venerdì 21 marzo 2008

Aborto, da Formigoni stop alla Turco

La Repubblica 21.3.08
Aborto, da Formigoni stop alla Turco
La Lombardia: no alle linee guida sulla 194. Il ministro: le altre regioni sono d'accordo
Il veto potrebbe far saltare l'intesa. Rinviata di una settimana la decisione finale
di Andrea Montanari

MILANO - La Lombardia dice no alle linee guida del ministro Livia Turco sulla legge 194 e la decisione rischia di slittare al prossimo governo. Un rischio al momento ancora teorico, ma che potrebbe concretizzarsi se mercoledì prossimo il veto lombardo, annunciato ieri dall´assessore regionale alle Finanze ciellino Romano Colozzi alla Conferenza Stato-Regioni, verrà confermato. La regione governata da Roberto Formigoni, infatti, ritiene «troppo abortiste» le linee guida proposte dal ministro della Salute. «Nel documento è totalmente assente il principio della vita fin dalla sua prima fase - attacca Colozzi - Invece che prevenire l´aborto questo documento finisce per istigare a commetterlo. Queste linee guida non valorizzano il ruolo attivo dei consultori e dell´associazionismo, che devono favorire la cultura dell´accoglienza. Non si può accettare che la prevenzione sia affidata principalmente alla contraccezione o alla pillola del giorno dopo». Di tutt´altro avviso Livia Turco, che replica polemicamente: «Le altre regioni e l´Anci, che rappresenta i comuni, sono d´accordo». Per uscire dall´impasse, la riunione decisiva è stata rinviata di una settimana. «Per permettere a un tavolo tecnico - aggiunge il ministro - di rendere compatibile le linee guida del governo con la normativa vigente in Lombardia». Che, ad esempio, da quest´anno, hanno ridotto dalla ventiquattresima alla ventiduesima settimana di vita del feto il limite per praticare l´aborto terapeutico.
Il veto della Lombardia potrebbe comunque vanificare tutto, dato che le regole stabiliscono che l´intesa si raggiunga solo all´unanimità. L´assessore Colozzi è categorico: «Non ci accontenteremo di un lifting. Le distanze sono enormi e su troppi punti. Se vinceremo le elezioni il nostro governo varerà linee guida completamente diverse. Queste tradiscono perfino lo spirito della legge 194, che vogliamo applicare». Solo poche settimane fa, il centrodestra lombardo si era battuto per far inserire nei principi cardine del nuovo statuto regionale che la «Lombardia tutelava la vita fin dal suo concepimento». Frase che nel testo finale è stato cambiata in «tutela la vita in ogni sua fase» per ottenere il voto bipartisan del Partito democratico.
Il rinvio sulle linee guida non piace nemmeno all´Udc. «I rinvii non cambiano la sostanza delle cose - chiarisce il capo gruppo alla Camera Luca Volontè - Con un blitz compiuto in piena campagna elettorale, che aggira le sentenze amministrative e mortifica la minima decenza parlamentare, il ministro uscente Turco si prepara a emanare le nuove linee guida della 194. Di questo colpo di mano saranno certamente contente le frange antivita ed eugenetiche cui ha sempre dovuto rendere conto». Durissima, invece, la reazione del Pd lombardo. «La posizione della Lombardia è ideologica e pretestuosa - accusano le consigliere regionali Ardemia Oriani e Sara Valmaggi - Il veto sarebbe grave e incomprensibile». Protesta anche Nicoletta Pirotta di Rifondazione comunista: «Il clerico-liberismo di Formigoni tiene sotto scacco la legge nazionale e il diritto di scelta delle donne».
L´ultimo rapporto del ministero della Giustizia definisce ancora «preoccupante» il fenomeno degli aborti clandestini, ma in calo quello degli aborti dei minorenni senza il consenso dei genitori.