Pur di salvare la sacra famiglia, il Vaticano manda a morte gli omosessuali
di Romina Velchi
Liberazione del 02/12/2008
Pur di salvare la sacra famiglia, il Vaticano manda a morte gli omosessuali. E non è un'esagerazione. Messi di fronte alla scelta, da Oltretevere non hanno dubbi: sull'altare (è il caso di dire) devono essere sacrificati i gay.
Riepiloghiamo. La Francia, a nome dei 27 paesi europei, si è fatta promotrice di una iniziativa (sottoscritta, per altro, anche dall'Italia) per chiedere all'Onu, in occasione dei sessant'anni della dichiarazione dei diritti umani (il prossimo 10 dicembre), la «depenalizzazione universale dell'omosessualità». Com'è noto, esistono ancora molti paesi (per la precisione 91) nei quali i rapporti omosessuali non solo sono reato (con annessi sanzioni, torture e carcere), ma sono puniti persino con la pena capitale. Cioè con la morte (una decina di stati islamici). Ebbene, il Vaticano che fa? Si schiera contro per paura che l'iniziativa europea sia l'anticamera (pure in Italia) del "matrimonio" tra persone dello stesso sesso. Proprio così. Parola di monsignor Celestino Migliore, nientemeno che rappresentante della Santa Sede alle Nazioni Unite a New York.
«Tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale - premette l'alto prelato in un'intervista all'agenzia francofona I.Media - Ma qui la questione è un'altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si chiede agli stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tenere conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni». E sarebbe? «Per esempio - spiega il monsignore, che ha anche definito una «barbarie» la proposta di inserire l'aborto tra i diritti universali dell'uomo - gli stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come "matrimonio" verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni».
«Dichiarazioni gravissime», stigmatizza il segretario del Prc, Paolo Ferrero. Anche perché, a ben vedere, qui l'unico che fa «pressioni» (ma sarebbe meglio dire lobbing) è proprio il Vaticano, che oltretutto non aderisce all'Onu, non avendo firmato la dichiarazione dei diritti umani. Così, nel tentativo di fermare l'iniziativa europea, il Vaticano sferra il suo attacco, senza nemmeno rendersi conto di finire, di fatto, dalla parte di quelli che l'omosessualità la criminalizzano. Un «condono per chi discrimina», come osservano i Radicali.
E' una «situazione grottesca», commenta tra i primi Franco Grillini, ex deputato Ds e presidente di Gaynet, «quella di uno stato teocratico e autoritario che in qualità di osservatore alle Nazioni Unite, lavora costantemente per negare quei diritti umani riconosciuti in tutto l'Occidente. E' bene che la Francia e l'Europa procedano ignorando le assurdità vaticane». Ma è da tutto il mondo gay che arrivano dure parole di condanna della incomprensibile posizione vaticana. Per Imma Battaglia «la barbarie e la gogna vengono dal Vaticano» mentre per l'Arcigay «la lobby clericale preme su tutti gli stati affinché non siano di volta in volta riconosciuti diritti civili e di libertà, alleandosi con i regimi dittatoriali, di ogni colore, compresi quelli islamici».
Si schiera anche il mondo politico. «Sono del tutto ingiustificati i timori avanzati» osserva per esempio Benedetto Della Vedova (Pdl), perché chiedere la depenalizzazione dell'omosessualità non equivale «ad esigere un riconoscimento delle "famiglie omosessuali", bensì a denunciare, a chiare lettere, la pratica barbara della discriminazione, della persecuzione». La posizione del Vaticano «confonde i piani della discussione» anche secondo Paola Concia (Pd), mentre l'europarlamentare del Prc, Vittorio Agnoletto, si aspetta che «l'Ue e l'Italia presentino proteste formali al Vaticano», visto che le affermazioni di monsignor Migliore sono «in netto contrasto con i principi più volte espressi dall'Europa». Agnoletto, inoltre, chiederà che la rappresentanza vaticana sia convocata dalla commissione sui diritti umani, come avviene periodicamente con i «rappresentanti degli stati con i quali l'Ue ha relazioni diplomatiche e nei quali non vengono rispettati quei diritti ritenuti fondamentali». Infine, secondo Margherita Boniver (Pdl, presidente del comitato Schengen) «allarma l'anacronistica posizione del Vaticano», anche in considerazione del fatto che «il progetto di dichiarazione che la Francia, a nome dell'intera Unione Europea, intende presentare all'Onu è stato oggetto di approvazione da parte di tutti i 27 governi europei». E dunque, appoggiarlo, osserva Barbara Pollastrini (Pd) «è un atto di coerenza».
Un mare di critiche, dalle quali, in serata, il Vaticano si è "difeso" confermando ogni virgola delle parole di monsignor Migliore. Secondo padre Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, infatti, «nessuno vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali», ma la Santa Sede «non è sola» nel suo no alla proposta della Francia: «Meno di 50 membri delle Nazioni Unite hanno aderito». Perché l'iniziativa in questione non vuole solo depenalizzare l'omosessualità, ma rischia di porre «sullo stesso piano ogni orientamento sessuale». Appunto.
di Romina Velchi
Liberazione del 02/12/2008
Pur di salvare la sacra famiglia, il Vaticano manda a morte gli omosessuali. E non è un'esagerazione. Messi di fronte alla scelta, da Oltretevere non hanno dubbi: sull'altare (è il caso di dire) devono essere sacrificati i gay.
Riepiloghiamo. La Francia, a nome dei 27 paesi europei, si è fatta promotrice di una iniziativa (sottoscritta, per altro, anche dall'Italia) per chiedere all'Onu, in occasione dei sessant'anni della dichiarazione dei diritti umani (il prossimo 10 dicembre), la «depenalizzazione universale dell'omosessualità». Com'è noto, esistono ancora molti paesi (per la precisione 91) nei quali i rapporti omosessuali non solo sono reato (con annessi sanzioni, torture e carcere), ma sono puniti persino con la pena capitale. Cioè con la morte (una decina di stati islamici). Ebbene, il Vaticano che fa? Si schiera contro per paura che l'iniziativa europea sia l'anticamera (pure in Italia) del "matrimonio" tra persone dello stesso sesso. Proprio così. Parola di monsignor Celestino Migliore, nientemeno che rappresentante della Santa Sede alle Nazioni Unite a New York.
«Tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale - premette l'alto prelato in un'intervista all'agenzia francofona I.Media - Ma qui la questione è un'altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si chiede agli stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tenere conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni». E sarebbe? «Per esempio - spiega il monsignore, che ha anche definito una «barbarie» la proposta di inserire l'aborto tra i diritti universali dell'uomo - gli stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come "matrimonio" verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni».
«Dichiarazioni gravissime», stigmatizza il segretario del Prc, Paolo Ferrero. Anche perché, a ben vedere, qui l'unico che fa «pressioni» (ma sarebbe meglio dire lobbing) è proprio il Vaticano, che oltretutto non aderisce all'Onu, non avendo firmato la dichiarazione dei diritti umani. Così, nel tentativo di fermare l'iniziativa europea, il Vaticano sferra il suo attacco, senza nemmeno rendersi conto di finire, di fatto, dalla parte di quelli che l'omosessualità la criminalizzano. Un «condono per chi discrimina», come osservano i Radicali.
E' una «situazione grottesca», commenta tra i primi Franco Grillini, ex deputato Ds e presidente di Gaynet, «quella di uno stato teocratico e autoritario che in qualità di osservatore alle Nazioni Unite, lavora costantemente per negare quei diritti umani riconosciuti in tutto l'Occidente. E' bene che la Francia e l'Europa procedano ignorando le assurdità vaticane». Ma è da tutto il mondo gay che arrivano dure parole di condanna della incomprensibile posizione vaticana. Per Imma Battaglia «la barbarie e la gogna vengono dal Vaticano» mentre per l'Arcigay «la lobby clericale preme su tutti gli stati affinché non siano di volta in volta riconosciuti diritti civili e di libertà, alleandosi con i regimi dittatoriali, di ogni colore, compresi quelli islamici».
Si schiera anche il mondo politico. «Sono del tutto ingiustificati i timori avanzati» osserva per esempio Benedetto Della Vedova (Pdl), perché chiedere la depenalizzazione dell'omosessualità non equivale «ad esigere un riconoscimento delle "famiglie omosessuali", bensì a denunciare, a chiare lettere, la pratica barbara della discriminazione, della persecuzione». La posizione del Vaticano «confonde i piani della discussione» anche secondo Paola Concia (Pd), mentre l'europarlamentare del Prc, Vittorio Agnoletto, si aspetta che «l'Ue e l'Italia presentino proteste formali al Vaticano», visto che le affermazioni di monsignor Migliore sono «in netto contrasto con i principi più volte espressi dall'Europa». Agnoletto, inoltre, chiederà che la rappresentanza vaticana sia convocata dalla commissione sui diritti umani, come avviene periodicamente con i «rappresentanti degli stati con i quali l'Ue ha relazioni diplomatiche e nei quali non vengono rispettati quei diritti ritenuti fondamentali». Infine, secondo Margherita Boniver (Pdl, presidente del comitato Schengen) «allarma l'anacronistica posizione del Vaticano», anche in considerazione del fatto che «il progetto di dichiarazione che la Francia, a nome dell'intera Unione Europea, intende presentare all'Onu è stato oggetto di approvazione da parte di tutti i 27 governi europei». E dunque, appoggiarlo, osserva Barbara Pollastrini (Pd) «è un atto di coerenza».
Un mare di critiche, dalle quali, in serata, il Vaticano si è "difeso" confermando ogni virgola delle parole di monsignor Migliore. Secondo padre Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, infatti, «nessuno vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali», ma la Santa Sede «non è sola» nel suo no alla proposta della Francia: «Meno di 50 membri delle Nazioni Unite hanno aderito». Perché l'iniziativa in questione non vuole solo depenalizzare l'omosessualità, ma rischia di porre «sullo stesso piano ogni orientamento sessuale». Appunto.