Pisa, negata a due ragazze la pillola del giorno dopo
Liberazione del 2 aprile 2008, pag. 7
Poco più che ventenne, passa la vigilia di Pasqua con il suo ragazzo. A tarda serata si reca alla guardia medica per chiedere la pillola del giorno dopo, visto che la coppia aveva avuto un rapporto a rischio. Ma davanti al portone i ragazzi trovano un cartello con us scritto: «Presso questo ufficio non viene prescritta la cosiddetta pillola del giorno dopo». A quel punto i ragazzi si recano al pronto soccorso dove però non hanno maggior fortuna: fino alle 6 di mattina era di turno un medico obiettore di coscienza. Niente pillola. E' successo a Pisa. Qualche giorno dopo un altro caso, segnalato anche questo, come il primo, sulle pagine del quotidiano "Il Tirreno". È sempre sera quando una ragazza si fa accompagnare al pronto soccorso da un'amica, ma ci sono una serie di emergenze che hanno la precedenza e un'infermiera suggerisce alla giovane di fare riferimento alla guardia medica, in modo da non perdere tempo. La ragazza telefona alla guardia medica, ma le rispondono che lì nessuno le avrebbe prescritto la pillola. La giovane ha risolto il problema chiamando un medico amico di famiglia. Anche questo secondo caso è successo a Pisa. Quanto accaduto è stato segnalato alla Asl 5 che ha immediatamente avviato un'indagine interna e sul caso indaga anche la procura della Repubblica. «Rischia di diventare un eufemismo definire "incivile" il comportamento dei medici del servizio pubblico che si rifiutano di prescrivere la pillola del giorno dopo mettendo così in atto quotidianamente un diverso tipo di soccorso, in favore del fronte confessionale» ha commentato Alessandro Capriccioli, dell'associazione Luca Coscioni. Rincara la dose Marco Cecchi, dei Radicali pisani: «Pisa è una città a rischio di deriva clericale. Rifiutare la prescrizione di questo farmaco è un tipo di obiezione di coscienza particolarmente odioso che mette in difficoltà moltissime persone senza neppure una motivazione ideale di supporto dal momento che la pillola in questione non è un farmaco abortivo ma contraccettivo seppure di emergenza». Di tutt'altro avviso il ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni che, commentando proprio le notizie di Pisa, non ha trovato niente di meglio che sancire come «la libertà di coscienza dei medici afferisce a qualcosa che è sancito con grande chiarezza nella Costituzione, e quindi le inchieste sui valori costituzionali mi sembrano una cosa fuori luogo». «Quando si pensa di dover affidare al Parlamento -ha aggiunto Fioroni- la prescrizione e la stesura delle ricette e stabilire quando un farmaco è appropriato, credo che questa sia una china pericolosa. Decidere ciò che è appropriato e opportuno va lasciato ai medici».
Liberazione del 2 aprile 2008, pag. 7
Poco più che ventenne, passa la vigilia di Pasqua con il suo ragazzo. A tarda serata si reca alla guardia medica per chiedere la pillola del giorno dopo, visto che la coppia aveva avuto un rapporto a rischio. Ma davanti al portone i ragazzi trovano un cartello con us scritto: «Presso questo ufficio non viene prescritta la cosiddetta pillola del giorno dopo». A quel punto i ragazzi si recano al pronto soccorso dove però non hanno maggior fortuna: fino alle 6 di mattina era di turno un medico obiettore di coscienza. Niente pillola. E' successo a Pisa. Qualche giorno dopo un altro caso, segnalato anche questo, come il primo, sulle pagine del quotidiano "Il Tirreno". È sempre sera quando una ragazza si fa accompagnare al pronto soccorso da un'amica, ma ci sono una serie di emergenze che hanno la precedenza e un'infermiera suggerisce alla giovane di fare riferimento alla guardia medica, in modo da non perdere tempo. La ragazza telefona alla guardia medica, ma le rispondono che lì nessuno le avrebbe prescritto la pillola. La giovane ha risolto il problema chiamando un medico amico di famiglia. Anche questo secondo caso è successo a Pisa. Quanto accaduto è stato segnalato alla Asl 5 che ha immediatamente avviato un'indagine interna e sul caso indaga anche la procura della Repubblica. «Rischia di diventare un eufemismo definire "incivile" il comportamento dei medici del servizio pubblico che si rifiutano di prescrivere la pillola del giorno dopo mettendo così in atto quotidianamente un diverso tipo di soccorso, in favore del fronte confessionale» ha commentato Alessandro Capriccioli, dell'associazione Luca Coscioni. Rincara la dose Marco Cecchi, dei Radicali pisani: «Pisa è una città a rischio di deriva clericale. Rifiutare la prescrizione di questo farmaco è un tipo di obiezione di coscienza particolarmente odioso che mette in difficoltà moltissime persone senza neppure una motivazione ideale di supporto dal momento che la pillola in questione non è un farmaco abortivo ma contraccettivo seppure di emergenza». Di tutt'altro avviso il ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni che, commentando proprio le notizie di Pisa, non ha trovato niente di meglio che sancire come «la libertà di coscienza dei medici afferisce a qualcosa che è sancito con grande chiarezza nella Costituzione, e quindi le inchieste sui valori costituzionali mi sembrano una cosa fuori luogo». «Quando si pensa di dover affidare al Parlamento -ha aggiunto Fioroni- la prescrizione e la stesura delle ricette e stabilire quando un farmaco è appropriato, credo che questa sia una china pericolosa. Decidere ciò che è appropriato e opportuno va lasciato ai medici».