il Fatto 3.6.10
Abusi, sotto accusa il capo della chiesa tedesca
L’arcivescovo di Friburgo, Zollittsch, avrebbe coperto un sacerdote nel 1987
di Nina Fabrizio
Il capo della Chiesa tedesca e arcivescovo di Friburgo, mons. Robert Zollitsch, avrebbe saputo di almeno un caso di abuso sessuale su minore all'interno della sua arcidiocesi e anzichè prendere provvedimenti, avrebbe coperto. L'accusa, pesantissima, arriva dalla Procura di Friburgo e cade come un macigno su una delle figure finora più credibili nella lotta alla pedofilia tra il clero e i vertici di una Chiesa già provata da una lunga lista di scandali a sfondo pedofilo, emersi di recente in Germania. L'indagine “preliminare” cui la procura tedesca sottoporrà Zollitsch, che al momento risulta indagato per complicità, parte da una denuncia a carico dell'arcivescovo presentata da una presunta vittima che negli anni Sessanta sarebbe stata abusata sessualmente da un sacerdote nel monastero di Birnau dell'arcivescovato di Friburgo. La vittima ha raccontato che l'arcidiocesi di Friburgo era a conoscenza delle orribili violenze subite ma nonostante ciò nel 1987 Zollitsch, che all'epoca era responsabile del personale dell'arcidiocesi, confermò il posto del sacerdote pedofilo nella comunità di Birnau. In buona sostanza, se ne lavò le mani. Una versione tenacemente respinta dall'arcidiocesi di Friburgo secondo cui le accuse al suo arcivescovo sono “false” perché l’arcidiocesi avrebbe saputo solo alla fine del 2006 di quell'abuso avvenuto a Birnau mentre mons. Zollitsch “non ha in alcun modo” confermato il posto del sacerdote pedofilo nel 1987. Un aspetto non del tutto chiaro però, dal momento che la nota dell'arcidiocesi prosegue affermando che Zollitsch non ha rinnovato la posizione del sacerdote, anche se ci sono indicazioni secondo cui “il padre sotto accusa” ha continuato a lavorare nella comunità di Birnau. Noto per le sue posizioni progressiste e liberali (ha parlato anche in favore delle unioni civili omosessuali e si è dimostrato aperto sul celibato), Zollisch è stato nominato arcivescovo di Friburgo nel 2003 da Giovanni Paolo II e poi eletto a capo dell'episcopato tedesco nel 2008. Da quando nel febbraio scorso lo scandalo pedofilia ha massicciamente coinvolto la Chiesa tedesca lambendo persino il fratello del Papa, Georg Ratzinger, che ha ammesso qualche schiaffo agli allievi del coro da lui diretto a Ratisbona, mons. Zollitsch si è contraddistinto per essere uno dei maggiori assertori della linea della tolleranza zero avviata da Benedetto XVI. La notizia del suo coinvolgimento è arrivata come un fulmine a ciel sereno in Vaticano. Il card. Walter Kasper, capo del dicastero per l'Unità dei Cristiani e suo connazionale, si dice “incredulo”. “Conosco Zollitsch benissimo dice al Fatto non credo una cosa del genere sia possibile”. Di sicuro la notizia è un nuovo choc per la Chiesa del Paese natale di Ratzinger dove già un vescovo, mons. Mixa, nominato alla diocesi di Augusta da Benedetto XVI si è dimesso per pedofilia. In Germania poi, mentre, secondo un recente sondaggio, il 23% dei cattolici pensa di abbandonare la Chiesa, il governo ha avviato una commissione speciale per fare piena luce sugli abusi dei preti. I risultati si attendono a fine anno e rischiano di presentare un conto salatissimo, soprattutto alla casse della Chiesa di Germania. Qui infatti gli iscritti come cattolici nelle liste dei contribuenti versano in automatico con la dichiarazione dei redditi un contributo alla Chiesa. A meno che, abbandonando il cattolicesimo, da quelle liste non si facciano togliere. Un rischio sempre più concreto che si trasformerebbe in un tracollo finanziario per la Chiesa locale.
Abusi, sotto accusa il capo della chiesa tedesca
L’arcivescovo di Friburgo, Zollittsch, avrebbe coperto un sacerdote nel 1987
di Nina Fabrizio
Il capo della Chiesa tedesca e arcivescovo di Friburgo, mons. Robert Zollitsch, avrebbe saputo di almeno un caso di abuso sessuale su minore all'interno della sua arcidiocesi e anzichè prendere provvedimenti, avrebbe coperto. L'accusa, pesantissima, arriva dalla Procura di Friburgo e cade come un macigno su una delle figure finora più credibili nella lotta alla pedofilia tra il clero e i vertici di una Chiesa già provata da una lunga lista di scandali a sfondo pedofilo, emersi di recente in Germania. L'indagine “preliminare” cui la procura tedesca sottoporrà Zollitsch, che al momento risulta indagato per complicità, parte da una denuncia a carico dell'arcivescovo presentata da una presunta vittima che negli anni Sessanta sarebbe stata abusata sessualmente da un sacerdote nel monastero di Birnau dell'arcivescovato di Friburgo. La vittima ha raccontato che l'arcidiocesi di Friburgo era a conoscenza delle orribili violenze subite ma nonostante ciò nel 1987 Zollitsch, che all'epoca era responsabile del personale dell'arcidiocesi, confermò il posto del sacerdote pedofilo nella comunità di Birnau. In buona sostanza, se ne lavò le mani. Una versione tenacemente respinta dall'arcidiocesi di Friburgo secondo cui le accuse al suo arcivescovo sono “false” perché l’arcidiocesi avrebbe saputo solo alla fine del 2006 di quell'abuso avvenuto a Birnau mentre mons. Zollitsch “non ha in alcun modo” confermato il posto del sacerdote pedofilo nel 1987. Un aspetto non del tutto chiaro però, dal momento che la nota dell'arcidiocesi prosegue affermando che Zollitsch non ha rinnovato la posizione del sacerdote, anche se ci sono indicazioni secondo cui “il padre sotto accusa” ha continuato a lavorare nella comunità di Birnau. Noto per le sue posizioni progressiste e liberali (ha parlato anche in favore delle unioni civili omosessuali e si è dimostrato aperto sul celibato), Zollisch è stato nominato arcivescovo di Friburgo nel 2003 da Giovanni Paolo II e poi eletto a capo dell'episcopato tedesco nel 2008. Da quando nel febbraio scorso lo scandalo pedofilia ha massicciamente coinvolto la Chiesa tedesca lambendo persino il fratello del Papa, Georg Ratzinger, che ha ammesso qualche schiaffo agli allievi del coro da lui diretto a Ratisbona, mons. Zollitsch si è contraddistinto per essere uno dei maggiori assertori della linea della tolleranza zero avviata da Benedetto XVI. La notizia del suo coinvolgimento è arrivata come un fulmine a ciel sereno in Vaticano. Il card. Walter Kasper, capo del dicastero per l'Unità dei Cristiani e suo connazionale, si dice “incredulo”. “Conosco Zollitsch benissimo dice al Fatto non credo una cosa del genere sia possibile”. Di sicuro la notizia è un nuovo choc per la Chiesa del Paese natale di Ratzinger dove già un vescovo, mons. Mixa, nominato alla diocesi di Augusta da Benedetto XVI si è dimesso per pedofilia. In Germania poi, mentre, secondo un recente sondaggio, il 23% dei cattolici pensa di abbandonare la Chiesa, il governo ha avviato una commissione speciale per fare piena luce sugli abusi dei preti. I risultati si attendono a fine anno e rischiano di presentare un conto salatissimo, soprattutto alla casse della Chiesa di Germania. Qui infatti gli iscritti come cattolici nelle liste dei contribuenti versano in automatico con la dichiarazione dei redditi un contributo alla Chiesa. A meno che, abbandonando il cattolicesimo, da quelle liste non si facciano togliere. Un rischio sempre più concreto che si trasformerebbe in un tracollo finanziario per la Chiesa locale.