194, la Lombardia dice no alle linee d'indirizzo
L'Unità del 21 marzo 2008
Medici non obiettori in ogni ospedale e niente obiezione di coscienza per la pillola del giorno dopo? La Lombardia rischia di far saltare tutto. La regione ieri ha messo uno stop all'approvazione delle linee d'indirizzo volute dal ministro della Salute e al vaglio della Conferenza Stato-Regioni. «Non applicheremo le norme di indirizzo. Anzi la Regione Lombardia darà parere negativo». Lo ha annunciato l'assessore regionale al Bilancio Romano Colozzi. «È un documento - ha spiegato - che non condividiamo nel merito, non ci sono motivi pregiudiziali al nostro no. Il provvedimento contiene questioni che nulla hanno a che fare con la 194. Inoltre, è totalmente assente il concetto della tutela della vita fin dalla sua prima fase». L'assessore ha aggiunto, tra le critiche, il fatto che il provvedimento punti «solo a favorire le politiche contraccettive per prevenire l'aborto: questo è un aspetto, ma non il più importante. È proprio la mentalità abortista su cui invece bisogna lavorare, mentre l'insistenza solo sull'aspetto della contraccezione finisce per far crescere una mentalità abortista. Ci sono, in conclusione, vari punti che secondo noi andrebbero integrafi o riscritti». A quanto si apprende, le altre Regioni sarebbero pronte a esprimere parere positivo sulle linee guida, ma basterebbe il parere contrario di una sola Regione a far finire il documento su un binario morto. Slitta dunque tutto al prossimo 26 marzo. «C'è il consenso di tutte le Regione e dell'Anci - ha detto il ministro della sanità, Livia Turco - per approfondire l'argomento alla conferenza del 26 marzo.
Stiamo lavorando». Lo slittamento mira a favorire una riunione tecnica per rendere compatibile il testo messo a punto dal ministro Turco con la normativa in vigore in Lombardia e lasciare alle Regioni un certo margine di autonomia che consenta di assumere iniziative sulla materia. Ma il capogruppo Udc alla Camera Luca Volontè accusa: «Il ministro Livia Turco prepara un blitz sulle nuove linee guida per la legge 194. Rinvii e slittamenti non cambiano la sostanza delle cose: di questo colpo di mano saranno certamente contente le frange antivita ed eugenetiche cui ha sempre dovuto rendere conto, in primis Emma Bonino e Maura Cossutta»
L'Unità del 21 marzo 2008
Medici non obiettori in ogni ospedale e niente obiezione di coscienza per la pillola del giorno dopo? La Lombardia rischia di far saltare tutto. La regione ieri ha messo uno stop all'approvazione delle linee d'indirizzo volute dal ministro della Salute e al vaglio della Conferenza Stato-Regioni. «Non applicheremo le norme di indirizzo. Anzi la Regione Lombardia darà parere negativo». Lo ha annunciato l'assessore regionale al Bilancio Romano Colozzi. «È un documento - ha spiegato - che non condividiamo nel merito, non ci sono motivi pregiudiziali al nostro no. Il provvedimento contiene questioni che nulla hanno a che fare con la 194. Inoltre, è totalmente assente il concetto della tutela della vita fin dalla sua prima fase». L'assessore ha aggiunto, tra le critiche, il fatto che il provvedimento punti «solo a favorire le politiche contraccettive per prevenire l'aborto: questo è un aspetto, ma non il più importante. È proprio la mentalità abortista su cui invece bisogna lavorare, mentre l'insistenza solo sull'aspetto della contraccezione finisce per far crescere una mentalità abortista. Ci sono, in conclusione, vari punti che secondo noi andrebbero integrafi o riscritti». A quanto si apprende, le altre Regioni sarebbero pronte a esprimere parere positivo sulle linee guida, ma basterebbe il parere contrario di una sola Regione a far finire il documento su un binario morto. Slitta dunque tutto al prossimo 26 marzo. «C'è il consenso di tutte le Regione e dell'Anci - ha detto il ministro della sanità, Livia Turco - per approfondire l'argomento alla conferenza del 26 marzo.
Stiamo lavorando». Lo slittamento mira a favorire una riunione tecnica per rendere compatibile il testo messo a punto dal ministro Turco con la normativa in vigore in Lombardia e lasciare alle Regioni un certo margine di autonomia che consenta di assumere iniziative sulla materia. Ma il capogruppo Udc alla Camera Luca Volontè accusa: «Il ministro Livia Turco prepara un blitz sulle nuove linee guida per la legge 194. Rinvii e slittamenti non cambiano la sostanza delle cose: di questo colpo di mano saranno certamente contente le frange antivita ed eugenetiche cui ha sempre dovuto rendere conto, in primis Emma Bonino e Maura Cossutta»