La Repubblica Firenze 23.3.08
Un anno fa Repubblica rivelò lo scandalo degli abusi in parrocchia
Don Cantini, al vaglio le decime i soldi dei parrocchiani al prete
Dopo trent'anni di silenzio decine di testimoni hanno raccontato quello che succedeva
di Franca Selvatici
PER trenta anni era rimasto avvolto nell´ombra, protetto dal silenzio, dalla vergogna e dell´omertà. L´8 aprile 2007, domenica di Pasqua, lo scandalo degli abusi nella parrocchia fiorentina della Regina della Pace divenne pubblico sulle pagine del nostro giornale. Un anno più tardi, una Pasqua dopo, tutto risulta confermato: sia le rivelazioni delle ex parrocchiane ed ex parrocchiani della Regina della Pace sulle violenze e le perversioni di don Lelio Cantini, sia il racconto del giovane commerciante gay Paolo Chiassoni sulla notte sadomaso trascorsa anni fa in una canonica in compagnia di alcuni sacerdoti e di un alto prelato, da lui riconosciuto nel vescovo ausiliario di Firenze Claudio Maniago, allievo prediletto di don Cantini.
Un anno più tardi l´inchiesta del pm Paolo Canessa non si è fermata. Gli abusi raccontati dai numerosi testimoni sono gravissimi ma risalgono a 20-30 anni fa e dunque sono coperti dalla prescrizione. Alcune ex parrocchiane hanno subìto atti sessuali a 11-12 anni e sono state segnate per sempre. Talvolta il sacerdote imponeva rapporti orali dopo la confessione, simulando di offrire l´ostia benedetta: condotte che, a norma di diritto canonico, comportano la scomunica. Una delle vittime è ancora oggi, a 40 anni, sotto cure psichiatriche, vive nel terrore e non può fare a meno di assumere psicofarmaci. A ogni ragazzina o ragazza costretta a subire gli abusi, il sacerdote faceva credere che fosse «la sua prediletta». Solo molti anni più tardi, ormai adulte, hanno scoperto che il loro parroco aveva abusato di molte di loro, e (secondo alcune) anche di qualche ragazzo. I loro racconti (il pm ha ascoltato decine di testimoni) hanno disegnato un quadro estremamente inquietante, dal quale don Lelio Cantini - il priore rigido, autoritario e sessuofobo al punto di vietare alle sue giovani parrocchiane di indossare i jeans - emerge come un abusante compulsivo. Con la conseguenza che tutti i giovani e i giovanissimi che hanno frequentato la Regina della Pace anche in anni più recenti sono stati potenzialmente esposti al rischio di abusi. Le indagini, perciò, si sono spostate in avanti, agli ultimi anni in cui don Lelio ha retto la parrocchia.
L´inchiesta prosegue anche sul fronte patrimoniale. Alcune ex parrocchiane hanno raccontato di aver consegnato al priore per anni la «decima» (cioè un decimo del loro stipendio). Le elemosine venivano depositate in banca, alcune famiglie furono indotte a privarsi di beni ereditati e delle loro case di proprietà in favore della parrocchia. Dove sono finiti tutti quei beni che, secondo il sacerdote, erano destinati alla costruzione di una «vera chiesa», una chiesa parallela?
La testimonianza del giovane gay Paolo Chiassoni ha ampliato i fronti dell´indagine al vescovo Claudio Maniago, l´allievo più brillante di don Cantini. Chiassoni raccontò di essere fuggito dalla canonica dopo la notte sadomaso, di essere stato contattato altre volte dai sacerdoti che aveva conosciuto e di aver accettato quella che loro definivano un´offerta, forse per garantirsi il suo silenzio: tre milioni di lire bonificati su un suo conto a Iesi, nelle Marche. I carabinieri hanno rintracciato il bonifico, che risulta provenire dal conto di una parrocchia. E´ stato accertato anche che accanto alla chiesa che ospitò gli incontri sadomaso c´erano una colonia estiva per disabili e un centro di accoglienza per tossicodipendenti.
Un anno fa Repubblica rivelò lo scandalo degli abusi in parrocchia
Don Cantini, al vaglio le decime i soldi dei parrocchiani al prete
Dopo trent'anni di silenzio decine di testimoni hanno raccontato quello che succedeva
di Franca Selvatici
PER trenta anni era rimasto avvolto nell´ombra, protetto dal silenzio, dalla vergogna e dell´omertà. L´8 aprile 2007, domenica di Pasqua, lo scandalo degli abusi nella parrocchia fiorentina della Regina della Pace divenne pubblico sulle pagine del nostro giornale. Un anno più tardi, una Pasqua dopo, tutto risulta confermato: sia le rivelazioni delle ex parrocchiane ed ex parrocchiani della Regina della Pace sulle violenze e le perversioni di don Lelio Cantini, sia il racconto del giovane commerciante gay Paolo Chiassoni sulla notte sadomaso trascorsa anni fa in una canonica in compagnia di alcuni sacerdoti e di un alto prelato, da lui riconosciuto nel vescovo ausiliario di Firenze Claudio Maniago, allievo prediletto di don Cantini.
Un anno più tardi l´inchiesta del pm Paolo Canessa non si è fermata. Gli abusi raccontati dai numerosi testimoni sono gravissimi ma risalgono a 20-30 anni fa e dunque sono coperti dalla prescrizione. Alcune ex parrocchiane hanno subìto atti sessuali a 11-12 anni e sono state segnate per sempre. Talvolta il sacerdote imponeva rapporti orali dopo la confessione, simulando di offrire l´ostia benedetta: condotte che, a norma di diritto canonico, comportano la scomunica. Una delle vittime è ancora oggi, a 40 anni, sotto cure psichiatriche, vive nel terrore e non può fare a meno di assumere psicofarmaci. A ogni ragazzina o ragazza costretta a subire gli abusi, il sacerdote faceva credere che fosse «la sua prediletta». Solo molti anni più tardi, ormai adulte, hanno scoperto che il loro parroco aveva abusato di molte di loro, e (secondo alcune) anche di qualche ragazzo. I loro racconti (il pm ha ascoltato decine di testimoni) hanno disegnato un quadro estremamente inquietante, dal quale don Lelio Cantini - il priore rigido, autoritario e sessuofobo al punto di vietare alle sue giovani parrocchiane di indossare i jeans - emerge come un abusante compulsivo. Con la conseguenza che tutti i giovani e i giovanissimi che hanno frequentato la Regina della Pace anche in anni più recenti sono stati potenzialmente esposti al rischio di abusi. Le indagini, perciò, si sono spostate in avanti, agli ultimi anni in cui don Lelio ha retto la parrocchia.
L´inchiesta prosegue anche sul fronte patrimoniale. Alcune ex parrocchiane hanno raccontato di aver consegnato al priore per anni la «decima» (cioè un decimo del loro stipendio). Le elemosine venivano depositate in banca, alcune famiglie furono indotte a privarsi di beni ereditati e delle loro case di proprietà in favore della parrocchia. Dove sono finiti tutti quei beni che, secondo il sacerdote, erano destinati alla costruzione di una «vera chiesa», una chiesa parallela?
La testimonianza del giovane gay Paolo Chiassoni ha ampliato i fronti dell´indagine al vescovo Claudio Maniago, l´allievo più brillante di don Cantini. Chiassoni raccontò di essere fuggito dalla canonica dopo la notte sadomaso, di essere stato contattato altre volte dai sacerdoti che aveva conosciuto e di aver accettato quella che loro definivano un´offerta, forse per garantirsi il suo silenzio: tre milioni di lire bonificati su un suo conto a Iesi, nelle Marche. I carabinieri hanno rintracciato il bonifico, che risulta provenire dal conto di una parrocchia. E´ stato accertato anche che accanto alla chiesa che ospitò gli incontri sadomaso c´erano una colonia estiva per disabili e un centro di accoglienza per tossicodipendenti.