo Prodi ha lavorato nell'interesse della donna che ora avrà un'alternativa alla chirurgia ». Luca Volontè, Udc, esprime «profonda delusione per l'incomprensibile inerzia dell'attuale governo. Una triste vicenda come è stata anche la mancanza di iniziative sulla legge per la procreazione assistita. Coerenza vuole che il ministro Maurizio Sacconi venga attaccato come lo è stata Livia Turco».
Ru486 Polemica dopo la notizia del prossimo via libera da parte dell'Agenzia del farmaco. L'Udc: il governo è stato inerte
Pillola abortiva in arrivo, stop del Vaticano
«Uccide esseri innocenti». La Meloni: le donne sappiano che è rischiosa
L'autorizzazione è ora solo un problema tecnico, automatico. L'azienda produttrice ha già i foglietti illustrativi in italiano
Margherita De Bac
Cardinale Barragan: La Ru486 non è tanto innocente La Chiesa condanna tutti gli aborti
ROMA — Lancia l'ennesima scomunica il Vaticano contro la pillola abortiva, tra poco a disposizione degli ospedali italiani. La voce stavolta è del cardinale Javier Lozano Barragan, «ministro per la Salute» della Santa Sede: «La Chiesa cattolica comprende il dramma di una ragazza che suo malgrado si trova incinta, ma condanna l'aborto in qualsiasi forma esso venga praticato perché si uccide un essere innocente. L'embrione è un essere umano con tutti i suoi diritti». Per il cardinale «la Ru rientra tra i farmaci che non sono tanto innocenti». Chi pensava di poterla fermare ha dovuto ricredersi. Già approvata a febbraio sotto il governo di centrosinistra, entrerà a breve in Italia, probabilmente all'inizio del prossimo anno, senza che l'attuale esecutivo possa intervenire. E' una procedura tecnica, automatica.
Dopo l'anticipazione del Corriere conferma il capo dell'agenzia del farmaco (Aifa), Guido Rasi. Domani una riunione del comitato tecnico. Giovedì passaggio in consiglio di amministrazione che potrebbe essere definitivo. L'uso del farmaco sarà vincolato dalle stesse regole della legge 194 sull'aborto. Quindi niente vendita extra ospedaliera. Obbligo di ricovero in day surgery, diurno. Resta valido ovviamente il ricorso all'obiezione di coscienza: «La nostra posizione non cambia — dice Pietro Saccucci, ginecologo obiettore al San Camillo- Forlanini di Roma —. La contrarietà all'aborto non dipende dai mezzi che lo procurano ».
L'azienda produttrice, la francese Exelgyn è pronta: «Già tradotto in italiano il foglietto illustrativo e la confezione — dice l'amministratore delegato Alexandre Lumbroso —. Dal ministero sappiamo che la registrazione avverrà entro la fine dell'anno». Il fatto che l'arrivo del farmaco a base di mifepristone sia inesorabile non indebolisce i contrari. Fanno blocco compatto le donne della destra al governo, in pieno accordo col sottosegretario Eugenia Roccella che per prima ha sollevato il problema della sicurezza. «L'esperienza all'estero ha dimostrato ampi margini di rischio, mancanza di efficacia e complicanze legata ai tentativi di aborto chimico — denuncia il sottosegretario al Welfare, Francesca Martini —. Siamo preoccupati sulle modalità di somministrazione che deve avvenire in linea con la legge 194. Serve informazione. Non è una caramella da prendere a casa. Provoca il distacco dell'embrione dall'utero».
Il ministro della Gioventù Giorgia Meloni mette in guardia le ragazze: «Non è un anticoncezionale. È un'altra cosa. È un farmaco con gravi rischi, interrompe una gravidanza già iniziata. Ogni nuovo strumento per fermare la vita non è una vittoria per nessuno, è anzi una sconfitta sociale». Secondo la Roccella l'aborto con la Ru486 «è difficilmente compatibile con la legge 194. Si torna a una forma di clandestinità legale. Le donne la prenderanno a casa, fuori dal controllo medico ».
A questa visione «terroristica », come lui la definisce, si oppone Silvio Viale, il ginecologo del Sant'Anna di Torino che ha sperimentato il metodo per primo in Italia: «Gli ospedali non sono galere. Non possiamo costringere le pazienti a restare se non vogliono. Le preoccupazioni sulla pericolosità non sono fondate. Gli studi dimostrano la sicurezza. Bisogna tornare in ambulatorio a distanza di 2 giorni dall'assunzione per prenderne una seconda, a base di prostaglandine, che favorisce la definitiva espulsione del feto». Secondo Viale dal 2006 sono stati 4 mila i casi di aborto chimico. Nel 2008 è stato praticato in 28 centri italiani grazie ad un meccanismo di importazione nominale. In pratica il farmaco viene richiesto all'azienda produttrice caso per caso. Di terrorismo psicologico parla anche Silvana Mura, Idv: «Le polemiche sono gratuite. Il governo Prodi ha lavorato nell'interesse della donna che ora avrà un'alternativa alla chirurgia ». Luca Volontè, Udc, esprime «profonda delusione per l'incomprensibile inerzia dell'attuale governo. Una triste vicenda come è stata anche la mancanza di iniziative sulla legge per la procreazione assistita. Coerenza vuole che il ministro Maurizio Sacconi venga attaccato come lo è stata Livia Turco».