mercoledì 14 novembre 2007

Un pamphlet contro la monogamia e il matrimonio.

L’amore divino è asessuato. Così la Chiesa interpretò i greci
“Teoria del corpo amoroso. Per un’erotica solare”, il nuovo saggio del filosofo francese Michel Onfray, da oggi in libreria.
Un pamphlet contro la monogamia e il matrimonio.
L’autore presenterà il libro giovedì prossimo a Roma
L'anticipazione
Di Michel Onfray
Pubblichiamo uno stralcio da “Teoria del corpo amoroso. Per un’erotica solare” (Fazi Editore,pp. 218, euro 14,00) di Michel Onfray, nelle librerie da oggi. Il saggio sarà presentato a Roma giovedì 29 (Casa delle letterature, piazza dell’Orologio, 3, ore 18).Oltre all’autore interviene Felice Cimatti.
I Padri della Chiesa sfruttano la teoria del duplice amore. Da un lato esaltano quello per le cose divine. Dall’altro, screditano l’opzione umana, sessuale e sessuata. E’ il platonismo a insegnare il disprezzo della carne e la grandezza dell’anima
Bisogna formulare un materialismo edonista agli antipodi delle versioni contemporanee del platonismo. Il materialista è colui che pratica le carni dal vivo e vuole la nudità
Sul terreno dell’amore e della relazione sessuale, l’Occidente trova i suoi caratteri distintivi nelle teorie platoniche del desiderio come mancanza, della coppia come esorcizzazione dell’incompletezza, del dualismo e dell’opposizione moralizzatrice tra i due amori. Chiunque si abbandona alle delizie di un corpo materiale, percorso da desideri e attraversato da piaceri, mette in gioco la propria vita, ma anche la sua salvezza, l’eternità. Il solo modo di guadagnarsi il passaporto per la vita eterna implica l’impegno dalla parte dell’amore che più tardi a giusta ragione si chiamerà platonico. Amore delle idee, dell’assoluto, amore dell’amore purificato, passione per l’ideale, ecco ciò che santifica la causa del desiderio. L’eccessiva attenzione per i corpi, le carni, i sensi, la sensualità concreta si paga ontologicamente con una dannazione, una punizione, un castigo.[... ] Comunque sia, la concezione dell’amore in Occidente deriva dal platonismo e dalle sue metamorfosi nei due millenni della nostra civiltà ebraico-cristiana. La natura odierna delle relazioni tra i sessi implica storicamente il trionfo di una concezione e il fallimento di un’altra: successo integrale del platonismo, cristianizzato e sostenuto dall’onnipotenza della Chiesa cattolica per quasi venti secoli, repressione potente della tradizione materialistica sia democritea ed epicurea che cinica o cirenaica, edonistica o eudaimonistica.I Padri della Chiesa, con ogni evidenza, sfruttano la teoria del duplice amore per esaltarne la versione positiva, l’amore di Dio e delle cose divine, e screditare l’opzione umana, sessuale e sessuata. Questo lavoro di riscrittura della filosofia greca per farla entrare nei quadri cristiani preoccupa i pensatori per quattordici secoli nel corso dei quali mettono spudoratamente la filosofia al servizio della teologia. Di modo che si teologizza la questione dell’amore per spostarla su un terreno spiritualistico, religioso, si condanna Eros a vantaggio di Agape, si fustigano i corpi, li si maltratta, li si detesta, li si punisce, li si ferisce e martirizza col cilicio, si infligge loro la disciplina, la mortificazione e la penitenza. Si inventa la castità, la verginità e, in mancanza di queste, il matrimonio, sinistra macchina per fabbricare angeli.Il platonismo insegna teoricamente il crudele oblio dei corpi, il disprezzo della carne, l’esaltazione dell’Afrodite celeste, il disprezzo dell’Afrodite volgare, la grandezza dell’anima e la piccolezza degli involucri carnali; poi si dispiegano praticamente nella nostra civiltà occidentale ispirata da questi precetti idealistici, strani e velenosi fiori del male: il matrimonio borghese, l’adulterio che l’accompagna sempre come contrappunto, la nevrosi familiare e familista, la menzogna e l’ipocrisia, il travestimento e l’inganno, il pregiudizio monogamico, la libido malinconica, la feudalizzazione del sesso, la misoginia generalizzata, la prostituzione allargata, sui marciapiedi come presso le famiglie assoggettate all’imposta sui grandi patrimoni.Con un ritorno violento del rimosso, la cerebralizzazione dell’amore, il suo diventare platonico rendono paradossalmente volgari le pratiche sessuali. La durezza dell’ascetismo platonico cristianizzato genera e fa nascere sofferenze, dolori, pene e frustrazioni in quantità. Potrebbero testimoniarlo terapeuti, medici e sessuologi: la miseria delle carni governa il mondo. L’esaltazione del corpo glorioso porta immancabilmente il corpo reale nelle stamberghe, nei bordelli o sul divano degli psicoanalisti. Fallite le scelte edonistiche, ludiche, gioiose e voluttuose, i due millenni cristiani non hanno prodotto che odio della vita e indicizzazione dell’esistenza sulla rinuncia, riservatezza, moderazione, prudenza, economia di sé e sospetto generalizzato nei confronti degli altri.La morte trionfa come modello nella rivendicazione della fissità e immobilità: la coppia, la fedeltà, la monogamia, la paternità, la maternità, l’eterosessualità e tutte le figure sociali che captano e imprigionano l’energia sessuale, per ingabbiarla, addomesticarla, costringerla come i bonzi, in mezzo a convulsioni e coartazioni, torsioni e pastoie, vincoli e ostacoli. La religione e la filosofia dominanti si coalizzano sempre - anche oggi – per scagliare una maledizione sulla vita. Una teoria del libertinaggio implica la rivendicazione dell’ateismo sul terreno classico e tradizionale dell’amore accompagnato da un materialismo combattivo. Laddove i venditori di cilici trionfano fra sogliole, sfere e ostriche, il libertino si diverte con le scappatelle del pesce masturbatore, col grugnito del porco di Epicuro e con le libertà dell’istrice celibe.Quando arriva il momento di combattere battaglie filosofiche sempre attuali, chi si ricorda ancora che Platone, che non ama i poeti e vorrebbe espellerli dalla sua città ideale, accarezza fortemente il progetto di un grande rogo purificatore nel quale gettare gli opera omnia di Democrito, detestato al punto da volerne cancellare la traccia sul pianeta? Chi, se non uno dei figli della terra fustigato dal filosofo venditore di oltremondi? Strana, tra l’altro, questa passione sfrenata per ciò che è mondano e le sue trivialità, quasi sempre rintracciabile nei pensatori dello spirituale e dell’Idea pura.Due filosofi pitagorici, Amicla e Clinia, bisbigliano all’orecchio di Platone che circolano troppi libri di Democrito perché un solo rogo basti a cancellare dalla carta filosofica il nome del materialista di Abdera e le sue tesi sovversive. Che importa. L’Ateniese prepara una specie di rogo portatile e decide che nei suoi quasi quaranta dialoghi il nome incriminato non apparirà neanche una volta. Decisione rispettata: più di duemila pagine di filosofia senza nominare Democrito, che tuttavia viene costantemente e in modo sornione preso di mira. Il che dimostra che si può eccellere teoreticamente e idealmente nel Dovere, nella Giustizia, nella Saggezza, nell’Amore, nella Virtù e altri idoli con la maiuscola, e poi comportarsi da mascalzone.Io continuo a credere che sia ancora utile la linea di demarcazione che attraversa la filosofia e divide il mondo del pensiero tra idealisti e materialisti, tra spiritualisti preoccupati del cielo delle Idee e realisti che si curano della terra. Mi piace che, di ognuna delle due correnti dalle molteplici varianti, fuori dal sinistro periodo in cui il materialismo venne confiscato dalla dialettica e dalla storia, si possano studiare le diverse versioni: atomistiche, antiche, razionali, energetiche, sensistiche, dionisiache, neuronali o magiche. Da parte mia, cerco di formulare un materialismo edonista nel quale, agli antipodi delle versioni contemporanee del platonismo, un certo numero di tesi ricorrenti strutturano l’insieme delle architetture indotte. Dagli atomisti presocratici ai neurobiologi di oggi, pur con formule diverse, la realtà viene interpretata esclusivamente secondo le modalità della demistificazione necessaria e della desacralizzazione salvatrice.Il materialismo pratica le carni dal vivo e vuole la nudità, in quanto la lucidità si ottiene esclusivamente con un lavoro intellettuale di scorticamento. Sottoporre il desiderio alle fredde luci della lampada scialitica dei blocchi operatori, che proietta una luce senza ombre, ecco il compito del pensatore che si rifiuta di giustificare le illusioni, i luoghi comuni e i fantasmi. Dirigere il chiarore di quel raggio sul concetto di desiderio significa correre rischi e, per quel che mi riguarda, proporsi di distruggere finzioni, favole con cui la maggior parte di noi mette in piedi una visione del mondo, anzi giustifica il quotidiano, giorno dopo giorno. Il suo rifiuto di accettare le religioni dell’amore, i fantasmi che creano collanti sociali, da dell’approccio materialistico la vittima ideale dei roghi platonici.