Santuario bis a Leuca bufera sul "teomostro"
MARTEDÌ, 03 FEBBRAIO 2009 LA REPUBBLICA - Bari
Obiettivo: accogliere un milione di pellegrini l´anno
Gli ambientalisti contro il progetto del parroco già approvato dalla giunta di centrodestra: meno cemento, più preghiere
"Teomostro" per gli ambientalisti, "luogo sacro" per il parroco di Santa Maria di Leuca. Sul progetto di un santuario da costruire al limite del "finibus terrae" infuria una guerra a colpi di raccolte di firme e reciproche accuse. L´opera, promossa da don Giuseppe Stendardo, sarebbe la prima pietra su cui far crescere il turismo religioso verso il promontorio fra l´Adriatico e lo Ionio, nel cuore del parco naturale e della zona archeologica. Un´idea condivisa al momento anche dal Comune di Castrignano del Capo, che ha appena approvato il progetto con il sì decisivo del centro-destra e l´astensione del partito democratico dichiarando il progetto "di pubblica utilità".
Il santuario da 22mila metri quadri dovrebbe sorgere a pochi metri da quello attuale, con mille posti a sedere contro i 250 di oggi e un mega parcheggio per accogliere il milione di pellegrini che ogni anno secondo il parroco arrivano a Santa Maria di Leuca. «Ma nel Salento servono più preghiere e meno cemento» si ribellano sugli striscioni di protesta gli ambientalisti, che contro quello che definiscono "teomostro" hanno anche avviato una raccolta firme alla quale il parroco ha risposto con una contro raccolta e le accuse agli "Atei ambientalisti" durante la messa. Il timore è che l´opera nasconda una nuova speculazione urbanistica ed edilizia, che farebbe lievitare gli appetiti e le quotazioni anche sui terreni confinanti. «Non siamo a San Giovanni Rotondo o a Santiago de Compostela» si ribella Legambiente Puglia: «Siamo contrari all´idea di far riversare un numero insostenibile di persone su Leuca, che ha un territorio con spazi ridottissimi e con problemi idrogeologici, strutturali, urbanistici e geografici». Un progetto che non convince neanche dal punto di vista simbolico: «Verrebbe oscurata la visione dell´Albania, e quindi di un altro mondo: un messaggio negativo».
(francesca savino)
MARTEDÌ, 03 FEBBRAIO 2009 LA REPUBBLICA - Bari
Obiettivo: accogliere un milione di pellegrini l´anno
Gli ambientalisti contro il progetto del parroco già approvato dalla giunta di centrodestra: meno cemento, più preghiere
"Teomostro" per gli ambientalisti, "luogo sacro" per il parroco di Santa Maria di Leuca. Sul progetto di un santuario da costruire al limite del "finibus terrae" infuria una guerra a colpi di raccolte di firme e reciproche accuse. L´opera, promossa da don Giuseppe Stendardo, sarebbe la prima pietra su cui far crescere il turismo religioso verso il promontorio fra l´Adriatico e lo Ionio, nel cuore del parco naturale e della zona archeologica. Un´idea condivisa al momento anche dal Comune di Castrignano del Capo, che ha appena approvato il progetto con il sì decisivo del centro-destra e l´astensione del partito democratico dichiarando il progetto "di pubblica utilità".
Il santuario da 22mila metri quadri dovrebbe sorgere a pochi metri da quello attuale, con mille posti a sedere contro i 250 di oggi e un mega parcheggio per accogliere il milione di pellegrini che ogni anno secondo il parroco arrivano a Santa Maria di Leuca. «Ma nel Salento servono più preghiere e meno cemento» si ribellano sugli striscioni di protesta gli ambientalisti, che contro quello che definiscono "teomostro" hanno anche avviato una raccolta firme alla quale il parroco ha risposto con una contro raccolta e le accuse agli "Atei ambientalisti" durante la messa. Il timore è che l´opera nasconda una nuova speculazione urbanistica ed edilizia, che farebbe lievitare gli appetiti e le quotazioni anche sui terreni confinanti. «Non siamo a San Giovanni Rotondo o a Santiago de Compostela» si ribella Legambiente Puglia: «Siamo contrari all´idea di far riversare un numero insostenibile di persone su Leuca, che ha un territorio con spazi ridottissimi e con problemi idrogeologici, strutturali, urbanistici e geografici». Un progetto che non convince neanche dal punto di vista simbolico: «Verrebbe oscurata la visione dell´Albania, e quindi di un altro mondo: un messaggio negativo».
(francesca savino)