giovedì 6 marzo 2008

Hirsi Ali: "Non cedere alle minacce di estremisti"

Hirsi Ali: "Non cedere alle minacce di estremisti"
La Repubblica del 6 marzo 2008, pag. 16

di Anais Ginori

«Le polemiche attorno al film di Wilders sono l'ennesima dimostrazione dell'intolleranza dell'Islam». Ayaan Hirsi Ali è stata eletta nel Parlamento olandese militando nel partito liberale insieme a Wilders. Adesso, le loro strade si sono separate: Wilders ha fondato una sua piccola ma molto visibile formazione politica, leiha trovato protezione negli Usa, inseguita da minacce di morte per il suo film "Submission" realizzato con il regista Theo Van Gogh, assassinato quattro anni fa da un fondamentalista islamico.



Difende l'idea di fare un film contro il Corano?

«Non è ammissibile indietreggiare davanti alle minacce, abdicando ai diritti fondamentali della nostra Costituzione. Vedere che il governo olandese vuole risolvere il problema posto da questo film con la censura è vergognoso».



Ma c'è un allarme per la sicurezza nazionale, allargato fra l'altro a tutta l'Europa.

«E' la controprova che l’islam è una religione portatrice di un'ideologia politica intollerante e violenta. In qualche modo, viene confermata la critica di Wilders al Corano».



Il deputato ha addirittura paragonato il libro sacro al Mein Kampf di Hitler, offendendo migliaia di musulmani.

«Capisco i sentimenti dei fedeli, ed è legittimo dissentire. I musulmani che vivono in Occidente devono però abituarsi a sopportare opinioni sgradevoli o antitetiche alle loro. Questa è la democrazia».



Non si può esercitare la critica o la libertà di espressione in modo meno spettacolare o provocatorio?

«All'epoca di "Submission" avevo avvertito Theo (Van Gogh, ndr) dei pericoli. E lui ha detto: "Non importa, dobbiamo dire quello che pensiamo"».



Un governo deve tentare di favorire l'integrazione e non le divisioni, non le sembra normale?

«Sarebbe normale vedere la maggioranza dei musulmani commentare: "Ok, non la penso come Wilders ma lui ha il diritto di esprimersi". Questo, più delle minacce, mi sembrerebbe un atteggiamento sensato e civile».



Condivide i timori dell'Unione europea?

«Il primo ministro Jan Peter Balkenende ha sbagliato. Con i continui appelli, ha dato ancora più pubblicità a questo video. Avrebbe dovuto ignorarlo, non è dal governo che dipende l'uscita di film, libri o articoli».



Pensa che il film sarà diffuso?

«Non so cosa succederà. Posso soltanto dire che, per averlo vissuto sulla mia pelle, dovremo abituarci a questo tipo di allarmi, a meno che l'Europa non voglia rinunciare alle sue libertà, e tornare indietro di secoli».