la Repubblica - Mercoledì, 1 marzo 2000 - pagina 28
di MARCO POLITI
L' università del Papa
UN PROGETTO PER REDIMERE I PRETI PEDOFILI
Le dimissioni del cardinale
ROMA - Preti pedofili sotto i riflettori. Inutile chiudere gli occhi dinanzi ad un problema, che ha già fatto vacillare la gerarchia ecclesiastica negli Stati Uniti, in Canada e in Austria. A Vienna qualche anno fa il cardinale Groer fu costretto a dimettersi, in America le diocesi hanno dovuto pagare milioni di dollari per abusi sessuali. Adesso l' università del Papa, l' Ateneo Lateranense, ha deciso di affrontare senza veli l' argomento. "I sacerdoti pedofili - afferma un ricercatore - sono soggetti con disturbi di personalità, fragili e narcisisti, che traggono dal rapporto con i minori un rafforzamento della propria personalità". Identificarli e recuperarli, potrebbe essere il motto. Se ne occuperà il 4 e il 5 marzo un convegno dell' Associazione psicologi e psichiatri cattolici. L' obiettivo è di varare progetti di recupero per religiosi affetti da turbe sessuali. "Noi psichiatri cattolici - afferma il professor Tonino Cantelmi - siamo convinti che il pedofilo nelle sue forme più lievi, se è preso in tempo, può guarire". Cantelmi, presidente del-l' associazione, è anche diacono permanente. Racconta di avere avuto in cura centinaia di religiosi afffetti da disturbi sessuali o affettivi. Metà di loro vivevano situazioni di omosessualità e di pedofilia, l' altra metà era formata da depressi o gente in preda a ossessioni di vario tipo. In base alla sua esperienza Cantelmi traccia una "classifica" dei pedofili. Ci sono i sadici, rari peraltro, e per questi, ammette, "non c' è altro da fare che rinchiuderli". Ma gli altri vivono grossi sensi di colpa e possono "essere aiutati". E' necessario incoraggiarli ad uscire allo scoperto, a non nascondersi, a farsi curare. In questo campo la Chiesa cattolica italiana è ancora arretrata. In Germania esistono già iniziative speciali per aiutare i preti pedofili, in Italia se ne occupa solo un' istituto dei Padri Venturini. Dall' università del Papa dovrebbe partire l' impulso per riguadagnare il tempo perduto. Se i cattolici italiani si preoccupano dei preti traviati, la Chiesa anglicana è in ansia per i ricatti di cui i suoi pastori possono essere vittime. Basta, dunque, con quegli atteggiamenti che possono venire male interpretati o strumentalizzati. Consolare gli afflitti va bene, ma d' ora in poi bisogna stare attenti quando si asciuga una lacrima o si abbraccia una parrocchiana per confortarla o si stringe troppo la mano di un fedele disorientato. Per evitare scandali veri o presunti la Chiesa anglicana sta stilando un vademecum speciale. "Tanta gente viene a consultarci in privato e noi siamo alla mercè di ciò che queste persone decidono di raccontare", si sfoga il reverendo David Houlding, parroco a Londra e membro del comitato anglicano che stila il codice anti-molestie. Fra i consigli: non chiudere mai la porta durante un colloquio privato, tenere a portata di mano un testimone, garantirsi con le nuove tecnologie, per esempio una bella telecamera a circuito chiuso. Capita infatti - e lo sanno bene i preti anglicani e quelli cattolici - che una parrocchiana depressa possa cercare nel pastore un sostegno che non può o non deve dare. Allora meglio premunirsi. Per la cernita delle accuse vere o false è stato anche pensato uno speciale "tribunale episcopale".
di MARCO POLITI
L' università del Papa
UN PROGETTO PER REDIMERE I PRETI PEDOFILI
Le dimissioni del cardinale
ROMA - Preti pedofili sotto i riflettori. Inutile chiudere gli occhi dinanzi ad un problema, che ha già fatto vacillare la gerarchia ecclesiastica negli Stati Uniti, in Canada e in Austria. A Vienna qualche anno fa il cardinale Groer fu costretto a dimettersi, in America le diocesi hanno dovuto pagare milioni di dollari per abusi sessuali. Adesso l' università del Papa, l' Ateneo Lateranense, ha deciso di affrontare senza veli l' argomento. "I sacerdoti pedofili - afferma un ricercatore - sono soggetti con disturbi di personalità, fragili e narcisisti, che traggono dal rapporto con i minori un rafforzamento della propria personalità". Identificarli e recuperarli, potrebbe essere il motto. Se ne occuperà il 4 e il 5 marzo un convegno dell' Associazione psicologi e psichiatri cattolici. L' obiettivo è di varare progetti di recupero per religiosi affetti da turbe sessuali. "Noi psichiatri cattolici - afferma il professor Tonino Cantelmi - siamo convinti che il pedofilo nelle sue forme più lievi, se è preso in tempo, può guarire". Cantelmi, presidente del-l' associazione, è anche diacono permanente. Racconta di avere avuto in cura centinaia di religiosi afffetti da disturbi sessuali o affettivi. Metà di loro vivevano situazioni di omosessualità e di pedofilia, l' altra metà era formata da depressi o gente in preda a ossessioni di vario tipo. In base alla sua esperienza Cantelmi traccia una "classifica" dei pedofili. Ci sono i sadici, rari peraltro, e per questi, ammette, "non c' è altro da fare che rinchiuderli". Ma gli altri vivono grossi sensi di colpa e possono "essere aiutati". E' necessario incoraggiarli ad uscire allo scoperto, a non nascondersi, a farsi curare. In questo campo la Chiesa cattolica italiana è ancora arretrata. In Germania esistono già iniziative speciali per aiutare i preti pedofili, in Italia se ne occupa solo un' istituto dei Padri Venturini. Dall' università del Papa dovrebbe partire l' impulso per riguadagnare il tempo perduto. Se i cattolici italiani si preoccupano dei preti traviati, la Chiesa anglicana è in ansia per i ricatti di cui i suoi pastori possono essere vittime. Basta, dunque, con quegli atteggiamenti che possono venire male interpretati o strumentalizzati. Consolare gli afflitti va bene, ma d' ora in poi bisogna stare attenti quando si asciuga una lacrima o si abbraccia una parrocchiana per confortarla o si stringe troppo la mano di un fedele disorientato. Per evitare scandali veri o presunti la Chiesa anglicana sta stilando un vademecum speciale. "Tanta gente viene a consultarci in privato e noi siamo alla mercè di ciò che queste persone decidono di raccontare", si sfoga il reverendo David Houlding, parroco a Londra e membro del comitato anglicano che stila il codice anti-molestie. Fra i consigli: non chiudere mai la porta durante un colloquio privato, tenere a portata di mano un testimone, garantirsi con le nuove tecnologie, per esempio una bella telecamera a circuito chiuso. Capita infatti - e lo sanno bene i preti anglicani e quelli cattolici - che una parrocchiana depressa possa cercare nel pastore un sostegno che non può o non deve dare. Allora meglio premunirsi. Per la cernita delle accuse vere o false è stato anche pensato uno speciale "tribunale episcopale".