La Repubblica Firenze 4.5.10
Una nuova lettera al Vaticano dopo il diverso atteggiamento sulla pedofilia Don Cantini, le vittime al Papa "Perché Maniago vicario?"
di Maria Cristina Carratù
Perché la pulizia che la Chiesa sta facendo al suo interno ha risparmiato Firenze? Lo chiedono le vittime degli abusi di don Lelio Cantini - l´ex parroco fiorentino della Regina della pace ridotto allo stato laicale da Benedetto XVI nell´ottobre 2008 - che hanno inviato una lettera al Papa in cui chiedono perché l´arcivescovo Giuseppe Betori non abbia mai sentito il bisogno di incontrarle, mentre ha confermato vicario generale il vescovo ausiliare Claudio Maniago, il primo che ha saputo degli abusi, e che ha cercato di mettere tutto a tacere?
Don Cantini, le vittime si appellano al Papa Sperano nel nuovo corso della Chiesa: "Perché ha confermato Maniago vicario?" Tornano a scrivere al Vaticano perché vogliono che tutte le responsabilità vengano alla luce Perché la pulizia che la Chiesa sta facendo al suo interno ha risparmiato Firenze? Perché, dall´Irlanda all´America, i vescovi che hanno coperto preti pedofili sono stati costretti a lasciare i loro incarichi, e qui, dove è ancora aperta la ferita degli abusi di don Lelio Cantini, i vertici della Diocesi considerano chiuso un caso che in realtà non lo è affatto? E perché l´arcivescovo Giuseppe Betori non ha mai sentito il bisogno di incontrare le vittime, mentre ha confermato vicario generale il vescovo ausiliare Claudio Maniago, il primo che ha saputo degli abusi, e che ha cercato di mettere tutto a tacere? Sono le domande contenute in una lettera che le vittime dell´ex parroco della Regina della pace, ridotto allo stato laicale da Benedetto XVI nell´ottobre 2008, hanno appena inviato al Papa, al prefetto della Congregazione per la dottrina della fede William Jospeh Levada e al promotore di giustizia della congregazione Charles Scicluna, confortati dal nuovo corso che la Santa Sede sembra aver imboccato in materia di preti pedofili.
Le vittime sono convinte che la sola condanna di don Cantini non basti, e che "un capro espiatorio" rischi di far passare sotto silenzio "responsabilità oggettive" che "devono invece ugualmente venire alla luce e ottenere la giusta condanna". Secondo loro, infatti, di fronte agli abusi e al "dominio delle coscienze" messi in atto dal prete e da Rosanna Saveri, la veggente che stava al suo fianco, "una intera Chiesa" avrebbe "taciuto, sottovalutato, non voluto vedere". Mentre alla parrocchia della Regina della pace si formava una "chiesa parallela" destinata a "prendere sempre più campo" all´interno di quella locale, scrivono, tramite "l´occupazione di ruoli strategici" nella Diocesi. Primo fra tutti quello ricoperto da Maniago, pupillo di don Cantini. Il che spiegherebbe, a parere delle vittime, il tentativo messo in atto dal vescovo ausiliare (ex compagno di parrocchia, cui, nell´ottobre del 2004, si erano rivolte, con fiducia, per denunciare i fatti), di "ostacolare con ogni mezzo la nostra richiesta di verità", "tacendo" con l´allora arcivescovo Ennio Antonelli e "invitandoci più volte al silenzio". I memoriali con le denunce arrivarono infatti ad Antonelli soltanto l´anno dopo tramite l´ex arcivescovo Piovanelli. Anche in seguito, tuttavia, e finché, nel 2007, il caso non è esploso sui giornali, secondo le vittime "la nostra Chiesa ha cercato di farci tacere attraverso intimidazioni e minacce". Né l´arrivo di Betori sembra aver cambiato il clima: "Mai in questi due anni", sottolineano, il nuovo vescovo "ha sentito l´esigenza di incontrarci". Mentre ha "confermato Maniago vicario generale". Il tutto, quando "in altri paesi del mondo vescovi e vicari che avevano avuto gli stessi comportamenti sono stati giustamente allontanati". Le vittime chiedono quindi al Papa "che siano definitivamente appurate tutte le responsabilità".
Una nuova lettera al Vaticano dopo il diverso atteggiamento sulla pedofilia Don Cantini, le vittime al Papa "Perché Maniago vicario?"
di Maria Cristina Carratù
Perché la pulizia che la Chiesa sta facendo al suo interno ha risparmiato Firenze? Lo chiedono le vittime degli abusi di don Lelio Cantini - l´ex parroco fiorentino della Regina della pace ridotto allo stato laicale da Benedetto XVI nell´ottobre 2008 - che hanno inviato una lettera al Papa in cui chiedono perché l´arcivescovo Giuseppe Betori non abbia mai sentito il bisogno di incontrarle, mentre ha confermato vicario generale il vescovo ausiliare Claudio Maniago, il primo che ha saputo degli abusi, e che ha cercato di mettere tutto a tacere?
Don Cantini, le vittime si appellano al Papa Sperano nel nuovo corso della Chiesa: "Perché ha confermato Maniago vicario?" Tornano a scrivere al Vaticano perché vogliono che tutte le responsabilità vengano alla luce Perché la pulizia che la Chiesa sta facendo al suo interno ha risparmiato Firenze? Perché, dall´Irlanda all´America, i vescovi che hanno coperto preti pedofili sono stati costretti a lasciare i loro incarichi, e qui, dove è ancora aperta la ferita degli abusi di don Lelio Cantini, i vertici della Diocesi considerano chiuso un caso che in realtà non lo è affatto? E perché l´arcivescovo Giuseppe Betori non ha mai sentito il bisogno di incontrare le vittime, mentre ha confermato vicario generale il vescovo ausiliare Claudio Maniago, il primo che ha saputo degli abusi, e che ha cercato di mettere tutto a tacere? Sono le domande contenute in una lettera che le vittime dell´ex parroco della Regina della pace, ridotto allo stato laicale da Benedetto XVI nell´ottobre 2008, hanno appena inviato al Papa, al prefetto della Congregazione per la dottrina della fede William Jospeh Levada e al promotore di giustizia della congregazione Charles Scicluna, confortati dal nuovo corso che la Santa Sede sembra aver imboccato in materia di preti pedofili.
Le vittime sono convinte che la sola condanna di don Cantini non basti, e che "un capro espiatorio" rischi di far passare sotto silenzio "responsabilità oggettive" che "devono invece ugualmente venire alla luce e ottenere la giusta condanna". Secondo loro, infatti, di fronte agli abusi e al "dominio delle coscienze" messi in atto dal prete e da Rosanna Saveri, la veggente che stava al suo fianco, "una intera Chiesa" avrebbe "taciuto, sottovalutato, non voluto vedere". Mentre alla parrocchia della Regina della pace si formava una "chiesa parallela" destinata a "prendere sempre più campo" all´interno di quella locale, scrivono, tramite "l´occupazione di ruoli strategici" nella Diocesi. Primo fra tutti quello ricoperto da Maniago, pupillo di don Cantini. Il che spiegherebbe, a parere delle vittime, il tentativo messo in atto dal vescovo ausiliare (ex compagno di parrocchia, cui, nell´ottobre del 2004, si erano rivolte, con fiducia, per denunciare i fatti), di "ostacolare con ogni mezzo la nostra richiesta di verità", "tacendo" con l´allora arcivescovo Ennio Antonelli e "invitandoci più volte al silenzio". I memoriali con le denunce arrivarono infatti ad Antonelli soltanto l´anno dopo tramite l´ex arcivescovo Piovanelli. Anche in seguito, tuttavia, e finché, nel 2007, il caso non è esploso sui giornali, secondo le vittime "la nostra Chiesa ha cercato di farci tacere attraverso intimidazioni e minacce". Né l´arrivo di Betori sembra aver cambiato il clima: "Mai in questi due anni", sottolineano, il nuovo vescovo "ha sentito l´esigenza di incontrarci". Mentre ha "confermato Maniago vicario generale". Il tutto, quando "in altri paesi del mondo vescovi e vicari che avevano avuto gli stessi comportamenti sono stati giustamente allontanati". Le vittime chiedono quindi al Papa "che siano definitivamente appurate tutte le responsabilità".