Corriere della Sera 23.2.09
Caso Englaro «Seguo le mie idee, non sono una marionetta»
Beppino conteso dalle tv Un invito anche da Vespa
di Grazia Maria Mottola
MILANO — Sotto pressione. Per i recenti interventi su stampa e tv. Ma anche per le critiche, a causa di una promessa di silenzio mai mantenuta.
Eppure nulla lo smuove. Papà Beppino resiste e tira dritto. «Se andrò ancora in tv? Seguo le mie idee come sempre, non sono una marionetta nelle mani di qualcuno». Chiaro e determinato. Ieri, nel cercare la strada della legalità «per fare le volontà di Eluana»; oggi, nel portare avanti la sua battaglia civile. «Forse ci si sarebbe aspettato che uscissi di scena, come ho detto in passato, ma ho fatto una scelta: continuare a battermi come cittadino, mettendo la mia esperienza al servizio della collettività.».
La storia di Eluana. L'ha ripetuta per anni, come «un cagnolino che abbaiava alla luna» cercando disperatamente chi potesse ascoltarla; oggi, invece, ha le porte aperte quasi ovunque. Sabato scorso era ospite da Fabio Fazio; nel pomeriggio, con il cellulare, interveniva alla manifestazione romana sul testamento biologico; oggi sarà in diretta telefonica con «Cominciamo bene» alle 10 (su Rai tre), solo dopo essersi collegato per un breve colloquio con Radio24. Ancora non lo sa, ma Bruno Vespa pensa di invitarlo: «Lo abbiamo sempre seguito — spiega —, dal 2000 in poi è venuto da noi per nove volte. I nostri dissensi in trasmissione erano su un unico punto: per me la volontà di Eluana non era documentabile. Comunque se si impegnerà nel dibattito sul testamento biologico, gli chiederò di essere mio ospite». Non si meraviglierebbe di vederlo ancora sul piccolo schermo o sentirne la parlata veloce dall'accento friulano neppure Antonio Polito, direttore del «Riformista»: «Quella di Englaro è sempre stata una battaglia civile, anche se lo faceva per la figlia. Per questo non mi stupisco che continui a lottare. Su un punto non sono d'accordo: la via del referendum sul testamento biologico è rischiosa, gli italiani non amano pronunciarsi su materie così tecniche ». Tra i suoi «ammiratori» c'è anche Massimo Bordin, direttore di Radio Radicale: «Di lui mi ha colpito il richiamo a Loris Fortuna, alla tradizione socialista e laica. Lui si rivela un socialista, e il fatto che prometta di non candidarsi è importante, mette a tacere chi tenta di screditarlo. Lo vedo come un personaggio positivo di un libro di Sciascia, anche se è friulano».
Critiche o lodi, Beppino va avanti. Come ha sempre fatto. «Seguirò il mio istinto, voglio essere libero». Ma una cosa gli è chiara: quella bozza di legge sul fine vita proprio non gli piace: «Ho già detto che è una barbarie, oggi dico che è una follia: non vorrei che nessuno vivesse l'inferno di Eluana, essere costretto a vivere come lei, contro la sua volontà». Perché se la normativa venisse approvata, per lui sarebbe un paradosso: «Dopo quello che ho passato, potrei trovarmi io stesso a essere idratato e nutrito senza il mio consenso». Dunque la battaglia continua: «Valuterò gli inviti e deciderò volta per volta — sottolinea —, ho bisogno di riflettere su quello che faccio, non voglio rischiare di restare prigioniero di un ingranaggio». Nel suo futuro la fondazione che porta il nome di Eluana: «Ci stanno lavorando i legali, ma non è semplice. Così andrà avanti il mio impegno civile».
Da cittadino, ripete, mai da politico. In ogni caso senza trascurare chi, negli anni, ha dato voce alle sue ragioni: «Non posso dimenticare che se sono giunto a questo punto lo devo anche alla comunicazione: ecco, voglio continuare così, dialogando come ho sempre fatto».
Caso Englaro «Seguo le mie idee, non sono una marionetta»
Beppino conteso dalle tv Un invito anche da Vespa
di Grazia Maria Mottola
MILANO — Sotto pressione. Per i recenti interventi su stampa e tv. Ma anche per le critiche, a causa di una promessa di silenzio mai mantenuta.
Eppure nulla lo smuove. Papà Beppino resiste e tira dritto. «Se andrò ancora in tv? Seguo le mie idee come sempre, non sono una marionetta nelle mani di qualcuno». Chiaro e determinato. Ieri, nel cercare la strada della legalità «per fare le volontà di Eluana»; oggi, nel portare avanti la sua battaglia civile. «Forse ci si sarebbe aspettato che uscissi di scena, come ho detto in passato, ma ho fatto una scelta: continuare a battermi come cittadino, mettendo la mia esperienza al servizio della collettività.».
La storia di Eluana. L'ha ripetuta per anni, come «un cagnolino che abbaiava alla luna» cercando disperatamente chi potesse ascoltarla; oggi, invece, ha le porte aperte quasi ovunque. Sabato scorso era ospite da Fabio Fazio; nel pomeriggio, con il cellulare, interveniva alla manifestazione romana sul testamento biologico; oggi sarà in diretta telefonica con «Cominciamo bene» alle 10 (su Rai tre), solo dopo essersi collegato per un breve colloquio con Radio24. Ancora non lo sa, ma Bruno Vespa pensa di invitarlo: «Lo abbiamo sempre seguito — spiega —, dal 2000 in poi è venuto da noi per nove volte. I nostri dissensi in trasmissione erano su un unico punto: per me la volontà di Eluana non era documentabile. Comunque se si impegnerà nel dibattito sul testamento biologico, gli chiederò di essere mio ospite». Non si meraviglierebbe di vederlo ancora sul piccolo schermo o sentirne la parlata veloce dall'accento friulano neppure Antonio Polito, direttore del «Riformista»: «Quella di Englaro è sempre stata una battaglia civile, anche se lo faceva per la figlia. Per questo non mi stupisco che continui a lottare. Su un punto non sono d'accordo: la via del referendum sul testamento biologico è rischiosa, gli italiani non amano pronunciarsi su materie così tecniche ». Tra i suoi «ammiratori» c'è anche Massimo Bordin, direttore di Radio Radicale: «Di lui mi ha colpito il richiamo a Loris Fortuna, alla tradizione socialista e laica. Lui si rivela un socialista, e il fatto che prometta di non candidarsi è importante, mette a tacere chi tenta di screditarlo. Lo vedo come un personaggio positivo di un libro di Sciascia, anche se è friulano».
Critiche o lodi, Beppino va avanti. Come ha sempre fatto. «Seguirò il mio istinto, voglio essere libero». Ma una cosa gli è chiara: quella bozza di legge sul fine vita proprio non gli piace: «Ho già detto che è una barbarie, oggi dico che è una follia: non vorrei che nessuno vivesse l'inferno di Eluana, essere costretto a vivere come lei, contro la sua volontà». Perché se la normativa venisse approvata, per lui sarebbe un paradosso: «Dopo quello che ho passato, potrei trovarmi io stesso a essere idratato e nutrito senza il mio consenso». Dunque la battaglia continua: «Valuterò gli inviti e deciderò volta per volta — sottolinea —, ho bisogno di riflettere su quello che faccio, non voglio rischiare di restare prigioniero di un ingranaggio». Nel suo futuro la fondazione che porta il nome di Eluana: «Ci stanno lavorando i legali, ma non è semplice. Così andrà avanti il mio impegno civile».
Da cittadino, ripete, mai da politico. In ogni caso senza trascurare chi, negli anni, ha dato voce alle sue ragioni: «Non posso dimenticare che se sono giunto a questo punto lo devo anche alla comunicazione: ecco, voglio continuare così, dialogando come ho sempre fatto».